absolute return

Alla ricerca di un rendimento costante

27 Novembre 2012 08:00

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nare in tutte le condizioni di mercato con un rischio di portafoglio rigorosamente sotto controllo. È il sogno di molti investitori soprattutto in una fase così travagliata come questa per i mercati finanziari. Ma è anche l’obiettivo primario dei fondi absolute return che, per l’appunto, mirano a conseguire performance in tutti i contesti finanziari mantenendo un determinato profilo di rischio.

Per riuscirci, i gestori di questi fondi attingono a diverse sistemi. Possono utilizzare un’ampia diversificazione dinamica circa le posizioni classiche obbligazionarie, ovvero aumentare e diminuire nel tempo, e in funzione degli andamenti dei mercati, l’esposizione ai titoli di stato, ai corporate bond, ai bond high yield e alle obbligazioni convertibili.

Possono adottare strategie di tipo long short credit tramite le quali cercare di guadagnare sia sulle posizioni long di portafoglio (quelle ritenute sottovalutate e destinate a salire) e sia su quelle short (che, al contrario, sono le posizioni in titoli sopravvalutati e quindi deputate al ribasso).

Possono sfruttare le dinamiche valutarie che consentono di cavalcare i trend dei cambi. Possono poi individuare opportunità anche nelle materie prime, ovvero metalli preziosi, metalli industriali, energia e commodity agricole. A queste strategie, se ne aggiungono altre molto più sofisticate.

Tra queste, per esempio, figura la portable alpha. Consiste nell’individuare un gestore azionario attivo bravo e, soprattutto, costante negli anni, sul quale assumere una posizione di portafoglio long (rialzista) e, in parallelo, impiegare il medesimo controvalore in un etf short (posizione ribassista) del mercato di riferimento.

Facciamo un esempio.
Ipotizziamo di investire in un ottimo gestore azionario USA che negli ultimi anni ha dimostrato di sapere fare meglio del mercato azionario americano sia durante le fasi rialziste che in quelle ribassiste. Immaginiamo quindi che il suo fondo da inizio di quest’anno abbia guadagnato il 18% mentre l’etf short sull’indice S&P500, sul quale eravamo investiti, ha invece registrato un -10% (in quanto l’etf short inverte il segno della performance dell’indice sottostante): il risultato finale ammonterebbe all’8%. Questo extra rendimento, è denominato appunto portable alpha, in quanto ricavato a prescindere dall’andamento di Wall Street.

Infatti se il gestore si confermerà bravo anche nelle fasi discendenti di Borsa sarà possibile ottenere un guadano come differenza tra le diverse perdite: per esempio se il fondo azionario USA perdesse il 20% mentre l’etf short sull’S&P500 guadagnasse il 25% (a fronte di una perdita del 25% dell’S&P500), otterremmo comunque una plusvalenza del 5% anche in un mercato azionario depresso.

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