Borsa Italiana
La selezione dei titoli contro il declino di Piazza Affari
3 Luglio 2012 08:00
sa italiana a metà giugno era in calo del 13,3% da inizio anno e del 41,6% dal 30 aprile 2011, cioè da quando sono ricominciate le tensioni sul debito sovrano della zona euro. Ma c’è di più. Rispetto al massimo del 18 maggio 2007, cioè alla vigilia dello scoppio della bolla dei mutui subprime americani, il FTSE MIB risultava sotto addirittura del 69,7%.
Basterebbero questi dati a confermare la tesi secondo la quale il listino azionario italiano è ora a buon mercato e quindi conveniente per gli investitori. Il problema è che lo era anche nell’aprile 2011 e a maggior ragione a inizio di quest’anno: tuttavia, nonostante le valutazioni attraenti, continua a perdere terreno. Se però si guarda al comportamento dei diversi settori e, soprattutto, dei singoli titoli quotati, si scopre che già da qualche mese è possibile investire in Piazza Affari e guadagnare.
Per esempio, da inizio anno al 14 giugno scorso, se è vero, come abbiamo detto in precedenza, che il FTSE MIB perdeva il 13,3%, vi erano titoli che accusavano ritardi tra il -23% e il -44% come nel caso di Mediaset, A2a, Unicredit, Banca Popolare dell’Emilia, Mediobanca, Enel Green Power, Montepaschi, Ubi Banca, Enel e Ansaldo Sts, e altri che, al contrario, vantavano performance positive a due cifre, ovvero dal +10,4% di Fiat industrial fino al +57,9% di Salvatore Ferragamo, passando per Parmalat, Prysmian, Pirelli&C., Luxottica, Azimut, Tod’s, Lottomatica e Impregilo (tutti titoli con rialzi tra il +10,9% e il +46.3%).
La raccomandazione, però, è quella comunque di evitare il pericoloso fai da te e affidarsi a un buon fondo azionario specializzato sulla Borsa italiana. In questo modo, si diversifica il rischio di portafoglio (ogni fondo investe in decine se non addirittura alcune centinaia di titoli) e ci si affida a team di analisti e di gestori che studiano le singole aziende con il solo obiettivo di selezionare quelle candidate a avere performance migliori rispetto al mercato.
Basterebbero questi dati a confermare la tesi secondo la quale il listino azionario italiano è ora a buon mercato e quindi conveniente per gli investitori. Il problema è che lo era anche nell’aprile 2011 e a maggior ragione a inizio di quest’anno: tuttavia, nonostante le valutazioni attraenti, continua a perdere terreno. Se però si guarda al comportamento dei diversi settori e, soprattutto, dei singoli titoli quotati, si scopre che già da qualche mese è possibile investire in Piazza Affari e guadagnare.
Per esempio, da inizio anno al 14 giugno scorso, se è vero, come abbiamo detto in precedenza, che il FTSE MIB perdeva il 13,3%, vi erano titoli che accusavano ritardi tra il -23% e il -44% come nel caso di Mediaset, A2a, Unicredit, Banca Popolare dell’Emilia, Mediobanca, Enel Green Power, Montepaschi, Ubi Banca, Enel e Ansaldo Sts, e altri che, al contrario, vantavano performance positive a due cifre, ovvero dal +10,4% di Fiat industrial fino al +57,9% di Salvatore Ferragamo, passando per Parmalat, Prysmian, Pirelli&C., Luxottica, Azimut, Tod’s, Lottomatica e Impregilo (tutti titoli con rialzi tra il +10,9% e il +46.3%).
La raccomandazione, però, è quella comunque di evitare il pericoloso fai da te e affidarsi a un buon fondo azionario specializzato sulla Borsa italiana. In questo modo, si diversifica il rischio di portafoglio (ogni fondo investe in decine se non addirittura alcune centinaia di titoli) e ci si affida a team di analisti e di gestori che studiano le singole aziende con il solo obiettivo di selezionare quelle candidate a avere performance migliori rispetto al mercato.
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