Angela Merkel
Crisi dell’eurozona stampa estera protagonista
25 Giugno 2012 08:00
settimana che porterà al tanto atteso vertice Ue del 28 e 29 giugno, la stampa estera più autorevole fornisce nuovi importanti spunti di riflessione.
Il quotidiano americano The Washington Post, nell’editoriale di domenica scorsa, sottolinea il ruolo del Primo Ministro italiano Mario Monti arrivando a definirlo “la miglior speranza per l’euro”. Secondo l’editorialista americano, infatti, il professore può svolgere con pieno titolo il ruolo di mediatore tra le posizioni del Presidente francese Hollande, più incline a spingere verso stimoli di crescita economica utilizzando la leva monetaria e fiscale, e quelle della cancelliera tedesca Merkel che, invece, difende con intransigenza la rigidità di bilancio e la necessità di riforme strutturali per una crescita sostenibile nel medio lungo termine.
E che anche in Germania siano in molti a essere preoccupati per la crisi dell’eurozona, lo confermerebbe un dossier riservato di Berlino pubblicato dal settimanale tedesco Der Spiegel. L’autorevole periodico germanico, ha divulgato i particolari di uno studio dei tecnici del Ministero delle Finanze tedesco che delinea prospettive molto cupe per tutti i Paesi dell’eurozona nel caso in cui si concretizzasse la fine della moneta unica. Scenari apocalittici anche per la Germania: in base alle conclusioni di questo studio finora top secret per il timore che i costi dei salvataggi europei potessero diventare fuori controllo, l’economia di Berlino accuserebbe un crollo del 9,2% con il tasso di disoccupazione che balzerebbe al 9,3% portando i senza lavoro ad oltre 5 milioni di unità, cioè circa il doppio di quanti lo siano attualmente.
La speranza, a questo punto, è che possa prevalere il buon senso e, con esso, la linea del Professor Monti possa prevalere (nell’interesse di tutti i Paesi Ue, Germania compresa) in modo che l’Europa possa cominciare a gettare seriamente le basi per superare la sua crisi più nera dal dopoguerra.
Il quotidiano americano The Washington Post, nell’editoriale di domenica scorsa, sottolinea il ruolo del Primo Ministro italiano Mario Monti arrivando a definirlo “la miglior speranza per l’euro”. Secondo l’editorialista americano, infatti, il professore può svolgere con pieno titolo il ruolo di mediatore tra le posizioni del Presidente francese Hollande, più incline a spingere verso stimoli di crescita economica utilizzando la leva monetaria e fiscale, e quelle della cancelliera tedesca Merkel che, invece, difende con intransigenza la rigidità di bilancio e la necessità di riforme strutturali per una crescita sostenibile nel medio lungo termine.
E che anche in Germania siano in molti a essere preoccupati per la crisi dell’eurozona, lo confermerebbe un dossier riservato di Berlino pubblicato dal settimanale tedesco Der Spiegel. L’autorevole periodico germanico, ha divulgato i particolari di uno studio dei tecnici del Ministero delle Finanze tedesco che delinea prospettive molto cupe per tutti i Paesi dell’eurozona nel caso in cui si concretizzasse la fine della moneta unica. Scenari apocalittici anche per la Germania: in base alle conclusioni di questo studio finora top secret per il timore che i costi dei salvataggi europei potessero diventare fuori controllo, l’economia di Berlino accuserebbe un crollo del 9,2% con il tasso di disoccupazione che balzerebbe al 9,3% portando i senza lavoro ad oltre 5 milioni di unità, cioè circa il doppio di quanti lo siano attualmente.
La speranza, a questo punto, è che possa prevalere il buon senso e, con esso, la linea del Professor Monti possa prevalere (nell’interesse di tutti i Paesi Ue, Germania compresa) in modo che l’Europa possa cominciare a gettare seriamente le basi per superare la sua crisi più nera dal dopoguerra.
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