Affari&Finanza
L'industria del Risparmio - 11 febbraio 2013
12 Febbraio 2013 14:00
rumento finanziario sempre più popolare negli ultimi anni. Anche perché sia gli emittenti che gli investitori hanno acquisito una maggiore comprensione di questi prodotti complessi e affascinanti. Stiamo parlando delle obbligazioni convertibili strumenti a reddito fisso che danno agli investitori l’opzione di convertire l’obbligazione in un dato numero di azioni dell’emittente.
Le aziende che le emettono riescono a finanziarsi ad un tasso inferiore grazie alla possibilità data all’investitore di poter convertire in azioni a scadenza. L’investitore che le acquista, invece, riesce a partecipare tramite un’obbligazione (grazie alla possibilità di conversione a scadenza) ad un eventuale rialzo del mercato azionario, senza essere esposto alle perdite tipiche di un investimento azionario in caso di mercati ribassisti, grazie alla natura obbligazionaria.
Le convertibili partecipano con una buona percentuale al rialzo dei mercati ed offrono protezione con mercati al ribasso: la volatilità annualizzata negli ultimi 5 anni si è attestata all’8%, contro il 25% delle azioni. In virtù del loro profilo «asimmetrico», con protezione al ribasso e partecipazione ai rialzi, sono particolarmente indicate in periodi di visibilità limitata e di forte volatilità.
Il consiglio è quello di sfruttare i fondi obbligazionari specializzati sulle convertibili al cui interno lavorano specialisti capaci di selezionare gli emittenti più promettenti e, soprattutto, in grado di diversificare il rischio con decine di titoli. Il tutto, spesso, con ottimi risultati: negli ultimi 12 mesi, per esempio, i fondi obbligazionari convertibili Europa hanno reso in media il 10,9% con una volatilità dell’8,8%.
Performance e controllo del rischio di portafoglio che difficilmente sono replicabili con il fai da te: il risultato dei fondi è frutto di un’analisi accurata degli emittenti sui quali investire, della possibilità di accedere a nuove emissioni destinate esclusivamente agli investitori istituzionali (quali, appunto, i fondi) e del rigoroso controllo dei pericoli che comporta ogni singolo titolo.
Le aziende che le emettono riescono a finanziarsi ad un tasso inferiore grazie alla possibilità data all’investitore di poter convertire in azioni a scadenza. L’investitore che le acquista, invece, riesce a partecipare tramite un’obbligazione (grazie alla possibilità di conversione a scadenza) ad un eventuale rialzo del mercato azionario, senza essere esposto alle perdite tipiche di un investimento azionario in caso di mercati ribassisti, grazie alla natura obbligazionaria.
Le convertibili partecipano con una buona percentuale al rialzo dei mercati ed offrono protezione con mercati al ribasso: la volatilità annualizzata negli ultimi 5 anni si è attestata all’8%, contro il 25% delle azioni. In virtù del loro profilo «asimmetrico», con protezione al ribasso e partecipazione ai rialzi, sono particolarmente indicate in periodi di visibilità limitata e di forte volatilità.
Il consiglio è quello di sfruttare i fondi obbligazionari specializzati sulle convertibili al cui interno lavorano specialisti capaci di selezionare gli emittenti più promettenti e, soprattutto, in grado di diversificare il rischio con decine di titoli. Il tutto, spesso, con ottimi risultati: negli ultimi 12 mesi, per esempio, i fondi obbligazionari convertibili Europa hanno reso in media il 10,9% con una volatilità dell’8,8%.
Performance e controllo del rischio di portafoglio che difficilmente sono replicabili con il fai da te: il risultato dei fondi è frutto di un’analisi accurata degli emittenti sui quali investire, della possibilità di accedere a nuove emissioni destinate esclusivamente agli investitori istituzionali (quali, appunto, i fondi) e del rigoroso controllo dei pericoli che comporta ogni singolo titolo.
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