Asia

Interessanti opportunità in Europa

19 Marzo 2013 20:00

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ona esposizione verso alcune delle aree che hanno sofferto o sono state più deboli della media di mercato nel corso degli ultimi quattro anni. Non perdendo tuttavia d’occhio le imprese che pagano buoni dividendi e fatturano molto al di fuori dell’Europa. Sono questi alcuni dei principali driver d’investimento scelti da Jeffrey Taylor, Responsabile Azionario Europa di Invesco.

“È mia intenzione avere un'esposizione verso i paesi europei periferici, perché penso che la situazione sia meno negativa di quel che sembra. In particolare mi piacciono i titoli finanziari e, vedendo segnali di stabilizzazione economica, ritengo ci siano alcuni titoli ciclici globali e ciclici europei, come per esempio le agenzie di pubblicità, che sono interessanti.
Infine, ma non meno importante, emergono alcuni grandi titoli difensivi che, a mio avviso, sono anche straordinariamente interessanti. Anche se non posso ritenermi un appassionato dei titoli del settore dei beni di prima necessità, devo ammettere che in specifiche aree di mercato, in particolare quelle relative ai prodotti farmaceutici, intravedo un ampio spazio di rialzo per i prossimi anni” dichiara a FinanciaLounge Jeffrey Taylor.

Prevede una crescita dei dividendi per il 2013?
“Credo che ci si possa aspettare una certa crescita. Partendo dal fatto che attualmente il dividend yield medio dell’azionario Europa si attesta al 4% circa, e che il rendimento degli utili (cioè il reciproco del p/e) è superiore al 9%, possiamo ritenere che vi sia un certo margine per gli aumenti dei dividendi”.

Come valuta le opportunità, in termini di titoli di qualità in Europa, rispetto all'Estremo Oriente, ai mercati emergenti e agli Stati Uniti?
“La valutazione relativa dell’Europa rispetto agli Stati Uniti dimostra che l’equity del Vecchio Continente stia trattando a prezzi significativamente più bassi in termini di rapporto prezzo / mezzi propri (p/ bv) in ogni singolo settore. Questo è storicamente vero per l'Europa, ma attualmente lo sconto è ancora più ampio del solito. Inoltre, quando si acquista l'equity Europa, non si sta comprando una forte crescita del PIL, come potrebbe essere quando si guarda ai mercati emergenti: si tratta piuttosto di investire sul recupero e sulle ristrutturazioni aziendali, ma questo non vuol dire che sia meno interessante dal punto di vista del risultato atteso per l’investitore”.

È molto poco esposto in Germania sebbene le ultime proiezioni economiche da parte del FMI e l'OCSE suggeriscono che solo la Germania raggiungerà una crescita nel 2013. Come mai?
“Se si guardano le correlazioni a lungo termine in Europa tra la valutazione e le performance del mercato azionario, e la crescita economica e le performance del mercato azionario, noterete che la correlazione è molto più forte quando ci si concentra sulla valutazione piuttosto che sul paese che sta crescendo più rapidamente in quell’anno.
Sono attualmente sottopeso sul mercato tedesco in parte per le quotazioni che a Francoforte sono già abbastanza tirate, e in parte perché sto trovando titoli più interessanti altrove. Per quanto riguarda per esempio la Germania il p/e prospettico 2013 è pari a circa 18 volte mentre per la Spagna, sarà pari a nove. Inoltre vi sono un sacco di interessanti aziende esposte a livello internazionale che hanno sofferto per il solo fatto di avere la sede nei Paesi periferici”.

E come mai il più grande peso in portafoglio è in Francia?
“È la risultante delle scelte dei singoli titoli e non sulla valutazione in blocco della Borsa di Parigi. Infatti molte delle società francesi sono di respiro internazionale. Una partecipazione importante è Publicis, l'agenzia pubblicitaria che fattura oltre la metà del proprio giro d’affari nel Nord America: quindi la forte esposizioni in titoli francesi non significa assolutamente scommettere sull'economia francese”.

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