bilancia commerciale
Berlino nel mirino di Bruxelles
12 Novembre 2013 09:00
porto relativo allo stato degli equilibri macroeconomici nell’Unione Europea è atteso per domani ma le indiscrezioni fanno trapelare che l’attenzione delle Commissione europea sarà sulla Germania e, in particolare, sul suo ingente surpuls commerciale con gli altri partner europei.
La priorità secondo la Commissione di Bruxelles è di incrementare la domanda interna con l’obiettivo di aumentare le importazioni degli Stati periferici della zona euro. I conti sono presto fatti: ad eccezione della Cina e dell’Olanda, che possono vantare un surplus commerciale con la Germania rispettivamente di 11,8 e 15,3 miliardi di euro, la Germania esporta molto di più di quanto non importi dalla Francia (38,9 miliardi di avanzo nell’import - export a favore di Berlino), dall’Austria (20,2 miliardi), dal Belgio (6,1 miliardi) e dall’Italia (7,6 miliardi di euro).
L’attivo delle partite correnti della Germania si è attestato al 6% del prodotto interno lordo dal 2007 in poi: una situazione che il commissario degli affari economici Olli Rehn ha definito problematica per gli equilibri dell’Unione. Tra le soluzione sul tappeto, quella di creare i presupposti per una crescita salariale durevole, incentivare la concorrenza nei servizi, moltiplicare gli investimenti nelle infrastrutture: un contesto favorevole al rafforzamento della domanda interna e al miglioramento delle importazioni delle merci e dei servizi dei paesi periferici europei.
La priorità secondo la Commissione di Bruxelles è di incrementare la domanda interna con l’obiettivo di aumentare le importazioni degli Stati periferici della zona euro. I conti sono presto fatti: ad eccezione della Cina e dell’Olanda, che possono vantare un surplus commerciale con la Germania rispettivamente di 11,8 e 15,3 miliardi di euro, la Germania esporta molto di più di quanto non importi dalla Francia (38,9 miliardi di avanzo nell’import - export a favore di Berlino), dall’Austria (20,2 miliardi), dal Belgio (6,1 miliardi) e dall’Italia (7,6 miliardi di euro).
L’attivo delle partite correnti della Germania si è attestato al 6% del prodotto interno lordo dal 2007 in poi: una situazione che il commissario degli affari economici Olli Rehn ha definito problematica per gli equilibri dell’Unione. Tra le soluzione sul tappeto, quella di creare i presupposti per una crescita salariale durevole, incentivare la concorrenza nei servizi, moltiplicare gli investimenti nelle infrastrutture: un contesto favorevole al rafforzamento della domanda interna e al miglioramento delle importazioni delle merci e dei servizi dei paesi periferici europei.
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