Ben Bernanke
Esiti delle elezioni statunitensi
8 Novembre 2012 20:00
sa alle elezioni è stata unica nel suo genere, vista la difficoltà nell’interpretare le previsioni di voto a causa della loro contraddittorietà. Ogni partito o quotidiano ha utilizzato differenti dati statistici ed ognuno credeva che il proprio candidato sarebbe stato vincente fino al giorno delle elezioni, con un margine rassicurante sull’avversario. Pertanto, per i mercati è stato difficile interpretare le previsioni dei risultati.
Probabilmente Ben Bernanke rimarrà il Presidente della Federal Reserve fino al 2014 ed anche oltre; con la presidenza di Romney, per lui non vi sarebbe stata alcuna possibilità di continuare a ricoprire l’incarico. Conosciamo il modo di operare di Bernanke, quindi possiamo attenderci che non vi saranno sostanziali modifiche nei prossimi mesi: le politiche monetarie continueranno a supportare la ripresa dell’economia e del mercato del lavoro.
Il “fiscal cliff” sarà affrontato nei primi mesi del 2013 e farà parte delle discussioni in merito ai tagli alla spesa e agli aumenti fiscali che saranno affrontati nell’ambito delle discussioni relative alla riduzione del debito pubblico, parte fondamentale del piano di spesa pluriennale. Le elezioni presidenziali hanno avuto un impatto minore in termini di composizione del Congresso: sembra che i Democratici abbiano leggermente incrementato la maggioranza al Senato, mentre i Repubblicani manterranno la maggioranza al Congresso; sarà dunque necessario un accordo bipartisan per analizzare la questione del fiscal cliff. La mancanza di un significativo cambiamento negli equilibri di potere a Washington dovrebbe essere favorevole per il raggiungimento di un buon compromesso, ma rappresenterà la maggiore sfida del 2013.
Le tasse probabilmente aumenteranno (comprese quelle sui dividendi e sui redditi da capitale), soprattutto per i patrimoni più elevati, ma i cambiamenti non saranno incisivi tanto quanto vorrebbero i Democratici, dal momento che i partiti dovranno giungere ad un accordo sulle previsioni di spesa. Sia i Democratici che i Repubblicani nel Congresso dovranno negoziare su parte delle loro richieste in termini di tasse e spesa pubblica.
La politica energetica è ancora incerta. La vittoria di Obama non è una notizia negativa sotto questo punto di vista, ma non è neanche positiva tanto quanto sarebbe stata quella di Romney. Una politica di investimenti in campo energetico sarà probabilmente implementata, ma occorrerà più tempo per definirla con l’amministrazione Obama.
La spesa sanitaria potrebbe essere oggetto di pressioni da parte degli oppositori, ma la manovra implementata da Obama (c.d. Obamacare) non sarà stravolta. Questo risolve alcune controversie ed è probabilmente un buon risultato per le aziende operanti in questo settore.
Anche la spesa per la difesa potrebbe essere oggetto di maggiori pressioni, ma non ci si attende un taglio netto.
Il risultato elettorale ha chiarito alcuni punti incerti sulla politica statunitense e questo è sempre positivo per i mercati, ma l’aspetto chiave per i prossimi mesi sarà la revisione del bilancio. Le discussioni in merito a questo tema influenzeranno l’andamento dell’economia e dei mercati nel 2013. La buona notizia è data dal fatto che Obama cercherà di giungere ad un accordo velocemente. Il rischio è dato dal fatto che se non risolvesse questo aspetto in tempi brevi, perderebbe la possibilità di raggiungere qualsiasi altro obiettivo nel corso dei prossimi quattro anni di mandato.
Probabilmente Ben Bernanke rimarrà il Presidente della Federal Reserve fino al 2014 ed anche oltre; con la presidenza di Romney, per lui non vi sarebbe stata alcuna possibilità di continuare a ricoprire l’incarico. Conosciamo il modo di operare di Bernanke, quindi possiamo attenderci che non vi saranno sostanziali modifiche nei prossimi mesi: le politiche monetarie continueranno a supportare la ripresa dell’economia e del mercato del lavoro.
Il “fiscal cliff” sarà affrontato nei primi mesi del 2013 e farà parte delle discussioni in merito ai tagli alla spesa e agli aumenti fiscali che saranno affrontati nell’ambito delle discussioni relative alla riduzione del debito pubblico, parte fondamentale del piano di spesa pluriennale. Le elezioni presidenziali hanno avuto un impatto minore in termini di composizione del Congresso: sembra che i Democratici abbiano leggermente incrementato la maggioranza al Senato, mentre i Repubblicani manterranno la maggioranza al Congresso; sarà dunque necessario un accordo bipartisan per analizzare la questione del fiscal cliff. La mancanza di un significativo cambiamento negli equilibri di potere a Washington dovrebbe essere favorevole per il raggiungimento di un buon compromesso, ma rappresenterà la maggiore sfida del 2013.
Le tasse probabilmente aumenteranno (comprese quelle sui dividendi e sui redditi da capitale), soprattutto per i patrimoni più elevati, ma i cambiamenti non saranno incisivi tanto quanto vorrebbero i Democratici, dal momento che i partiti dovranno giungere ad un accordo sulle previsioni di spesa. Sia i Democratici che i Repubblicani nel Congresso dovranno negoziare su parte delle loro richieste in termini di tasse e spesa pubblica.
La politica energetica è ancora incerta. La vittoria di Obama non è una notizia negativa sotto questo punto di vista, ma non è neanche positiva tanto quanto sarebbe stata quella di Romney. Una politica di investimenti in campo energetico sarà probabilmente implementata, ma occorrerà più tempo per definirla con l’amministrazione Obama.
La spesa sanitaria potrebbe essere oggetto di pressioni da parte degli oppositori, ma la manovra implementata da Obama (c.d. Obamacare) non sarà stravolta. Questo risolve alcune controversie ed è probabilmente un buon risultato per le aziende operanti in questo settore.
Anche la spesa per la difesa potrebbe essere oggetto di maggiori pressioni, ma non ci si attende un taglio netto.
Il risultato elettorale ha chiarito alcuni punti incerti sulla politica statunitense e questo è sempre positivo per i mercati, ma l’aspetto chiave per i prossimi mesi sarà la revisione del bilancio. Le discussioni in merito a questo tema influenzeranno l’andamento dell’economia e dei mercati nel 2013. La buona notizia è data dal fatto che Obama cercherà di giungere ad un accordo velocemente. Il rischio è dato dal fatto che se non risolvesse questo aspetto in tempi brevi, perderebbe la possibilità di raggiungere qualsiasi altro obiettivo nel corso dei prossimi quattro anni di mandato.