Africa
I rendimenti dell’Africa competitivi con il resto del mondo
20 Settembre 2012 09:30
scita economica dell’Africa è molto robusta e sta crescendo a ritmi superiori a qualsiasi altra area emergente del mondo. Il Continente Nero è ormai da alcuni anni una primaria meta di investimento in particolare per la domanda crescente di materie prime dalla Cina, per l’innalzamento del livello di istruzione e per la domanda interna rafforzata dai trend demografici e dall’emersione della classe media.
Inoltre l'Africa, in virtù del contenuto indebitamento degli stati, delle imprese e delle famiglie, e di un sistema bancario stabile e non esposto agli asset tossici, ha saputo resistere relativamente meglio alla crisi finanziaria post 2008-2009. Inoltre il Continente Nero può vantare un profilo demografico favorevole in molti dei suoi paesi. Per esempio, in Nigeria quasi il 50% della popolazione ha meno di 20 anni e in Egitto i due terzi della popolazione ne ha meno di 30. Una popolazione giovane e in crescita, pronta per il mercato del lavoro, dovrebbero avere un effetto positivo sulla crescita economica nel medio termine.
Inoltre, l'Africa rappresenta uno degli ultimi mercati in crescita per molte aziende occidentali e asiatiche. Anche dal punto di vista degli investimenti, l’Africa è ormai competitiva non soltanto con i mercati sviluppati ma anche con gli altri mercati emergenti. Ne è una conferma uno studio effettuato nell’aprile 2012 che, utilizzando la base dati di Datastrem e Bloomberg, ha provato a verificare quali siano i redditi potenziali derivanti da un portafoglio bilanciato investito nei titoli di 4 differenti aree geografiche mondiali.
Un portafoglio composto dal 61% di reddito fisso Europa e il restante 39% in azioni europee potrebbe pagare una cedola complessiva annua del 6,3%. Un portafoglio all’81% in bond americani e al 19% in equity Usa non andrebbe oltre al 5,5% di reddito annuo mentre un giardinetto costituito al 73% in azioni asiatiche e al 27% in reddito fisso del Far East pagherebbe il 5,8% in cedole e dividendi annui. Un portafoglio in azioni africane, per il 63%, e in bond del Continente Nero, per il restante 37%, sarebbe in grado di arrivare a un 6,6% di reddito annuale.
Inoltre l'Africa, in virtù del contenuto indebitamento degli stati, delle imprese e delle famiglie, e di un sistema bancario stabile e non esposto agli asset tossici, ha saputo resistere relativamente meglio alla crisi finanziaria post 2008-2009. Inoltre il Continente Nero può vantare un profilo demografico favorevole in molti dei suoi paesi. Per esempio, in Nigeria quasi il 50% della popolazione ha meno di 20 anni e in Egitto i due terzi della popolazione ne ha meno di 30. Una popolazione giovane e in crescita, pronta per il mercato del lavoro, dovrebbero avere un effetto positivo sulla crescita economica nel medio termine.
Inoltre, l'Africa rappresenta uno degli ultimi mercati in crescita per molte aziende occidentali e asiatiche. Anche dal punto di vista degli investimenti, l’Africa è ormai competitiva non soltanto con i mercati sviluppati ma anche con gli altri mercati emergenti. Ne è una conferma uno studio effettuato nell’aprile 2012 che, utilizzando la base dati di Datastrem e Bloomberg, ha provato a verificare quali siano i redditi potenziali derivanti da un portafoglio bilanciato investito nei titoli di 4 differenti aree geografiche mondiali.
Un portafoglio composto dal 61% di reddito fisso Europa e il restante 39% in azioni europee potrebbe pagare una cedola complessiva annua del 6,3%. Un portafoglio all’81% in bond americani e al 19% in equity Usa non andrebbe oltre al 5,5% di reddito annuo mentre un giardinetto costituito al 73% in azioni asiatiche e al 27% in reddito fisso del Far East pagherebbe il 5,8% in cedole e dividendi annui. Un portafoglio in azioni africane, per il 63%, e in bond del Continente Nero, per il restante 37%, sarebbe in grado di arrivare a un 6,6% di reddito annuale.
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