Affari&Finanza
L'industria del Risparmio - 06 gennaio 2014
7 Gennaio 2014 14:00
operazioni di compravendita di strumenti e prodotti finanziari l’investitore può incorrere in guadagni o in perdite. Dal punto di vista fiscale, sui primi il contribuente deve pagare una ritenuta fiscale del 20% (ridotta al 12,5% per i titoli di stato) mentre sulle minusvalenze beneficia di un credito d’imposta.
In quest’ultimo caso, il contribuente vanta quindi un credito fiscale nei confronti dello stato: un bonus che può essere utilizzato in caso di successive plusvalenze, sebbene con particolari limitazioni. Innanzitutto il credito di imposta può essere portato in detrazione a successive plusvalenze realizzate nei successivi quattro anni e soltanto prendendo in considerazione titoli della medesima natura dal punto di vista fiscale.
Per esempio, acquistando un BTP al di sopra della pari (ad esempio a 104 euro) poi rimborsato a 100 euro (valore nominale), scatta il credito di imposta sulla differenza tra prezzo d’acquisto (104 euro) e 100 euro. Tale bonus maturato, pari a 0,5 euro (cioè il 12,5% dei 4 euro di differenza tra prezzo di acquisto e valore nominale rimborsato), potrà essere recuperato nei successivi 4 anni in operazioni che facciano realizzare guadagni (e quindi plusvalenze) in titoli di stato, obbligazioni e azioni ma non con fondi comuni.
In quest’ultimo caso, il contribuente vanta quindi un credito fiscale nei confronti dello stato: un bonus che può essere utilizzato in caso di successive plusvalenze, sebbene con particolari limitazioni. Innanzitutto il credito di imposta può essere portato in detrazione a successive plusvalenze realizzate nei successivi quattro anni e soltanto prendendo in considerazione titoli della medesima natura dal punto di vista fiscale.
Per esempio, acquistando un BTP al di sopra della pari (ad esempio a 104 euro) poi rimborsato a 100 euro (valore nominale), scatta il credito di imposta sulla differenza tra prezzo d’acquisto (104 euro) e 100 euro. Tale bonus maturato, pari a 0,5 euro (cioè il 12,5% dei 4 euro di differenza tra prezzo di acquisto e valore nominale rimborsato), potrà essere recuperato nei successivi 4 anni in operazioni che facciano realizzare guadagni (e quindi plusvalenze) in titoli di stato, obbligazioni e azioni ma non con fondi comuni.
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