carry trade
Il carry trade va a nozze con lo yen
15 Gennaio 2014 10:05
dicatore della domanda di yen per operazioni di carry trade è al suo più livello più alto dal 2008 come conseguenza della decisione da parte del governatore della Banca del Giappone (BOJ), Haruhiko Kuroda, di mantenere gli oneri finanziari a tassi di interesse zero. A confermalo sono i dati diffusi oggi dalla BOJ, in base ai quali i prestiti alle banche estere in Giappone sono aumentati a novembre 2013 per il quarto mese consecutivo attestandosi a 8,3 trilioni di yen (58,6 miliardi di euro), il controvalore più consistente dal dicembre 2008.
Gli import in yen per operazioni di carry trade in won sono aumentate del 10,4 per cento mentre gli yen per attività speculative in altre principali valute hanno mostrato un incremento del 6 per cento. Va ricordato che il carry trade è l’operazione tramite la quale l’investitore acquista strumenti e titoli in una valuta di un Paese a costo del denaro basso e impegna poi queste risorse in strumenti e titoli espressi in altra valuta con tassi di intesse più elevati o a maggior rischio (azioni, derivati, obbligazioni alto rendimento etc.): alla base della riuscita dell’operazione deve essere soddisfatta la condizione che il cambio valutario resti favorevole all’investitore, oltre al tasso della valuta di finanziamento che, come detto, è molto bassa.
E, infatti, il divario di rendimento tra titoli di stato giapponesi e quello offerto da 19 altri bond sovrani si è allargata ad un minimo di 20 anni, secondo gli indici BofA Merrill Lynch, trainati proprio dalla speculazione che ha puntato sull’allentamento quantitativo senza precedenti messo in atto dalla BOJ.
"Il carry trade è in costante aumento" ha rilevato Mitul Kotecha, responsabile globale della strategia valutaria a Hong Kong presso il Credit Agricole Corporate & Investment Bank SA che ha poi aggiunto: "Stiamo assistendo ad un ulteriore ampliamento dei differenziali di rendimento delle principali valute estere contro lo yen e ritengo che la divisa di Tokyo sarà sempre più utilizzata come valuta di finanziamento".
Gli import in yen per operazioni di carry trade in won sono aumentate del 10,4 per cento mentre gli yen per attività speculative in altre principali valute hanno mostrato un incremento del 6 per cento. Va ricordato che il carry trade è l’operazione tramite la quale l’investitore acquista strumenti e titoli in una valuta di un Paese a costo del denaro basso e impegna poi queste risorse in strumenti e titoli espressi in altra valuta con tassi di intesse più elevati o a maggior rischio (azioni, derivati, obbligazioni alto rendimento etc.): alla base della riuscita dell’operazione deve essere soddisfatta la condizione che il cambio valutario resti favorevole all’investitore, oltre al tasso della valuta di finanziamento che, come detto, è molto bassa.
E, infatti, il divario di rendimento tra titoli di stato giapponesi e quello offerto da 19 altri bond sovrani si è allargata ad un minimo di 20 anni, secondo gli indici BofA Merrill Lynch, trainati proprio dalla speculazione che ha puntato sull’allentamento quantitativo senza precedenti messo in atto dalla BOJ.
"Il carry trade è in costante aumento" ha rilevato Mitul Kotecha, responsabile globale della strategia valutaria a Hong Kong presso il Credit Agricole Corporate & Investment Bank SA che ha poi aggiunto: "Stiamo assistendo ad un ulteriore ampliamento dei differenziali di rendimento delle principali valute estere contro lo yen e ritengo che la divisa di Tokyo sarà sempre più utilizzata come valuta di finanziamento".
Trending