cina
Un riequilibrio per l’economia cinese
31 Dicembre 2012 20:00
della Cina è in rallentamento. E lo è per almeno due importanti ordini di ragioni come spiega a FinanciaLounge John Greenwood, Chief Econimist di Invesco: “Si tratta di una motivazione interna e una esterna. La causa interna del rallentamento è dovuta al dimezzamento della crescita della massa monetaria e del credito. La motivazione esterna, è invece imputabile al ridotto tasso di export e import ormai prossimi allo zero come nel 2002 e, soprattutto, contro una media di circa il 20% annuo degli ultimi 10 anni (escluso il 2008 – 2009)”.
La possibile via d’uscita individuata da John Greenwood passa per un riequilibrio dell’economia cinese. “Attualmente il PIL di Pechino può essere scomposto in tre componenti: consumi privati (35%), investimenti di capitale (48%) e spesa pubblica netta (17%). Tre meccanismi che potrebbero portare a un riequilibrio delle componenti. In primis, occorre consentire il rafforzamento del renminbi, la cui sottovalutazione ha penalizzato i salari e i consumi favorendo soltanto gli esportatori".
"In secondo luogo è necessario aumentare più rapidamente di quanto già si sia fatto i salari: i titolari di imprese ad alta intensità di manodopera sono stati favoriti in quanto la produttività ha superato la crescita del salario reale; la quota di PIL prodotto dalle imprese è aumentata ma i lavoratori sono stati involontariamente penalizzati".
"Il terzo punto riguarda invece la liberalizzazione dei mercati finanziari. I tassi di interesse ridotti hanno finanziato il capitale delle imprese, i mutuatari con alto indice di indebitamento ne hanno tratto un indubbio vantaggio mentre le famiglie che risparmiamo sono state penalizzate” conclude John Greenwood.
La possibile via d’uscita individuata da John Greenwood passa per un riequilibrio dell’economia cinese. “Attualmente il PIL di Pechino può essere scomposto in tre componenti: consumi privati (35%), investimenti di capitale (48%) e spesa pubblica netta (17%). Tre meccanismi che potrebbero portare a un riequilibrio delle componenti. In primis, occorre consentire il rafforzamento del renminbi, la cui sottovalutazione ha penalizzato i salari e i consumi favorendo soltanto gli esportatori".
"In secondo luogo è necessario aumentare più rapidamente di quanto già si sia fatto i salari: i titolari di imprese ad alta intensità di manodopera sono stati favoriti in quanto la produttività ha superato la crescita del salario reale; la quota di PIL prodotto dalle imprese è aumentata ma i lavoratori sono stati involontariamente penalizzati".
"Il terzo punto riguarda invece la liberalizzazione dei mercati finanziari. I tassi di interesse ridotti hanno finanziato il capitale delle imprese, i mutuatari con alto indice di indebitamento ne hanno tratto un indubbio vantaggio mentre le famiglie che risparmiamo sono state penalizzate” conclude John Greenwood.