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Cresce il rischio di default della Thailandia

20 Gennaio 2014 11:00

financialounge -  credit default swap default mercati emergenti thailandia
to della protezione dal rischio di default del debito della Thailandia è balzato dopo che gli investitori esteri hanno riscattato le loro posizioni a seguito degli scontri per le strade di Bangkok durante i quali sono morte nove persone con 550 feriti.

Tra le istituzioni internazionali che hanno drenato maggiori risorse dal paese asiatico figura l’americana Wells Fargo Inc. che ha disinvestito dal 31 ottobre scorso l’equivalente di oltre 4 miliardi di dollari in bath tailandesi.

"Abbiamo venduto l'intera posizione in titoli tailandesi detenute dal nostro fondo obbligazionario internazionale prima della fine dello scorso anno" ha infatti confermato in una intervista telefonica Lauren Van Biljon, un analista presso la filiale della Wells Fargo First International Advisors LLC di Londra.

"Siamo rimasti sottopeso sul baht dalla fine dell'anno scorso non appena sono scoppiati i disordini politici che gettano ombre minacciose sulle prospettive della valuta locale" ha aggiunto Tatsuya Higuchi, un gestore di fondi presso Kokusai Asset a Tokyo che ha poi spiegato: "Al momento non esiste alcun supporto fiscale visto che la politica è nel caos: l’unico sostegno che le autorità di Bangkok possono fornire in tale situazione è allentamento monetario".

Kokusai, il più grande gestore di fondi comuni del Giappone con 36 miliardi dollari di asset, ha tagliato le sue partecipazioni obbligazionarie thailandesi lo scorso anno ma ha confermato che, almeno per ora, manterrà la sua quota in portafoglio.

Il Credit-default swap (cds) per assicurare il debito della Thailandia contro il mancato pagamento del capitale e degli interessi nei prossimi cinque anni è salito a quota 153, il livello più alto dal 28 agosto 2013 e, secondo Markets Nordea, potrebbe raggiungere presto 200, la soglia più alta dal novembre 2011.

"Il rischio di un ulteriore rialzo del Cds della Thailandia è ancora abbastanza elevato, dato il pericolo di un intervento militare" ha infatti confermato Amy Zhuang, un analista esperto dei mercati asiatici di Nordea che lavora a Copenaghen.

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