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La Cina lancia il suo primo fondo in renminbi offshore
29 Maggio 2013 10:00
a lancia il suo primo fondo gestito privatamente che investe in asset denominati in renminbi offshore. E lo fa tramite la Highland Capital Management, con una dotazione fino a 2,4 miliardi di dollari raccolti da istituzioni finanziarie e società di proprietà dello Stato. Il focus è sugli investimenti nel Sud Est asiatico.
La nuova società è supportata dalla Provincia dello Yunnan che nelle intenzioni governative verrà sviluppata come un centro finanziario per lo yuan. Lo Yunnan è l’area che fa da porta d’accesso della Cina, snodo cruciale per la sua strategia commerciale e culturale verso il sud est asiatico. Da qui parte tra l’altro il progetto di una grande rete autostradale, ferroviaria e fluviale che raggiunga il Vietnam, il Laos, la Thailandia e il Burma.
Il fondo rappresenta un nuovo deciso passo verso l’internazionalizzazione della valuta cinese. Ad oggi gli investimenti cinesi nei mercati globali sono quasi sempre stati in dollari o in altre valute straniere. In questo fondo invece gli asset saranno denominati in renminbi: nelle intenzioni dei regolatori questo spingerà a un maggiore uso internazionale della valuta cinese.
Al momento le opzioni di investimento in renminbi offshore non sono molte, sostanzialmente si tratta principalmente del mercato dim sum bond di Hong Kong. Ecco perché uno degli obiettivi del fondo sarà proprio contribuire a creare un mercato degli investimenti per il renminbi al di fuori della Cina.
L’obiettivo è investire sia in equity sia in debito in settori come real estate, l’industria alberghiera, i servizi finanziari, l’energia e le risorse naturali. Il fondo è il primo gestito privatamente ma è il secondo fondo in yuan offshore, dopo il Sailing Capital International Co. gestito dal governo di Shanghai e lanciato nel febbraio 2012
La nuova società è supportata dalla Provincia dello Yunnan che nelle intenzioni governative verrà sviluppata come un centro finanziario per lo yuan. Lo Yunnan è l’area che fa da porta d’accesso della Cina, snodo cruciale per la sua strategia commerciale e culturale verso il sud est asiatico. Da qui parte tra l’altro il progetto di una grande rete autostradale, ferroviaria e fluviale che raggiunga il Vietnam, il Laos, la Thailandia e il Burma.
Il fondo rappresenta un nuovo deciso passo verso l’internazionalizzazione della valuta cinese. Ad oggi gli investimenti cinesi nei mercati globali sono quasi sempre stati in dollari o in altre valute straniere. In questo fondo invece gli asset saranno denominati in renminbi: nelle intenzioni dei regolatori questo spingerà a un maggiore uso internazionale della valuta cinese.
Al momento le opzioni di investimento in renminbi offshore non sono molte, sostanzialmente si tratta principalmente del mercato dim sum bond di Hong Kong. Ecco perché uno degli obiettivi del fondo sarà proprio contribuire a creare un mercato degli investimenti per il renminbi al di fuori della Cina.
L’obiettivo è investire sia in equity sia in debito in settori come real estate, l’industria alberghiera, i servizi finanziari, l’energia e le risorse naturali. Il fondo è il primo gestito privatamente ma è il secondo fondo in yuan offshore, dopo il Sailing Capital International Co. gestito dal governo di Shanghai e lanciato nel febbraio 2012
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