Affari&Finanza
L'industria del Risparmio - 29 aprile 2013
30 Aprile 2013 14:00
rso primo marzo è entrata in vigore in Italia la cosiddetta Tobin Tax, una nuova tassa sugli investimenti applicata sulle operazioni di compravendita di titoli azionari. Sono due le aliquote previste per le compravendite sui titoli azionari e cioè lo 0,12% (che è destinato a scendere allo 0,1% dal prossimo anno) per le negoziazioni effettuate sui mercati regolamentati, e lo 0,22% (lo 0,2% dal 2014) per quelle perfezionate sui mercati non regolamentati. La normativa prescrive che l’imposta è a carico dei soggetti che operano l’acquisto.
Inoltre la Tobin Tax è applicata sulle posizioni nette risultanti alla chiusura della giornata, cioè la differenza tra titoli acquistati e titoli venduti. Può pertanto verificarsi che, nel caso di molte compra-vendite chiuse tutte alla fine della seduta di borsa, nulla sia dovuto: per esempio se un risparmiatore acquista 500 titoli di una società italiana per poi rivenderli nel corso della stessa giornata è esentato dall'imposta, anche se questo tipo di operazione viene ripetuta può volte nel corso dello stesso giorno.
Ma non è solo così che si evita l’imposta sulle operazioni di compravendita: escluse dalla Tobin Tax anche le donazioni, le successioni, i titoli di finanza etica e i titoli azionari italiani la cui capitalizzazione media nel mese di novembre 2012 risultava inferiore a 500 milioni di euro. Esclusi pure gli acquisti di azioni estere quotate sulla Borsa italiana: sia le tre società con sede legale estera (Bbiotech, Stmicroelectronics e Tenaris) e sia le 36 del segmento MTA International.
Sempre nell’elenco dei titoli esclusi dall’applicazione della Tobin Tax i fondi comuni, i comparti di Sicav, e gli Etf, anche se questi prodotti contengono al loro interno titoli di Piazza Affari che, se acquistati direttamente, risulterebbero tassabili.
Ma quanto si paga in pratica quando la tassa è applicata? Per esempio, se si investono 10 mila euro in titoli azionari quotati sul listino della Borsa italiana con capitalizzazione di Borsa nel novembre 2012 superiore ai 500 milioni di euro, si devono versare all’erario 12 euro.
Inoltre la Tobin Tax è applicata sulle posizioni nette risultanti alla chiusura della giornata, cioè la differenza tra titoli acquistati e titoli venduti. Può pertanto verificarsi che, nel caso di molte compra-vendite chiuse tutte alla fine della seduta di borsa, nulla sia dovuto: per esempio se un risparmiatore acquista 500 titoli di una società italiana per poi rivenderli nel corso della stessa giornata è esentato dall'imposta, anche se questo tipo di operazione viene ripetuta può volte nel corso dello stesso giorno.
Ma non è solo così che si evita l’imposta sulle operazioni di compravendita: escluse dalla Tobin Tax anche le donazioni, le successioni, i titoli di finanza etica e i titoli azionari italiani la cui capitalizzazione media nel mese di novembre 2012 risultava inferiore a 500 milioni di euro. Esclusi pure gli acquisti di azioni estere quotate sulla Borsa italiana: sia le tre società con sede legale estera (Bbiotech, Stmicroelectronics e Tenaris) e sia le 36 del segmento MTA International.
Sempre nell’elenco dei titoli esclusi dall’applicazione della Tobin Tax i fondi comuni, i comparti di Sicav, e gli Etf, anche se questi prodotti contengono al loro interno titoli di Piazza Affari che, se acquistati direttamente, risulterebbero tassabili.
Ma quanto si paga in pratica quando la tassa è applicata? Per esempio, se si investono 10 mila euro in titoli azionari quotati sul listino della Borsa italiana con capitalizzazione di Borsa nel novembre 2012 superiore ai 500 milioni di euro, si devono versare all’erario 12 euro.
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