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Guerra commerciale, la chiave è la rivalità tecnologica USA-Cina

I fondamentali economici sono ancora forti ma cresce la necessità di aumentare la resilienza nei portafogli a mano a mano che aumenta l'incertezza macroeconomica.

26 Giugno 2018 15:39

I fondamentali dell’economia restano solidi e sostengono la ripresa, ma le crescenti tensioni commerciali aumentano l'incertezza e possono intaccare la fiducia delle imprese. Lo segnala, nel suo commento settimanale ai mercati dal titolo ‘Trade wars: Don’t panic, prepare’, Richard Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist.

INVESTITORI MOLTO ATTENTI AI RISCHI


“Le tensioni economiche tra Cina e Stati Uniti sono aumentate, come conferma il nostro indicatore di rischio geopolitico BlackRock. Gli investitori sembrano prestare attenzione ai rischi, compreso quello sul commercio internazionale che non sono certo limitati alla Cina. Le prospettive di un compromesso per l'Accordo di libero scambio nordamericano (NAFTA) si sono deteriorate. L'Unione europea (UE) e altri paesi hanno adottato mosse in rappresaglia ai dazi statunitensi sull’acciaio e sull’alluminio, mentre gli Trump ha minacciato di imporre tariffe alle auto importate dall'UE” specifica Richard Turnill.

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LA RIVALITA’ TECNOLOGICA TRA USA E CINA


Lo strategist, tuttavia, spiega perché la chiave per capire il cuore del problema è nella rivalità tecnologica tra Stati Uniti e Cina.
“L’attuale situazione potrebbe influenzare l'economia reale attraverso due canali. In primo luogo l'impatto sulla fiducia, che potrebbe portare le società a ritardare gli investimenti e le spese. In secondo luogo, l'impatto diretto dei dazi commerciali tendono ad aumentare i costi e a deprimere la domanda. L'ampiezza e la profondità delle catene di approvvigionamento globali amplificheranno questo impatto” argomenta lo strategist.

DEFICIT COMMERCIALE USA


D’altra parte le tensioni tra Cina e Stati Uniti sono profonde, a cominciare dal deficit commerciale americano. Questo sembrerebbe sconsigliare a tutti i contendenti una guerra commerciale in piena regola per il semplice fatto non sarebbe nell'interesse delle parti. “Un accordo limitato per ridurre il deficit commerciale degli Stati Uniti con la Cina sembra fattibile. Tuttavia, la rivalità nel settore tecnologico costituisce una questione di importanza fondamentale che potrebbe portare entrambi i paesi a sopportare tensioni maggiori” ammette Richard Turnill. Ecco perché, lo strategist si dice persuaso che la Cina difficilmente scenderà a compromessi sui suoi principali obiettivi strategici nello sviluppo del suo settore manifatturiero ad alta tecnologia. A questo proposito, Richard Turnill indica una data precisa, il 30 giugno.

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GLI ANNUNCI DI SABATO PROSSIMO


“Sabato prossimo, il governo degli Stati Uniti dovrebbe annunciare restrizioni sugli investimenti in entrata dalla Cina. Queste restrizioni potrebbero influire sulla catena di fornitura cinese e danneggiare la capacità delle compagnie ‘campioni nazionali’ di importare tecnologia critica dagli Stati Uniti” esplicita lo strategist.

TRE DOMANDE CHIAVE


Tra tutto ciò che potrebbe accadere, Richard Turnill evidenzia tre domande chiave: Ci saranno discussioni tra alti funzionari dei due paesi? Quanta pressione sarà esercitata dai legislatori repubblicani e dalle imprese statunitensi affinché la Casa Bianca riduca la pressione su Pechino? In che misura le società statunitensi in Cina saranno sottoposte a pressioni dalle autorità locali?  “Le risposte a queste domande possono fornire alcune indicazioni precise per sapere se la prossima mossa è verso un accordo o verso nuovi attacchi da parte dell’amministrazione Trump” dice lo strategist.

EMITTENTI DI ALTA QUALITA’ E SOCIETA SOLIDE


Alla luce di tutto questo, e pur ammettendo che i solidi fondamentali che sostengono la crescita globale a breve termine restino (almeno per ora) intatti, Richard Turnill riconosce che i rischi geopolitici come le tensioni sui dati commerciali amplificano la macro incertezza: ecco perchè adesso la resilienza del portafoglio è cruciale. “Preferiamo le esposizioni nel reddito fisso di emittenti di qualità, favorendo il debito investment grade. Ci piace anche il debito dei mercati emergenti in valuta forte, evitando al contempo emittenti fortemente indebitati. Ci piacciono le società con bilanci solidi e crescita degli utili, principalmente quelle che diversificano l’attività negli Stati Uniti e le esposizioni che contemplino fattori di stile ampi pacaci anche di aiutare a proteggere i portafogli contro i potenziali cambiamenti del regime di mercato” conclude Richard Turnill.
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