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Idee di investimento – Azioni – 9 luglio 2018

Per i prossimi sei mesi meglio adottare un portafoglio più bilanciato, meno esposto al rischio con un pizzico (5%) in oro. Restano interessanti le azioni europee e i titoli delle infrastrutture.

9 Luglio 2018 09:24

La crescita economica negli USA, in Europa, in Giappone e in Cina è ancora superiore al trend. Ma sullo sfondo cominciano a delinearsi delle nubi (aumenti delle retribuzioni, inflazione, tensioni commerciali, politiche monetarie gradualmente meno espansive) che suggeriscono agli investitori di assumere un orientamento più bilanciato al rischio per i prossimi sei mesi. È quanto emerge nell’articolo Ward (J.P. Morgan AM): “Orientamento bilanciato al rischio per i prossimi sei mesi” in cui Karen Ward, Chief Market Strategist di J.P. Morgan Asset Management illustra le ‘Prospettive per gli investimenti nel 2018: aggiornamento di metà anno’ Nella seconda parte dell’anno, Karen Ward si aspetta che al di fuori degli Stati Uniti la crescita acceleri nuovamente, non appena i fattori che guidano la ripresa sincronizzata (aumento dell’occupazione e maggiore disponibilità di credito a buon mercato) riacquistino vigore. “La combinazione di utili robusti e prezzi bassi fa sì che le quotazioni azionarie siano meno elevate di quanto non apparissero a inizio anno. Riteniamo che entro dicembre i corsi azionari possano vedere modesti guadagni mentre quelli obbligazionari si muoveranno al ribasso” sostiene la strategist.

ORO COME UNA POLIZZA ASSICURATIVA


Un modo per proteggere una parte del portafoglio consiste nell’investire in oro. E’ vero che nel breve termine l’investimento nel metallo giallo difficilmente potrà riservare soddisfazioni, nel medio lungo periodo costituisce un valido scudo alle turbolenze dei mercati. Per queste ragioni gli esperti, come argomentato nell’articolo Oro, assicurazione per tutte le stagioni del portafoglio, consigliano un 5% del portafoglio investito in oro come investimento strutturale. Un investimento come una sorta di polizza assicurativa: non rende molto (o, al limite, fa perdere qualcosa) nelle fasi di calma relativa ma offre ritorni elevati nei momenti di estrema tensione sui mercati. Una valida alternativa all’investimento in lingotti e monete d’oro che assicura l’esposizione all’andamento dell’oro in dollari USA con costi minimi è quella degli ETF specializzati sull’oro. Rispetto ad investimenti come quelli che prevedono l’investimento in oro fisico ci sono molti vantaggi come minori costi di gestione e minori commissioni.

AZIONI EUROPA, LO SCONTO È AL MASSIMO DAL 2003


Intanto i titoli azionari dell’Europa sembrano veramente attraenti sotto il profilo delle valutazioni. “Gli investitori orientati al lungo termine farebbero bene a ricordare che lo sconto valutativo dell’Europa rispetto agli Stati Uniti non è giustificato ed è, con buona probabilità, destinato ad avere vita breve. Noi restiamo ottimisti e convinti che, per gli investitori attivi, l’economia europea offra un’opportunità per costruire posizioni a lungo termine in società di alta qualità”. È questo il pensiero di Ann Steele, gestore di portafoglio senior, strategia pan-europea, Columbia Threadneedle Investments, sulle azioni del mercato europeo espresso nell’articolo Azioni Europa, le valutazioni scontate superano le perplessità sul populismo. Il riferimento dell’esperta, nel dettaglio, è allo sconto dei titoli azionari europei rispetto agli omologhi statunitensi sulla base del rapporto prezzo/utili (p/e): il differenziale tra le valutazioni azionarie di Europa e Wall Street è al livello più elevato registrato dal 2003 (quando si attestava al 38%). Entrando nello specifico, mentre le aziende che pubblicano risultati di bilancio superiori alle attese si moltiplicano, Ann Steele si aspetta un incremento medio dei profitti del 10-12% nel 2018, dopo che nel 2017 l’aumento era stato del 15 per cento.

LA ‘NUOVA GEOGRAFIA’ DI CAPITAL GROUP


Per quanto riguarda invece i mercati emergenti, sembrano, almeno per il momento, non eccessivamente penalizzati da guerra commerciale e dollaro forte. A questo proposito, Natasha Braginsky Mounier, Direttore investimenti azionari di Capital Group, rivela di adottare un approccio distintivo agli investimenti nei mercati emergenti, chiamato ‘Nuova Geografia’.  “Ci concentriamo nella selezione sia tra i campioni locali che tra i leader globali. Questo perché non ci limitiamo a considerare il domicilio delle società (e cioè se siano o meno in aree emergenti) ma piuttosto guardiamo a dove viene generato il fatturato. L’obiettivo è quello di poter contare su un più ampio ventaglio di opportunità d’investimento nei paesi in via di sviluppo, tra cui società uniche e ben posizionate che offrono esposizione alla crescente middle class dei mercati emergenti” specifica nell’articolo Mercati emergenti, la “Nuova Geografia” di Capital Group l’esperta. Ma dove vede buone opportunità? “Nelle società tecnologiche di Cina, USA e Asia in generale, dalle società di internet ai produttori di componenti elettroniche e semiconduttori, che dovrebbero beneficiare del maggiore utilizzo di smartphone, servizi mobili e e-commerce” è la risposta di Natasha Braginsky Mounier  Un discorso a parte merita invece la Cina, che sta indirizzando la crescita dalla quantità (export di prodotti e servizi a basso valore aggiunto) alla qualità e sostenibilità, con consumi interni più sostenuti ed un export caratterizzato da maggiori contenuti.

INFRASTRUTTURE, L’ASSIST ARRIVA DALLA VIA DELLA SETA


A proposito di Cina, l’accelerazione del progetto Nuova Via della Seta (One Belt One Road) alimenta le opportunità d’investimento nei titoli infrastrutturali cinesi e dei paesi attraversati dal percorso. Dopo un biennio 2015-2016 in cui sembrava essersi raffreddato, il progetto del governo cinese è in fase di accelerazione grazie anche al supporto finanziario dell’AIIB (Asian Infrastructure Investment Bank) e di altri istituti di credito.
“Si tratta di un’importante strategia economica e commerciale” spiega nell’articolo Nuova Via della Seta, un assist di lungo termine per i titoli infrastrutturali Charles Hamieh, Portfolio Manager di RARE Infrastructure, l’affiliata del gruppo Legg Mason specializzata nei titoli infrastrutturali. “Una strategia – aggiunge – che punta a far rinascere lo storico percorso della Via della Seta tra Cina ed Europa. I progetti legati all’iniziativa includono reti ferroviarie, strade, porti e infrastrutture energetiche”. Analizzando nel dettaglio la portata dell’investimento, l’esperto ritiene che non soltanto la Cina, ma anche (e soprattutto) altri paesi, come quelli del Sud Est asiatico in via di sviluppo, potrebbero trarne i maggiori benefici economici.
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