Banca Centrale Brasile
Brasile, opportunità per gli italiani
19 Giugno 2013 08:00
investito in fondi azionari Brasile non ha avuto molte soddisfazioni negli ultimi 12 mesi. Da inizio anno la perdita media si attesta infatti al -7,6% mentre sulla distanza di un anno la performance media è in rosso dell’1,8%. Le ragioni vanno ricercate nella politica monetaria del Paese che ha dovuto fronteggiare una perniciosa inflazione.
I prezzi al consumo, infatti, dopo aver veleggiato intorno al 5,4% nel 2012 (con un massimo del 5,8% nel primo trimestre e un minimo del 5,0% nel secondo), sono saliti al 6,4% nel primo trimestre di quest’anno e potrebbe toccare il 6,6% entro la fine di questo mese. La banca centrale ha alzato i tassi d’interesse che, secondo alcuni analisti, potrebbero arrivare a toccare l’8,25% entro fine anno dopo che erano al 7,25% a gennaio.
Ciò dovrebbe rafforzare il real brasiliano e contrastare una parte consistente dell’inflazione importata per effetto degli allentamenti quantitativi (QE) degli USA e del Giappone: peccato che una divisa nazionale più robusta renda meno competitive le esportazioni. Insomma, finchè questo dilemma non sarà risolto, è probabile che le azioni delle aziende brasiliane ne soffrano.
Nel frattempo, mentre gli investitori aspettano uno scenario più favorevole per puntare sull’equity del Brasile, le PMI italiane possono continuare a vedere nel mercato brasiliano uno degli approdi più interessanti. Dopo aver quasi raddoppiato l’export in soli tre anni (dai 2,69 miliardi di euro di fatturato del 2009 ai 5 miliardi del 2012), le PMI italiane guardano con crescente interesse allo sbocco in Brasile.
Al punto che già oggi il numero di imprese tricolori attive sul territorio carioca sono 1.030, seconde per numero soltanto alle statunitensi (2.891 aziende), e davanti alle spagnole (971), alle tedesche (835), alle olandesi (610) e alle francesi (596). Secondo molti osservatori, il matrimonio tra le piccole imprese brasiliane ben radicate sul territorio e le PMI italiane innovative, dinamiche e di altà qualità è infatti uno dei più riusciti.
I prezzi al consumo, infatti, dopo aver veleggiato intorno al 5,4% nel 2012 (con un massimo del 5,8% nel primo trimestre e un minimo del 5,0% nel secondo), sono saliti al 6,4% nel primo trimestre di quest’anno e potrebbe toccare il 6,6% entro la fine di questo mese. La banca centrale ha alzato i tassi d’interesse che, secondo alcuni analisti, potrebbero arrivare a toccare l’8,25% entro fine anno dopo che erano al 7,25% a gennaio.
Ciò dovrebbe rafforzare il real brasiliano e contrastare una parte consistente dell’inflazione importata per effetto degli allentamenti quantitativi (QE) degli USA e del Giappone: peccato che una divisa nazionale più robusta renda meno competitive le esportazioni. Insomma, finchè questo dilemma non sarà risolto, è probabile che le azioni delle aziende brasiliane ne soffrano.
Nel frattempo, mentre gli investitori aspettano uno scenario più favorevole per puntare sull’equity del Brasile, le PMI italiane possono continuare a vedere nel mercato brasiliano uno degli approdi più interessanti. Dopo aver quasi raddoppiato l’export in soli tre anni (dai 2,69 miliardi di euro di fatturato del 2009 ai 5 miliardi del 2012), le PMI italiane guardano con crescente interesse allo sbocco in Brasile.
Al punto che già oggi il numero di imprese tricolori attive sul territorio carioca sono 1.030, seconde per numero soltanto alle statunitensi (2.891 aziende), e davanti alle spagnole (971), alle tedesche (835), alle olandesi (610) e alle francesi (596). Secondo molti osservatori, il matrimonio tra le piccole imprese brasiliane ben radicate sul territorio e le PMI italiane innovative, dinamiche e di altà qualità è infatti uno dei più riusciti.
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