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Idee di investimento – Azioni – 19 febbraio 2018

Adesso è scattata la ricerca alle occasioni generate dall’incremento della volatilità: opportunità in Asia e in Giappone senza trascurare alcuni megatrend.

19 Febbraio 2018 09:28
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“La volatilità è una componente strutturale dei mercati finanziari. Talvolta resta sopra i valori medi osservati, talvolta, come nello scorso anno, è stata compressa su valori molto bassi. In tale situazione l’analisi dei ritorni attesi è favorevole per prendere posizioni, cioè è molto più ampia la possibilità di guadagno che di perdita. Infatti la volatilità non può scendere oltre certi livelli mentre il rialzo è, potenzialmente, un multiplo: basti pensare che il future sulla volatilità sull’indice Eurostoxx nei giorni del crollo è salito di oltre il 100%” puntualizza, nell’articolo “Mercati, nel 2018 più volatilità con meno rendimento”, Edoardo Ugolini, Portfolio Manager di Zest Asset Management e gestore del fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU0397464685"]Zest Absolute Return Var 4.[/tooltip-fondi]

Tesi sostanzialmente condivisa da Dan Ivascyn, CIO globale, e Scott Mather, CIO U.S. core strategies di PIMCO nell’articolo “Volatilità dei mercati? È solamente un ritorno alla normalità”. Secondo i due manager, il brusco aumento della volatilità dei mercati deve essere contestualizzato: era troppo bassa ed aveva abituato male gli investitori, che ora devono essere più prudenti. Dan Ivascyn e Scott Mather, nonostante gli attuali livelli di volatilità, non prevedono implicazioni sull’economia reale ma ritengono comunque probabile una persistenza più ampia delle oscillazioni e ciò potrebbe aumentare il rischio di un impatto nel tempo. D’altra parte, argomentano i due manager, l’aumento improvviso della volatilità di queste ultime settimane è figlia delle valutazioni iniziali, che si erano spinte molto all’insù nell’ambito dei titoli azionari e in alcuni segmenti dei mercati del reddito fisso: ecco perché i mercati sono più facilmente spaventati dalle notizie negative.

In ogni caso, Andrea Delitala, Head of Investment Advisory e Marco Piersimoni, Senior Portfolio Manager di Pictet Asset Management, ritengono che la correzione delle Borse rappresenti un’opportunità di acquisto e non la fine del bull market (mercato rialzista) che ha segnato gli ultimi anni. “Al tempo stesso, però, crediamo che questo episodio possa rappresentare un elemento di rottura rispetto al recente passato” affermano, nell’articolo “Borse, importante valutare le occasioni generate dalla volatilità inattesa”, Andrea Delitala e Marco Piersimoni che privilegiano il settore bancario rispetto a quello tecnologico. Il primo dovrebbe beneficiare di tassi di interesse più elevati e di curve più pendenti con maggiori differenziali tra tassi a breve e a medio lungo termine da sfruttare, mentre la tecnologia vede una grossa esposizione di investitori a livello internazionale oltre che essere un settore potenzialmente penalizzato dalla dinamica sui tassi.

Intanto, sono in molti a chiedersi se la correzione in atto nelle Borse di tutto il mondo abbia compromesso le prospettive dell’azionario Asia. Nel rispondere a questa domanda Soo Nam NG, Responsabile azionario Asia di Columbia Threadneedle Investments, non ha dubbi: “Persistono ancora le prospettive per un rally dell’azionario asiatico che duri diversi anni”. La convinzione del manager poggia sulla constatazione che la correzione di queste ultime settimane sia dovuta soprattutto al forte calo di Wall Street, pur ammettendo che il rialzo dei rendimenti delle obbligazioni a lunga scadenza abbia suscitato qualche preoccupazione anche perché causa di un riprezzamento del rischio che la bassa volatilità aveva quasi azzerato. “Tuttavia, concentrandoci sulla ripresa dei fondamentali, non intravediamo cambiamenti. Al contrario riteniamo vi possa essere un trend rialzista che durerà diversi anni e i driver legati a questo rialzo sono molto solidi e non sono influenzati da un aumento dell’inflazione” fa sapere, nell’articolo “La correzione delle Borse non spaventa l’azionario Asia”, Soo Nam NG. Per il manager il potenziale rally dell’azionario Asia nel 2018 poggia su fattori solidi: dal consolidamento delle strutture settoriali al miglioramento della fiducia dei consumatori, dal ritorno del potere di prezzo (grazie anche alla ritrovata tonicità dei prezzi delle materie prime) alla costante disciplina dei prezzi.

Sempre in Asia, il mercato azionario giapponese continua a riscuotere consensi. Sebbene il PIL del Giappone nel quarto trimestre sia risultato inferiore alle attese secondo la lettura che ne fa nell’articolo "Giappone: PIL sotto le attese, ma i consumi interni sono incoraggianti” Piya Sachdeva, Economista di Schroders, emergono alcuni interessanti spunti di riflessione. In primis, se è vero che, in base alle stime preliminari, il PIL nel quarto trimestre è salito dello 0,5% t/t annualizzato (inferiore all’1% atteso e in arretramento rispetto al 2,2% del terzo trimestre) è altrettanto vero che salgono a otto i trimestri consecutivi di crescita del Giappone in 28 anni. In secondo luogo, a differenza di quanto emerso nel terzo trimestre, è stata la domanda interna e non quella estera a sostenere la crescita della ricchezza del Giappone.

E, che l’azionario del Giappone rappresenti un’opportunità di investimento da seguire con grande interesse lo spiegano nei dettagli pure gli analisti di Syz Asset Management nell’articolo “Azionario Giappone spinto da valutazioni economiche e politiche accomodanti”. “Il team multi-asset già da tempo aveva individuato e illustrato nel dettaglio questa opportunità. Innanzitutto, il mercato azionario del Giappone è meno caro rispetto ad altri listini internazionali. Inoltre altri fattori contribuiscono a rendere il quadro d’insieme attraente: dal solido contesto economico alle deboli pressioni inflazionistiche, fino alla posizione ancora molto accomodante della banca centrale. Le società giapponesi, peraltro, vantano un rapporto di indebitamento molto più basso rispetto a gran parte delle società quotate sugli altri mercati azionari occidentali” specifica Hartwig Kos, Vice CIO Co-Head of Multi-Asset di Syz Asset Management, ricordando, peraltro, quanto sia ancora ridotto il posizionamento sulla Borsa di Tokyo nonostante gli investitori guardino con ottimismo all’azionario Giappone.

Infine, coloro che sono alla ricerca di temi di investimento svincolati dall’andamento dei mercati nell’articolo “I 5 megatrend sfruttabili anche senza un mercato rialzista“ ne possono trovarne cinque: dall’automazione industriale all’invecchiamento della popolazione, dall’auto a guida autonoma alle infrastrutture fino all’acqua. Megatrend che quest’anno sembrano essere nelle prime fasi di sviluppo e che potrebbero attrarre gli investitori di lungo periodo magari tramite la formula dei piani di investimento a rate (PAC) che consentono di acquistare piccole quote ogni mese in modo da disinteressarsi dell’andamento del breve periodo per sfruttare il trend rialzista di lungo termine che questi megatrend sembrano offrire.
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