asset class
Fondo bilanciato o flessibile?
6 Maggio 2013 08:00
parte l’investimento disciplinato in azioni, obbligazioni, valute, materie prime e strumenti monetari con l’obiettivo di ottimizzare il rapporto rischio / rendimento. Dall’altra la possibilità di esporsi dallo zero al 100% in azioni, piuttosto che in bond o, al limite, dirottare tutti gli attivi in portafoglio in liquidità. Sono, in estrema sintesi, quello che possono fare, rispettivamente, un fondo bilanciato di nuova generazione a rischio controllato e un fondo flessibile.
Due strumenti del risparmio gestito che possono candidarsi a amministrare tutti i risparmi di una famiglia grazie alla diversificazione del portafoglio che tende ad adattarsi ai mutamenti dei mercati finanziari. Ma quali sono i pregi e i difetti di queste due tipologie di fondi? Nel caso del fondo bilanciato a rischio controllato i pregi principali sono due.
In primis la capacità di massima diversificazione del portafoglio (e quindi del rischio) con un rigoroso controllo dei pericoli assunti: non basta saper mixare opportunamente la percentuale di titoli azionari, di obbligazioni, di valute, di strumenti monetari e di commodity se non si tengono sotto stretta osservazione i rischi di ciascuna di queste asset class.
In secondo luogo la possibilità di catturare le diverse opportunità che si possono cogliere nelle singole asset class: anche quando le Borse scendono, ci sono settori e titoli che registrano buone performance e lo stesso vale per il reddito fisso, le materie prime e le valute.
Nel caso invece dei fondi flessibili la possibilità di diversificazione è massima non avendo vincoli di portafoglio: possono cioè anche mettersi al 100% in liquidità durante i crolli di Borsa o esporsi al massimo sulle azioni durante le fasi espansive dei mercati.
Il punto debole è che questa potenzialità è vincolata alla qualità del team di gestione sia nelle scelte e sia soprattutto nel timing: sbagliare il momento di entrata o di uscita da un’asset class non solo può pregiudicare la performance del fondo ma addirittura provocare perdite consistenti.
In ogni caso, sia che si tratti di fondi bilanciati a rischio controllato o di fondi flessibili, ne deriva che il risparmiatore deve saper scegliere società che possano vantare fondi con storie di successo di alcuni anni (almeno tre, meglio ancora se sono cinque) in modo da assicurarsi che i conducenti siano davvero all’altezza delle proprie esigenze.
Due strumenti del risparmio gestito che possono candidarsi a amministrare tutti i risparmi di una famiglia grazie alla diversificazione del portafoglio che tende ad adattarsi ai mutamenti dei mercati finanziari. Ma quali sono i pregi e i difetti di queste due tipologie di fondi? Nel caso del fondo bilanciato a rischio controllato i pregi principali sono due.
In primis la capacità di massima diversificazione del portafoglio (e quindi del rischio) con un rigoroso controllo dei pericoli assunti: non basta saper mixare opportunamente la percentuale di titoli azionari, di obbligazioni, di valute, di strumenti monetari e di commodity se non si tengono sotto stretta osservazione i rischi di ciascuna di queste asset class.
In secondo luogo la possibilità di catturare le diverse opportunità che si possono cogliere nelle singole asset class: anche quando le Borse scendono, ci sono settori e titoli che registrano buone performance e lo stesso vale per il reddito fisso, le materie prime e le valute.
Nel caso invece dei fondi flessibili la possibilità di diversificazione è massima non avendo vincoli di portafoglio: possono cioè anche mettersi al 100% in liquidità durante i crolli di Borsa o esporsi al massimo sulle azioni durante le fasi espansive dei mercati.
Il punto debole è che questa potenzialità è vincolata alla qualità del team di gestione sia nelle scelte e sia soprattutto nel timing: sbagliare il momento di entrata o di uscita da un’asset class non solo può pregiudicare la performance del fondo ma addirittura provocare perdite consistenti.
In ogni caso, sia che si tratti di fondi bilanciati a rischio controllato o di fondi flessibili, ne deriva che il risparmiatore deve saper scegliere società che possano vantare fondi con storie di successo di alcuni anni (almeno tre, meglio ancora se sono cinque) in modo da assicurarsi che i conducenti siano davvero all’altezza delle proprie esigenze.
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