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Buy back, come funziona e perché negli USA continua a crescere

Negli USA pronti altri 800 miliardi per operazioni di buy back, manovra che permette di incrementare parametri azionari importanti. Ma presenta alcuni aspetti critici.

16 Marzo 2018 07:50
financialounge -  buyback Morning News RoE S&P 500 Wall Street

Il buy back, il riacquisto di azioni proprie, ha costituito, insieme alla compressione delle retribuzioni reali e al contenimento degli investimenti, uno dei tre fattori di maggiore supporto alla grande crescita dei profitti delle aziende statunitensi dal 2012 in poi. I buy back, in particolare, permettono di ridurre il capitale e, a cascata, di aumentare in modo artificiale sia il ROE (return on equity) che gli utili per azioni (EPS).

COME FUNZIONA


Facciamo un esempio pratico. Immaginiamo che un’azienda Alfa produca 100 dollari di utili e abbia 50 azioni: il rapporto utili per azioni sarebbe pari a 2 (100 diviso 50). Se la società però decide un buy back comperando sul mercato 10 azioni, quelle circolanti si ridurrebbero a 40 e il rapporto EPS salirebbe a 2,5 (100 diviso 40) anche se i profitti generati restano gli stessi.

GIA’ 3.500 MILIARDI DI DOLLARI DAL 2009 A OGGI


Si calcola che dal 2009 ad oggi i flussi dei buy back statunitensi abbiano cumulato 3.500 miliardi di dollari, qualcosa come il 18% circa del PIL degli Stati Uniti. Ma sembra che la corsa sia tutt’altro che finita. Secondo quanto riferito da J.P.Morgan nei primi giorni di marzo, le società dell’indice S&P500 di Wall Street dovrebbero finanziare buy back per 800 miliardi di dollari quest’anno. Si tratta di un controvalore ben superiore ai 530 miliardi di dollari di buy back calcolati dagli analisti per il 2017.

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CRESCITA ECONOMICA, MENO TASSE E RIMPATRI


Da notare che le aziende hanno già annunciato buy back per 151 miliardi fino ad oggi. Tra le ragioni alla base di questa ulteriore spinta all’acquisto di azioni proprie figurano sia il miglioramento della crescita economica e sia le aspettative di tasse più basse mentre il solo rimpatrio di capitali detenuti all’estero dovrebbe contribuire per circa 200 miliardi. D’altra parte si è notato che le società tendono ad accelerare i programmi di riacquisto durante i selloff di mercato (vendita di titoli senza limitazioni di prezzo e di quantità): i riacquisti costituiranno pertanto un supporto per le azioni americane e potrebbero suggerire agli investitori di comperare subito dopo una correzione.

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PIU’ COMPETITIVI IN BORSA CON I BUY BACK


Alcuni studi dimostrano che le azioni che hanno potuto giovarsi di ingenti buy back hanno registrato performance superiori alle aziende competitor di settore: dal 2000, tali titoli hanno ottenuto performance superiori ai concorrenti di 150 punti base (+1,50%) durante le correzioni di mercato e di 200 punti base (+2,0%) durante le recessioni. Inoltre queste azioni risultano anche meno volatili in tutte le condizioni di mercato, poiché i riacquisti tendono a stabilizzare la debolezza dei prezzi. Ma attenzione, perché i buy back hanno anche i loro aspetti critici, specialmente quando le società annunciano programmi in un momento in cui il prezzo delle loro azioni è scambiato vicino a un massimo, il che significa che probabilmente pagheranno un prezzo eccessivo.
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