Politica monetaria

AB: la Fed può aspettare la fine dell'anno per tagliare i tassi di interesse

AllianceBernstein spiega che la robusta crescita dell’economia Usa rallenta la disinflazione, che proseguirà ma sarà più graduale di quanto previsto in precedenza

di Virgilio Chelli 7 Maggio 2024 14:55
financialounge -  AllianceBernstein Eric Winograd inflazione mercati Tassi d'interesse

La robusta economia Usa permette alla Fed di avere pazienza, ritardando probabilmente l'avvio degli attesi tagli. Nel primo trimestre, le continue assunzioni e la graduale diminuzione delle spinte inflazionistiche hanno stimolato i consumi, favorendo una crescita sostenuta, destinata a perdurare grazie alle tendenze demografiche. Questo ha rallentato il processo di disinflazione, ma le pressioni sui prezzi dovrebbero continuare a diminuire nel corso dell'anno. Il calo dell'inflazione sarà più graduale di quanto in precedenza previsto, con probabili ricadute sulla politica della Fed, anche per quanto concerne i tagli dei tassi.

I MOLTI FATTORI CHE HANNO ALIMENTATO LA  CRESCITA USA


E’ l’indicazione di AllianceBernstein, che ha alzato le previsioni sulla crescita del PIL americano per l'intero 2024 all'1,5%, in un commento firmato da Eric Winograd, Director Developed Market Economic Research, che si aspetta che i tassi di riferimento rimangano ai livelli attuali per diversi mesi, per poi essere ridotti verso fine anno. Winograd spiega che molti dei fattori che hanno alimentato la crescita lo scorso anno, tra cui lo stimolo fiscale, i risparmi accumulati durante la pandemia e il rapido raffreddamento dell'inflazione, stanno venendo meno. Ma, aggiunge, l'impennata dei flussi migratori netti nel 2023 sembra aver provocato un aumento significativo dell'offerta di lavoro, con i nuovi ingressi negli ultimi tre anni al livello più alto dai primi anni '80.

ECONOMIA VERSO UN ATTERRAGGIO “ESTREMAMENTE MORBIDO”


Grazie alla maggior disponibilità di manodopera, le aziende hanno potuto assumere di più senza alzare i salari, comunque cresciuti rispetto al periodo pre-pandemia, portandosi in linea con l'inflazione, con una decelerazione negli ultimi tempi nonostante le molte assunzioni. Questo, secondo l’esperto di AllianceBernstein, permette all'economia USA di crescere più rapidamente senza eccessivo timore che una spirale prezzi-salari sfoci in un'inflazione incontrollata. I flussi migratori dovrebbero spingere la crescita anche nel 2024, il che ha indotto AllianceBernstein ad alzare la previsione sul PIL all'1,5%, appena sotto la maggior parte delle stime di lungo periodo, prospettando un atterraggio “estremamente morbido”.

NESSUNO SI AUGURA UNA BRUSCA RECESSIONE


Winograd rileva che la crescita è solo parte dell'equazione. L'aumento dell'offerta di lavoro contribuisce a raffreddare l'inflazione e la continua decelerazione della crescita dei salari induce a credere che non ci sia motivo di temere l'innescarsi di una spirale inflazionistica di lungo termine. Nel primo trimestre l'inflazione ha continuato a diminuire, anche se più lentamente del previsto. AllianceBernstein prevede che il tasso core non ridiscenderà al livello del 2,0% prima del 2025, ma non dev'essere motivo di allarme, perché pochi vedrebbero con favore la brusca recessione che sarebbe necessaria per tornare verso il target più velocemente.

FED PIÙ PAZIENTE, TAGLI DEI TASSI SOLO RITARDATI


Finché le aspettative di inflazione rimarranno ancorate, come finora, secondo Winograd la Fed può permettersi di adottare una prospettiva a lungo termine, portando pazienza, senza forzare subito un calo dell'inflazione. Ma aggiunge che la pazienza funziona in entrambi i sensi, e se l'inflazione diminuisce più lentamente è probabile che la Fed decida di rinviare i tagli. Secondo AllianceBernstein è lo scenario più verosimile, e invece di quattro sforbiciate previste inizialmente adesso si aspetta una sola riduzione di 25 punti base nel quarto trimestre.

IMPORTANTE CHE SIA PRONTA AL MOMENTO GIUSTO


Una prospettiva che potrebbe deludere i mercati, che si aspettavano un allentamento più aggressivo, ma che secondo Winograd non dovrebbe fare una gran differenza per la maggior parte degli investitori, perché ritiene più importante che la Fed sia pronta a ridurre i tassi quando l'inflazione diminuisce o la crescita vacilla, piuttosto che sapere esattamente quando avverrà il primo taglio.
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