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Obbligazioni, un giusto mix tra debito emergente e titoli di stato USA a breve

L’investimento in obbligazioni ha dato poche soddisfazioni nel primo semestre. Per la seconda parte dell’anno occorre coniugare rendimento e protezione del portafoglio.

29 Giugno 2018 09:48

Il primo semestre del 2018 non verrà certo incorniciato dagli investitori obbligazionari. Sempre più difficile riuscire a muoversi in un mercato nel quale le valutazioni sono tirate, e gli spread (extra rendimenti rispetto ai titoli di stato dei paesi più solidi) ancorati sui minimi, con il trend crescente di aumento dei tassi che tende a deprimere le quotazioni, che si muovono in direzione opposta ai rendimenti.

FONDI OBBLIGAZIONARI: PERFOMANCE IN ROSSO


A parte i fondi obbligazionari high yield USD (+4,5% il rendimento medio da inizio anno), gli inflation linked in dollari (+1,9%) e i governativi americani (+0,9%), tutte le altre categorie di fondi obbligazionari mostrano un segno meno nella performance dei primi mesi del 2018: dai corporate Paesi emergenti (-0,4%) ai governativi euro (-0,5%), dagli high yield euro (-0,8%) ai governativi euro a breve termine (-0,6%), dagli obbligazionari paesi emergenti (-1,7%) agli obbligazionari paesi emergenti in valuta locale (-3,6%).

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LE VICENDE POLITICHE ITALIANE


Un contesto reso ancora più complicato dalle vicende politiche italiane che, da metà maggio, hanno reso più tumultuosi i mercati obbligazionari euro. Alla luce di questa nuova variabile, gli esperti di Pictet Asset Management mettono in guardia gli investitori: le operazioni tattiche (cioè quelle di più breve termine) saranno praticamente compromesse nel momento in cui la politica italiana dovesse diventare la forza dominante sui mercati obbligazionari.

SOTTOPESO NELL’OBBLIGAZIONARIO EURO


“Basti pensare a quello che è accaduto al costo del debito italiano a due anni che da -17 punti base (-0,17%) ad aprile è balzato a 272 punti base (+2,72%) prima di ritornare a 100 (1,00%) entro la fine di maggio” specificano i professionisti di Pictet AM. I quali, proprio alla luce di questa alta variabilità dei corsi confermano il sottopeso sull’obbligazionario europeo, sia governativo che societario. Non si tratta, tengono a puntualizzare gli esperti di Pictet AM, soltanto della situazione instabile provocata dalle tensioni politiche nell’Eurozona, quanto piuttosto a ragioni di valutazioni: secondo loro, le migliori opportunità sono da ricercare al di fuori della regione della moneta unica.

UNO SGUARDO AL DEBITO EMERGENTE


“I nostri indicatori anticipatori mostrano che le economie in via di sviluppo stanno andando meglio delle economie sviluppate e che le obbligazioni in valuta locale dei mercati emergenti paiono relativamente ben valutate” spiegano i professionisti di Pictet AM. Un giudizio, il loro, che trova un valido supporto sia nel rendimento (che attualmente si attesta attorno al 6%, superiore a quello del debito high yield statunitense) e sia nelle valute dei mercati emergenti (più convenienti rispetto al dollaro americano).

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OCCORRE PROTEGGERE IL PORTAFOGLIO


In parallelo, gli esperti di Pictet AM reputano indispensabile proteggere il portafoglio dalla possibilità di fasi di ulteriore volatilità dei mercati. “I titoli di stato americani continuano a rappresentare una copertura interessante contro le inquietudini di mercato, dati i loro rendimenti relativamente elevati e lo status di rifugio sicuro. Rimaniamo anche corti (ribassisti) sull’euro, data l’incertezza politica in Italia e Spagna, dove il Primo Ministro di centro-destra Mariano Rajoy è stato recentemente costretto a dimettersi dopo il voto di sfiducia” concludono i professionisti di Pictet AM.
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