benchmark
La combinazione vincente di fondi a gestione attiva con etf
18 Giugno 2012 08:00
i fondi comuni d’investimento a gestione attiva o i fondi passivi come gli ETF?
A questa domanda cercano di dare risposte convincenti i fautori di entrambe le tipologie di prodotti facendo leva sulle peculiarità specifiche o dei primi oppure dei secondi. Sembra tuttavia affiorare una nuova tendenza in base alla quale i fondi comuni e etf possono ben integrarsi in un unico portafoglio più economico ed efficiente.
I fondi comuni e i comparti delle Sicav sono, normalmente, a gestione attiva nel senso che, pur dichiarando nel prospetto informativo un preciso benchmark (cioè un paniere finanziario di riferimento), possono adottare scelte di portafoglio che si differenzino dagli indici di mercato al fine di aggiungere valore e, quindi, performance alla gestione. Possono, per esempio, aumentare (o diminuire) il peso di un settore, o anche di un singolo titolo, rispetto alla composizione dell’indice. Oppure hanno facoltà di sovrappesare o sottopesare una Borsa piuttosto che un'altra o approfittare del calo di una società quotata, ritenuta interessante, per incrementare la posizione in portafoglio. Scelte che, di volta in volta, possono essere sia di tipo strategico (cioè di lungo periodo) e sia tattiche (più di breve termine) ma che hanno sempre in comune la professionalità e le conoscenze del team di gestione della casa d’investimento: più questo team di professionisti è in grado di selezionare le Borse, i settori e le società con le migliori potenzialità, più potrà fornire fonti di guadagno aggiuntive rispetto al benchmark.
Al contrario, gli Etf sono prodotti indicizzati che hanno come unico obiettivo quello della replica fedele di un preciso indice di mercato. Strumenti finanziari che consentono quindi di “comperare” un preciso mercato (per esempio l’S&P500 di Wall Street piuttosto che il Dax di Francoforte, l’Msci wolrd delle Borse mondiali oppure il Ftse 100 di Londra) con costi molto contenuti: un etf azionario costa in media tra lo 0,2% e lo 0,5% contro il 2,0% - 2,50% di un fondo azionario a gestione attiva.
Combinando opportunamente gli etf con i fondi a gestione attiva capaci di fornire con continuità un extra rendimento rispetto al loro mercato di riferimento, l’investitore può quindi assicurarsi un giardinetto finanziario efficiente e con costi competitivi.
A questa domanda cercano di dare risposte convincenti i fautori di entrambe le tipologie di prodotti facendo leva sulle peculiarità specifiche o dei primi oppure dei secondi. Sembra tuttavia affiorare una nuova tendenza in base alla quale i fondi comuni e etf possono ben integrarsi in un unico portafoglio più economico ed efficiente.
I fondi comuni e i comparti delle Sicav sono, normalmente, a gestione attiva nel senso che, pur dichiarando nel prospetto informativo un preciso benchmark (cioè un paniere finanziario di riferimento), possono adottare scelte di portafoglio che si differenzino dagli indici di mercato al fine di aggiungere valore e, quindi, performance alla gestione. Possono, per esempio, aumentare (o diminuire) il peso di un settore, o anche di un singolo titolo, rispetto alla composizione dell’indice. Oppure hanno facoltà di sovrappesare o sottopesare una Borsa piuttosto che un'altra o approfittare del calo di una società quotata, ritenuta interessante, per incrementare la posizione in portafoglio. Scelte che, di volta in volta, possono essere sia di tipo strategico (cioè di lungo periodo) e sia tattiche (più di breve termine) ma che hanno sempre in comune la professionalità e le conoscenze del team di gestione della casa d’investimento: più questo team di professionisti è in grado di selezionare le Borse, i settori e le società con le migliori potenzialità, più potrà fornire fonti di guadagno aggiuntive rispetto al benchmark.
Al contrario, gli Etf sono prodotti indicizzati che hanno come unico obiettivo quello della replica fedele di un preciso indice di mercato. Strumenti finanziari che consentono quindi di “comperare” un preciso mercato (per esempio l’S&P500 di Wall Street piuttosto che il Dax di Francoforte, l’Msci wolrd delle Borse mondiali oppure il Ftse 100 di Londra) con costi molto contenuti: un etf azionario costa in media tra lo 0,2% e lo 0,5% contro il 2,0% - 2,50% di un fondo azionario a gestione attiva.
Combinando opportunamente gli etf con i fondi a gestione attiva capaci di fornire con continuità un extra rendimento rispetto al loro mercato di riferimento, l’investitore può quindi assicurarsi un giardinetto finanziario efficiente e con costi competitivi.
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