euro
Titoli di Stato è ancora possibile guadagnare
10 Dicembre 2012 08:00
0%. Più 39%. Più 33%. Sono, rispettivamente, le performance registrate dai titoli di Stato inglesi, giapponesi e americani negli ultimi tre anni, dal 31 ottobre 2009 alla fine dello scorso mese di ottobre.
Nello stesso arco di tempo, i titoli governativi dell’area euro hanno messo a segno un rialzo dell’11,7%. Sono i numeri che confermano, quanto sia costata la crisi del debito sovrano della zona euro in termini di minori guadagni per gli investitori che avessero impiegato i loro risparmi nei bond statali europei.
Una situazione che, tuttavia, nell’ultimo anno si è attenuata. Infatti tra la fine di ottobre del 2011 e la fine di ottobre 2012, i titoli di stato Usa hanno guadagnato l’11,42% contro il 10,13% dei governativi area euro e il 7,96% dei titoli di Stato di Tokyo. Da fine giugno 2012, ovvero da quando la BCE ha praticamente blindato l’euro definendolo “irreversibile”, il trend si è ribaltato a favore dei titoli di Stato della zona euro (+5,5%) a discapito dei governativi giapponesi (-4,2%), inglesi (-0,9%) e statunitensi (-4,4%).
Ma c’è di più. Le performance vanno sempre messe in relazione alla volatilità, cioè ai rischi che si corrono con l’investimento. Ebbene, nei tre anni esaminati (ottobre 2009 – ottobre 2012), a fronte di una volatilità annualizzata del 5,7% dei titoli di stato della zona euro, quella dei governativi inglesi si è attestata ad un livello circa pari al doppio (10,9%) e quella dei governativi giapponesi (15,4%) e Usa (14,2%) ad una quota pari a circa il triplo.
La conclusione è che, è senz’altro sensato da parte dell’investitore provvedere ad una diversificazione del portafoglio obbligazionario spaziando anche nei titoli di stato extra euro, ma è bene che non improvvisi per evitare di sbagliare il timing di entrata (o di uscita) e, soprattutto, di incrementare eccessivamente il rischio di portafoglio.
La raccomandazione è quella di puntare su fondi obbligazionari governativi internazionali che abbiano dimostrato di sapersi destreggiare sui mercati negli ultimi anni con un profilo di rischio non eccessivo.
Nello stesso arco di tempo, i titoli governativi dell’area euro hanno messo a segno un rialzo dell’11,7%. Sono i numeri che confermano, quanto sia costata la crisi del debito sovrano della zona euro in termini di minori guadagni per gli investitori che avessero impiegato i loro risparmi nei bond statali europei.
Una situazione che, tuttavia, nell’ultimo anno si è attenuata. Infatti tra la fine di ottobre del 2011 e la fine di ottobre 2012, i titoli di stato Usa hanno guadagnato l’11,42% contro il 10,13% dei governativi area euro e il 7,96% dei titoli di Stato di Tokyo. Da fine giugno 2012, ovvero da quando la BCE ha praticamente blindato l’euro definendolo “irreversibile”, il trend si è ribaltato a favore dei titoli di Stato della zona euro (+5,5%) a discapito dei governativi giapponesi (-4,2%), inglesi (-0,9%) e statunitensi (-4,4%).
Ma c’è di più. Le performance vanno sempre messe in relazione alla volatilità, cioè ai rischi che si corrono con l’investimento. Ebbene, nei tre anni esaminati (ottobre 2009 – ottobre 2012), a fronte di una volatilità annualizzata del 5,7% dei titoli di stato della zona euro, quella dei governativi inglesi si è attestata ad un livello circa pari al doppio (10,9%) e quella dei governativi giapponesi (15,4%) e Usa (14,2%) ad una quota pari a circa il triplo.
La conclusione è che, è senz’altro sensato da parte dell’investitore provvedere ad una diversificazione del portafoglio obbligazionario spaziando anche nei titoli di stato extra euro, ma è bene che non improvvisi per evitare di sbagliare il timing di entrata (o di uscita) e, soprattutto, di incrementare eccessivamente il rischio di portafoglio.
La raccomandazione è quella di puntare su fondi obbligazionari governativi internazionali che abbiano dimostrato di sapersi destreggiare sui mercati negli ultimi anni con un profilo di rischio non eccessivo.
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