Andrew Wells

Prospettive nel contesto attuale

8 Luglio 2013 20:00

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ncio della Federal Reserve (Fed) di una possibile
graduale riduzione degli stimoli monetari ha esacerbato nelle passate settimane
la volatilità sui mercati obbligazionari. Ciò ha portato a una risalita dei
tassi dei titoli governativi americani, dei Bund e degli altri Paesi rifugio,
che erano probabilmente sopravvalutati.

Guardando alla politica monetaria della
Banca Centrale statunitense, l’acquisto di titoli di stato USA da parte della
Fed ha finora garantito un sostegno cruciale ai mercati obbligazionari ed è
dunque comprensibile che gli investitori abbiano reagito negativamente alla
prospettiva di una graduale riduzione del Quantitative Easing (QE), favorendo
l'apprezzamento del dollaro e l'aumento dei rendimenti sui titoli governativi a
10 anni, che hanno raggiunto picchi del 2,6%.

Non va però dimenticato che una graduale riduzione non
equivale a un inasprimento monetario vero e proprio, in quanto la Fed ha
comunque mantenuto una posizione del tutto distinta in merito ai tassi di
interesse.

L’altro punto fondamentale è che la tabella di marcia per la
graduale riduzione del QE non è irrevocabile, ma è piuttosto dipendente dai
dati. Qualora la disoccupazione non calasse in misura sufficiente, il
progressivo ridimensionamento del quantitative easing potrebbe essere
ritardato, ridotto o abbandonato.

Inoltre anche quando ciò avrà effettivamente
inizio, la politica monetaria statunitense resterà comunque molto accomodante
rispetto agli standard del passato.






Debito Governativo


Dall’annuncio della Fed il rendimento dei Treasury decennali
è salito di un centinaio di punti base, per poi scendere lievemente. I
rendimenti avrebbero potuto registrare un aumento anche superiore a quello
effettivamente evidenziato, che però è stato attutito dalla debolezza della
ripresa statunitense, con un aumento appena modesto dell’occupazione e, aspetto
fondamentale, l’assenza di pressioni inflazionistiche.

Nel complesso, dunque, le attuali valutazioni dei Treasury
USA decennali appaiono ragionevoli, seppur non immuni da possibili fasi di
volatilità.
Passando all'Europa, i rendimenti sono stati trainati al rialzo dal
recente aumento dei rendimenti delle obbligazioni statunitensi. La BCE ha
confermato le politiche di espansione monetaria in atto, tuttavia la disparità
della ripresa economica continuerà a rendere complessa l'adozione di politiche
economiche efficaci a livello comunitario europeo.





Debito Governativo Obbligazioni
Corporate investment grade


Le obbligazioni investment grade rappresentano l’asset class
nella quale molti investitori obbligazionari tendono a concentrare i propri
investimenti. L’aspetto incoraggiante è che vi è un forte interesse per questi
titoli, che presentano valutazioni eque. Tuttavia è importante usare cautela
verso le società impegnate in operazioni di M&A o che potrebbero cedere
alla tentazione di incrementare il proprio livello di indebitamento. La ricerca
fondamentale sul credito è essenziale in particolare in questa fase al fine di
evitare i titoli con prospettive in deterioramento.





Mercati Emergenti


Per quanto concerne il debito dei mercati emergenti, nelle
ultime settimane si è registrato un significativo rialzo dei rendimenti.
I dati
di mercato indicano che durante la settimana chiusa al 26 giugno i fondi
specializzati nel debito dei mercati emergenti hanno subito deflussi per circa
5,7 miliardi di dollari, la maggiore movimentazione settimanale mai registrata
nella storia di questa asset class.
La recente debolezza del Debito emergente,
tuttavia, non è ascrivibile a fattori fondamentali, bensì principalmente a
fattori tecnici.Per il prossimo futuro dunque riteniamo alquanto probabile
un’inversione di tendenza rispetto alle condizioni di ipervenduto, in quanto
gli investitori dovrebbero ricalibrare le loro posizioni e tornare a
concentrarsi sui fondamentali, generalmente favorevoli.
Le nostre preferenze
vanno in particolare alle emissioni sia in hard currency che in valuta locale,
che hanno sofferto maggiormente nelle settimane passate e che potrebbero
rimbalzare nel prossimo futuro.
In partcolare le obbligazioni indicizzate
all’inflazione appaiono oggi nettamente sottovalutate rispetto alla media
storica, soprattutto se si considera che gli ingenti volumi di liquidità
immessi dalle banche centrali nell’economia attraverso i programmi di QE
potrebbero dar luogo a un marcato innalzamento dell'inflazione nel medio
termine.




Mercati High Yield


Nei mercati high yield si è registrato un ampliamento degli
spread in seguito alle dichiarazioni da parte della Fed di una possibile
graduale riduzione degli stimoli monetari. I fondamentali rimangono
generalmente favorevoli, sostenuti da qualità elevata delle aziende, in
particolare in Europa, e tassi di default molto bassi.
Tuttavia ha contribuito
al rialzo dei rendimenti la carenza di liquidità; una tendenza comune per
questa asset class nei periodi di accentuata volatilità. Pertanto la gestione
della liquidità all'interno dei fondi di investimento high yield sarà
particolarmente importante.

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