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Christophe Eggmann

Farmaceutica, per gli investitori il 2017 può essere un buon anno

Dopo un 2016 con luci e ombre, il settore farmaceutico potrebbe offrire interessanti opportunità agli investitori grazie ai buoni fondamentali ancora sottovalutati.

9 Gennaio 2017 09:43
financialounge -  Christophe Eggmann Farmindustria fusioni e acquisizioni GAM mercati azionari settore biotech settore farmaceutico

Il pre-consunsuntivo 2016 di Farmindustria, l’Associazione delle imprese del farmaco che conta circa 200 aziende italiane associate operanti nel settore farmaceutico, è molto positivo. Il valore della produzione annuale dovrebbe superare quota 30 miliardi di euro, segnalando un incremento del 2,6% rispetto al 2015, di sui 21,3 miliardi (cioè oltre il 71%) di produzione esportata all’estero, pari ad un incremento che sfiora il 7 per cento su base annua: il tutto, con un incremento di circa 5.000 addetti nell’anno, che porta il totale del numero di lavoratori del settore a 64 mila.

Un settore che rappresenta uno dei fiori all’occhiello per l’industria italiana e che si pone sempre ai vertici nell’innovazione: basti pensare che si stima che nei prossimi cinque anni il 70% delle imprese del settore dovrebbe essere completamente digitalizzato, sia sul versante dei processi produttivi che in quello relativo alla ricerca e sviluppo.

Ma l’healthcare è un settore che dovrebbe riservare interessanti opportunità anche agli investitori, soprattutto a quelli che opteranno per un buon fondo globale specializzato a gestione attiva.

“È probabile che gli investitori rimasti alla finestra tornino sul settore, visto che il tema d’investimento sul settore sanitario resta molto convincente, soprattutto dopo l’elezione di Trump” sottolinea Christophe Eggmann, Responsabile dell’azionario settore healthcare di GAM, il cui riferimento è ad una delle promesse principali fatte dal neopresidente americano in campagna elettorale: un’ampia riforma del fisco per le imprese, che include anche uno scudo fiscale per il rimpatrio dei capitali e, possibilmente, anche un credito fiscale permanente per la ricerca e lo sviluppo come parte del piano di incentivo all’innovazione.

Si può stimare che le aziende statunitensi del settore detengano circa 150 miliardi di dollari di liquidità e circa 450 miliardi di utile all’estero e avrebbero ricadute più che positive dall’introduzione di agevolazioni fiscali sui profitti e sul rimpatrio dei capitali dall’estero.

È probabile che tendano ad aumentare nel prossimo periodo le attività di M&A (fusioni e acquisizioni), in particolare quelle di media dimensione dal momento che queste attività sono state sostenute negli ultimi tempi da accordi di grandi dimensioni piuttosto che dalla crescita del numero delle singole operazioni.

“In termini di valutazioni, è ancora possibile posizionarsi ai multipli più bassi di sempre, sia sulle operazioni del settore sanitario (al maggior sconto degli ultimi cinque anni) sia sui titoli biotecnologici” spiega Christophe Eggmann secondo il quale, se è vero che ora gli investitori tendono a sottovalutare i fondamentali del settore, è altrettanto vero che l’aumento delle attività di M&A, in combinazione con un flusso di notizie positivo riguardo allo sviluppo dei prodotti e a un ridimensionamento delle aspettative per il 2017, potrebbero riportare l’attenzione degli investitori sul settore sanitario.
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