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Infrastrutture sempre più gettonate dagli istituzionali

Attira la prospettiva di un rendimento certo e duraturo nel tempo. Il gioco sembra riservato ai grandi che muovono miliardi di dollari, ma anche i piccoli hanno la loro chance grazie a fondi specializzati e ETF.

22 Giugno 2018 07:50

L’investimento in asset ‘reali’ attira sempre di più i grandi fondi istituzionali globali, alla ricerca di ritorni certi, anche se contenuti, e soprattutto duraturi nel lungo periodo. Tra questi asset la parte del leone la fanno sempre più le infrastrutture, soprattutto le utilities e i trasporti, come aeroporti, porti e ferrovie, che ormai se la battono con il tradizionale investimento nel real estate - e quindi nel mattone  - nelle preferenze dei grandi investitori.

LA COMPETIZIONE CON IL REAL ESTATE


Secondo i dati Official Monetary & Financial Institutions Forum, un think thank londinese, riportati dal sito specializzato Infrastructure Investor, i grandi fondi hanno in programma a livello globale investimenti in infrastrutture per 130 miliardi di dollari nei prossimi 12-24 mesi. Il report si basa sulle risposte di 65 fondi sovrani e fondi pensioni pubblici che gestiscono asset per 11.600 miliardi di dollari. Si tratta ancora di meno della metà degli investimenti destinati al classico real estate, a cui sono diretti nello stesso arco di tempo investimenti per 334 miliardi di dollari, sempre secondo lo stesso report. Con una differenza importante però, che l’investitore in infrastrutture una volta entrato è lì per restare, quello che gli interessa è il rendimento anno dopo anno, mentre spesso chi va sull’immobiliare punta al capital gain ed è pronto a incassare quando il mercato sale.

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CHIP DA MILIARDI DI DOLLARI


I fondi pensione sono ovviamente quelli più attirati dall’ottica del lungo periodo, investono per pagare le prestazioni tra decenni, e tendono anche a iniziare con un investimento relativamente modesto, per incrementarlo regolarmente nel tempo. Qualche esempio: il fondo pensione Strathclyde ha dato mandato ai suoi gestori di incrementare il portafoglio infrastrutture dagli attuali 60 milioni di sterline a 130 nei prossimi due anni, mentre il fondo dei dipendenti pubblici dell’Oregon ha in programma di aumentare l’esposizione in infrastrutture dagli attuali 1,3 miliardi di dollari a 2,4 miliardi nell’arco di cinque anni. Dove investono? La destinazione preferita è l’Asia, da parte di colossi come Partners Group, Copenhagen Infrastructure Partners e GIP, tutti orientati a trarre beneficio della crescita di economie e reddito nello sterminato continente.

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MA C’È SPAZIO ANCHE PER I PICCOLI


Finora abbiamo parlato di un gioco riservato ai grandissimi investitori, che muovono centinaia di milioni, se non miliardi di dollari. Ma ci sono strumenti a disposizione anche degli investitori individuali e dei risparmiatori, come i fondi comuni specializzati e gli ETF. Questi ultimi sono specializzati soprattutto nel settore delle utility, soprattutto perché si tratta quasi sempre di società quotate e quindi è facile costruire un replicante sulla base di un basket di titoli. E proprio le utility potrebbero essere l’occasione del momento. A Wall Street sono il settore che da inizio anno è rimasto più indietro a causa dei tassi in rialzo, che le penalizzano. Ma i prezzi sono buoni, soprattutto se si guarda in un’ottica di lungo termine.
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