asset class
Il commento del giorno di Maria Paola Toschi
23 Maggio 2012 20:00
mit degli 8 Paesi più industrializzati del mondo ha affrontato il tema della crisi del debito della zona euro. Abbiamo chiesto a Maria Paola Toschi, Executive Director Market Strategist J.P. Morgan Asset Management quale possa essere la soluzione più efficace per la crescita della zona euro tra le proposte sul tappeto: esenzione dal deficit delle opere pubbliche strategiche, project bond per infrastrutture, potenziamento delle disponibilità finanziarie della BEI, deroga triennale ai parametri stretti di bilancio europeo.
“Il primo elemento di rilevo emerso nel summit mondiale dell’ultimo fine settimana è la conferma di un nucleo, costituito dal presidente francese Hollande, da quello americano Obama e dal nostro Presidente del Consiglio Monti, che si propone come interlocutore forte al cancelliere tedesco Angela Merkel. L’obiettivo, è quello di individuare una strategia di exit dalla crisi che non contempli soltanto il rigore ma che ad esso, indispensabile per la sostenibilità dell’intero sistema nel medio lungo periodo, siano affiancate risoluzioni per la crescita. Peraltro si tratta di una exit strategy che permetterebbe di disinnescare, o perlomeno ridimensionare, il pericolo di fuoriuscita dell’euro da parte della Grecia”.
Per quanto riguarda poi gli strumenti da utilizzare per la crescita, Maria Paola Toschi ritiene che la proposta di aumentare le disponibilità della Banca Europea per gli investimenti (BEI) al fine di finanziare progetti di sviluppo e di infrastrutture sia forse la meno complicata da avviare insieme a una deroga, limitata a questa fase durissima dell’economia, agli stringenti parametri di bilancio imposti dall’Europa.
Ma quali sarebbero le asset class capaci di beneficiare di più a breve termine da uno (o più) di questi interventi?
“Non appena a metà marzo si è riacutizzata la crisi del debito sovrano, abbiamo visto una fuga da tutte le asset class a rischio verso i cosiddetti porti sicuri (bund tedesco, dollaro Usa ecc.). Se la situazione tendesse invece a essere meno in tensione, nel senso di avere anche la lontana percezione che ci si stia davvero avviando verso un processo di crescita virtuosa per l’Europa,ovvero di iniziative destinate a creare lavoro e produttività nel rispetto del controllo dei bilanci pubblici, non sarebbe impensabile rivedere una situazione come quella dei primi due-tre mesi di quest’anno con un graduale ritorno di interesse sia verso le asset class a reddito fisso societarie, e alle emissioni dei Paesi emergenti, e sia verso le azioni e le convertibili” conclude Maria Paola Toschi.
“Il primo elemento di rilevo emerso nel summit mondiale dell’ultimo fine settimana è la conferma di un nucleo, costituito dal presidente francese Hollande, da quello americano Obama e dal nostro Presidente del Consiglio Monti, che si propone come interlocutore forte al cancelliere tedesco Angela Merkel. L’obiettivo, è quello di individuare una strategia di exit dalla crisi che non contempli soltanto il rigore ma che ad esso, indispensabile per la sostenibilità dell’intero sistema nel medio lungo periodo, siano affiancate risoluzioni per la crescita. Peraltro si tratta di una exit strategy che permetterebbe di disinnescare, o perlomeno ridimensionare, il pericolo di fuoriuscita dell’euro da parte della Grecia”.
Per quanto riguarda poi gli strumenti da utilizzare per la crescita, Maria Paola Toschi ritiene che la proposta di aumentare le disponibilità della Banca Europea per gli investimenti (BEI) al fine di finanziare progetti di sviluppo e di infrastrutture sia forse la meno complicata da avviare insieme a una deroga, limitata a questa fase durissima dell’economia, agli stringenti parametri di bilancio imposti dall’Europa.
Ma quali sarebbero le asset class capaci di beneficiare di più a breve termine da uno (o più) di questi interventi?
“Non appena a metà marzo si è riacutizzata la crisi del debito sovrano, abbiamo visto una fuga da tutte le asset class a rischio verso i cosiddetti porti sicuri (bund tedesco, dollaro Usa ecc.). Se la situazione tendesse invece a essere meno in tensione, nel senso di avere anche la lontana percezione che ci si stia davvero avviando verso un processo di crescita virtuosa per l’Europa,ovvero di iniziative destinate a creare lavoro e produttività nel rispetto del controllo dei bilanci pubblici, non sarebbe impensabile rivedere una situazione come quella dei primi due-tre mesi di quest’anno con un graduale ritorno di interesse sia verso le asset class a reddito fisso societarie, e alle emissioni dei Paesi emergenti, e sia verso le azioni e le convertibili” conclude Maria Paola Toschi.