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Idee di investimento – Azioni – 23 aprile 2018

Le azioni restano (relativamente) più attraenti delle obbligazioni. Tra le opzioni tattiche di portafoglio si segnalano l’Europa, i mercati emergenti e le azioni small e mid cap.

23 Aprile 2018 09:43
financialounge -  azioni Europa idee di investimento mercati azionari Regno Unito

“A fronte del minore ottimismo degli investitori, di quotazioni di Borsa un po’ meno tirate e di valutazioni obbligazionarie che incorporano ormai una dose realistica di inasprimento da parte della Federal Reserve americana, i rischi al ribasso per le borse mondiali ci sembrano diminuiti” specificano nell’articolo “Azioni: rischi di ribasso in calo, ma occasioni di acquisto ancora limitate” i professionisti di Dorval AM (gruppo Natixis) che tuttavia preferiscono mantenere un’esposizione moderata al rischio, dal momento che il potenziale di rialzo al momento sembra piuttosto limitato. Fermo restando che, in caso di ulteriore calo dei mercati, si sentono pronti a rafforzare la quota azionaria in portafoglio.

SUL PODIO WALL STREET, EMERGENTI E EUROPA


Maria Paola Toschi, Market Strategist di J.P. Morgan Asset Management, dal canto suo, ritiene che sebbene i mercati azionari non siano certo a buon mercato, dal momento che in base a rapporti tradizionali, come il p/e, sono vicini alle medie storiche, sembrano non mostrare nessuna irrazionalità e nemmeno pericolo di bolle finanziarie. E, se l’azionario resta l’asset class preferita rispetto al reddito fisso, il podio delle preferenze in ambito equity vede nell’ordine, sempre secondo Maria Paola Toschi, Wall Street, mercati emergenti ed Europa. “Wall Street evidenzia valutazioni che, se messe in relazione agli utili attesi per quest’anno (tra il +20% e il +23% nel primo trimestre del 2018) e per il 2019 (9% secondo le ultime previsioni), non sembrano affatto evidenziare pericoli di bolle” sostiene nell’articolo “Azioni, perché restano ancora la prima scelta (ma con giudizio)” la strategist.

AZIONI USA PRONTE AL RIMBALZO


Secondo Richard Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist questo scenario dovrebbe supportare le attività di rischio, anche se prevede rendimenti più limitati e una maggiore volatilità rispetto al 2017. “Crediamo che le azioni offrano un compenso migliore rispetto alle obbligazioni societarie (credito). All’interno delle azioni, preferiamo gli Stati Uniti e i mercati emergenti, oltre alla tecnologia e ai finanziari. Flussi e dati proprietari sul posizionamento degli investitori ci segnalano che le azioni degli Stati Uniti hanno subito un duro colpo da gennaio, suggerendo un certo margine per un rimbalzo. Gli investitori che preferiscono giocare in difesa con le azioni dovrebbero guardare alle società con ingenti free cash flow e alla capacità di aumentare i dividendi piuttosto che cercare le aziende che pagano dividendi elevati” puntualizza nell’articolo "Investimenti, azioni ancora preferite a credito e titoli di stato” lo strategist.

REGNO UNITO, SOLO ACQUISTI SELETTIVI


Su Wall Street, tuttavia, affiorano pareri contrastanti. Per esempio Duncan Lamont, Head of Research and Analytics di Schroders, nell’articolo “Azioni, meno Wall Street e più emergenti per affrontare la primavera” suggerisce di alleggerire l’esposizione a Wall Street a favore dei mercati emergenti, del Giappone e dell’Europa. Se poi si punta a una buona generazione di reddito, possono rivelarsi una opzione aggiuntiva gli acquisti selettivi nel Regno Unito. L’analisi valutativa di Duncan Lamont parte da Wall Street che, a suo modo di vedere, risulta ancora sopravvalutata.

DINAMICA MACRO ECONOMICA


Matteo Germano, Head of Multi-Asset di Amundi, invece, alla luce delle tensioni sui dazi commerciali e la potenziale decelerazione della dinamica macroeconomica, ha deciso di aumentare la diversificazione aumentando la preferenza per Wall Street (sia in generale e sia, più in particolare, nel settore energetico USA), a discapito delle azioni europee e giapponesi. “Attualmente Wall Street beneficia di una migliore dinamica macroeconomica e di un prolungamento del ciclo grazie ai massicci stimoli fiscali varati di recente” spiega nell’articolo “Ciclo prolungato dagli stimoli fiscali: un punto per le azioni USA” Matteo Germano.

L’APPEAL DELLE SMALL E MID CAP USA


Resta il fatto che gli investitori americani si sono riposizionati: gli ETF specializzati sulle small cap USA hanno registrato afflussi mentre i fondi large cap hanno subito forti deflussi. Come viene argomentato nell’articolo “Small cap USA al riparo dai dazi commerciali e (forse) dal conflitto in Siria”, dal momento che le società più piccole tendono a incamerare una quantità maggiore dei loro ricavi dagli Stati Uniti, ci si aspetta che siano meno ostacolate da eventuali tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina: tensioni che hanno provocato un robusto disinvestimento dalle società a grande capitalizzazione. Un aspetto che potrebbe isolare le small e mid cap anche nel caso in cui l’attacco militare guidato dagli Stati Uniti in Siria, l’ultimo esempio di incertezza geopolitica che grava sui mercati, aumentasse di intensità.

UNO SPAZIO TATTICO PER L’EUROPA


In ogni caso, secondo Andrea Delitala, Head of Investment Advisory di Pictet Asset Management, e Marco Piersimoni, Senior Portfolio Manager di Pictet Asset Management a questo punto le trimestrali statunitensi che stanno entrando nel vivo dovrebbero fornire indicazioni più chiare sulle prospettive relative all’andamento dei mercati nel corso della primavera. “Per quanto riguarda in particolare il mercato azionario europeo, c‘è da segnalare come da marzo stia registrando un extra rendimento di quasi tre punti percentuali rispetto all’indice S&P500 di Wall Street grazie all’andamento negativo del settore dell’alta tecnologia USA. Inoltre questo e il prossimo mese è il periodo in cui la maggior parte delle società stacca dividendi e complice un posizionamento ancora scarico da parte degli investitori internazionali, pensiamo ci sia ancora dello spazio tattico per l’Europa” fanno sapere nell’articolo “Mercato azionario, l’importanza di non farsi distrarre dai rumori di fondo” Andrea Delitala e Marco Piersimoni.
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