Europa
Il pharma al traino degli emerging markets
7 Febbraio 2013 08:00
, gli analisti di Borsa più sofisticati lo definiscono un settore noioso per via di dati di crescita minimi, variazione delle quotazioni, sia al rialzo che al ribasso, inferiori alla media di mercato e rari casi di profit warning o di earning surprise.
Tuttavia, il farmaceutico, sebbene possa essere definito un settore maturo, non è da sottovalutare. Anzi, secondo alcuni esperti finanziari, il settore pharma europeo potrebbe sorprendere positivamente quest’anno. La chiave di lettura sta nei mercati emergenti che potrebbero confermarsi un vero e proprio driver di crescita delle vendite farmaceutiche: in base alle ultime stime, ci potrebbe essere un aumento al 38% dei ricavi nel pharma entro il 2020.
Nonostante le pressioni sui prezzi, sempre più evidenti per effetto anche delle compagnie specializzate nei farmaci generici che limitano i margini operativi, queste proiezioni indicano una prospettiva stabile e positiva per il settore a lungo termine.
Un settore, quello farmaceutico europeo, che già negli ultimi tre anni ha saputo fare molto meglio della media di mercato: tra gennaio 2010 e gennaio 2013, l’indice Eurostoxx Pharma & Biotechnology ha registrato un guadagno del 31,3% (comprensivo dei dividendi), pari al +9,42% annuo composto, contro il 14,77% (+4,68% annuo) dell’Eurostoxx index.
Ma c’è di più. Infatti la volatilità dell’indice Eurostoxx Pharma & Biotechnology nel triennio non è andata oltre il 14,89% contro il 17,30% dell’Eurostoxx index e del 18,93% dell’indice Eurostoxx 50, i paniere delle 50 blue chips azionarie della zona euro.
Tuttavia, il farmaceutico, sebbene possa essere definito un settore maturo, non è da sottovalutare. Anzi, secondo alcuni esperti finanziari, il settore pharma europeo potrebbe sorprendere positivamente quest’anno. La chiave di lettura sta nei mercati emergenti che potrebbero confermarsi un vero e proprio driver di crescita delle vendite farmaceutiche: in base alle ultime stime, ci potrebbe essere un aumento al 38% dei ricavi nel pharma entro il 2020.
Nonostante le pressioni sui prezzi, sempre più evidenti per effetto anche delle compagnie specializzate nei farmaci generici che limitano i margini operativi, queste proiezioni indicano una prospettiva stabile e positiva per il settore a lungo termine.
Un settore, quello farmaceutico europeo, che già negli ultimi tre anni ha saputo fare molto meglio della media di mercato: tra gennaio 2010 e gennaio 2013, l’indice Eurostoxx Pharma & Biotechnology ha registrato un guadagno del 31,3% (comprensivo dei dividendi), pari al +9,42% annuo composto, contro il 14,77% (+4,68% annuo) dell’Eurostoxx index.
Ma c’è di più. Infatti la volatilità dell’indice Eurostoxx Pharma & Biotechnology nel triennio non è andata oltre il 14,89% contro il 17,30% dell’Eurostoxx index e del 18,93% dell’indice Eurostoxx 50, i paniere delle 50 blue chips azionarie della zona euro.
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