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Geraldine Sundstrom

La prossima recessione sarà meno profonda, ma più lunga e rischiosa

Il Secular Outlook di PIMCO opta per un posizionamento prudente, ma pronto a passare all'attacco quando si presenteranno i “bruschi risvegli” sui mercati.

20 Giugno 2018 14:21

Il prossimo decennio potrebbe essere profondamente diverso da quello appena archiviato, quello cioè che è coinciso con i dieci anni dopo la grande crisi finanziaria. È uno dei punti che emerge dal Secular Outlook presentato a Milano da Scott Mather e Geraldine Sundstrom, rispettivamente CIO e portfolio manager di PIMCO. Il Secular Outlook riflette le conclusioni del Forum PIMCO Secular, un incontro che si tiene a maggio presso la sede di Newport Beach dove professionisti provenienti da tutto il mondo si riuniscono insieme ai consulenti globali di PIMCO per discutere dell’andamento dell’economia globale e politica monetaria e fiscale nei prossimi tre/cinque anni.

AGLI ALBORI DI UNA NUOVA ERA


“L'economia e i mercati finanziari globali potrebbero trovarsi agli albori di una nuova era potenzialmente portatrice di cambiamenti radicali al punto che gli investitori convinti che il futuro ripercorrerà il trend sperimentato durante il passato post-crisi potrebbero dover confrontarsi con una serie di bruschi risvegli” fanno sapere gli esperti di PIMCO che, alla luce di questo pericolo di valutazione, intendono procedere in modo vigile per affrontare nel modo più adeguato le sfide future ma, al contempo, essere nelle condizioni migliori per sferrare un attacco nel momento in cui questi risvegli si materializzeranno nelle economie a nei mercati.

L’ANALISI DEL SECULAR OUTLOOK


L’analisi sviluppata dai professionisti di PIMCO nel Secular Outlook parte dallo scenario globale successivo alla crisi. Un contesto in cui i fattori caratterizzanti sono stati la repressione finanziaria (attuata tramite la regolamentazione e il ruolo dominante delle banche centrali), le politiche fiscali orientate alla restrizione (o, al massimo, alla neutralità), il flebile incremento della produttività e dei salari reali, l’inflazione al di sotto dei target elle banche centrali, i flussi commerciali e di capitali liberi di circolare in tutte le aree del mondo senza restrizioni, e una bassa volatilità macroeconomica e di mercato. In parallelo, si è assistito ad una continua crescita dei livelli di debito complessivo, sia statale che aziendale, su scala globale.

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IMPORTANTI CAMBIAMENTI GIÀ IN CORSO


“Nel nostro orizzonte di lungo periodo, prevediamo l'emergere di un quadro macroeconomico radicalmente diverso, alla luce anche di alcuni importanti cambiamenti già in corso: dal cambiamento di regime del mix di politica monetaria e fiscale, con una svolta in senso restrittivo della prima e in senso espansivo della seconda, al dibattito sulla regolamentazione, che si sta spostando dal settore finanziario a quello tecnologico, fino all’ascesa sia del nazionalismo che del protezionismo economico” puntualizzano gli esperti di PIMCO.

UNA STRADA DIFFICILE DA PERCORRERE


Esiste una strada che porterebbe l'economia reale al di fuori della bonaccia post-crisi in modo sostenibile. Secondo i professionisti di PIMCO consiste nel riuscire a registrare una crescita più sostenuta della produttività, realizzabile tramite un aumento degli investimenti aziendali indirizzati a diffondere in modo più rapido le nuove tecnologie nell’industria e nei servizi. Ma si tratta di una strada stretta, difficile da intraprendere e dove gli incidenti di percorso sono molteplici.

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UNA RECESSIONE TRA 3-5 ANNI


“Un altro scenario che potrebbe concretizzarsi durante (o dopo) la prossima recessione, che a nostro avviso dovrebbe verificarsi nei prossimi tre-cinque anni, è una reazione populistica ancora più estrema di quella osservata finora” specificano poi gli esperti di PIMCO. Una reazione che potrebbe materializzarsi in svariate forme. Per esempio con una ridistribuzione radicale del reddito e della ricchezza (cioè esattamente l’opposto di quanto sperimentato nell’ultimo decennio). Oppure attraverso un protezionismo più aggressivo. O, ancora, attuando la nazionalizzazione di imprese o persino di settori chiave. Senza neppure escludere la possibilità di attacchi all'indipendenza delle banche centrali.
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