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Marie-Laure Schaufelberger

Perché le aziende biotech sono più competitive di quelle farmaceutiche

Le differenze strutturali tra le società farmaceutiche tradizionali e quelle biotech rendono queste ultime potenzialmente avvantaggiate per i prossimi anni.

3 Maggio 2018 10:53
financialounge -  Marie-Laure Schaufelberger Pictet settore biotech settore farmaceutico

Oltre 700 società quotate in tutto il mondo. Con un giro d’affari che è cresciuto di sette volte passando dai 20 miliardi di dollari del 2000 ai 140 miliardi del 2016. Sono alcuni numeri che delineano l’universo delle società biotech che sta guadagnando quote di mercato in modo sempre più evidente rispetto alle società farmaceutiche tradizionali. Per capire il segreto della competitività dei produttori del nuovo tipo di farmaci, occorre partire da una prima basilare differenza.

BIOTECH, PRODOTTI CON BATTERI O ENZIMI


“Mentre le case farmaceutiche producono medicinali partendo dalle sostanze chimiche, le società biotecnologiche utilizzano organismi viventi come batteri o enzimi per i loro prodotti” spiega Marie-Laure Schaufelberger, Product Specialist del [tooltip-fondi codice_isin="LU0255977539"]fondo Pictet-Biotech[/tooltip-fondi] di Pictet Asset Management. Ma c’è di più. Grazie ad una sempre più profonda comprensione del DNA umano, le compagnie biotech hanno la possibilità di affrontare malattie specifiche con molta più precisione rispetto alle società farmaceutiche tradizionali. “Il settore ha un tasso di crescita stimato del 15-20% annuo. Questo rappresenta un tasso di crescita previsto del 6% per le vendite di farmaci con prescrizione a livello mondiale per il periodo fino al 2022” puntualizza Marie-Laure Schaufelberger.

LE DIFFERENZE NEI BREVETTI


La manager poi passa a indicare i due fattori discriminanti del successo del settore biotech riguardanti la differenza sui brevetti. Quando scade un brevetto detenuto da una società farmaceutica tradizionale, le società che realizzano farmaci generici possono riprodurne la formula chimica con un prezzo del farmaco molto scontato. In base ad una stima a cura della società di consulenza EvaluatePharma si prevede che, tra il 2017 e il 2020, le società farmaceutiche tradizionali dovrebbero perdere ricavi pari a quasi 80 miliardi di dollari a seguito dell’aumento della concorrenza delle compagnie di farmaci generici.

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FARMACO BIOSIMILARE


Per le società biotecnologiche, questo rischio è notevolmente minore” specifica Marie-Laure Schaufelberger che poi aggiunge: “Chiunque voglia produrre una medicina simile a un farmaco biotecnologico il cui brevetto è scaduto - noto anche come farmaco biosimilare - deve innanzitutto dimostrare che il prodotto presenta esattamente le stesse caratteristiche biologiche del trattamento originale”. Un procedimento che si rivela molto più complesso rispetto a quello dei farmaci tradizionali dal momento che non si limita alla semplice dimostrazione della medesima composizione chimica. In secondo luogo, negli Stati Uniti, le norme per chi intende mettere in commercio un farmaco biotecnologico, il cui brevetto è scaduto, nel formato generico prescrivono il superamento di test clinici, simili a quelli del farmaco biotecnologico originale.

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MAGGIORI RISORSE ECONOMICHE E SCIENTIFICHE


“Si tratta di un impegno maggiore non soltanto in termini di risorse finanziarie da mettere in campo ma anche di conoscenze di elevato standing e di laboratori scientifici di alta qualità per produrre in modo sicuro ed efficiente farmaci generici ed essere competitivi con un prodotto di successo, una volta scaduto il brevetto” spiega Marie-Laure Schaufelberger, che segnala come, tra le società che possiedono tutti questi asset, figurino molte grandi società biotecnologiche.
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