BIITS
Tutte le opportunità del reddito fisso nel 2014
23 Gennaio 2014 14:10
o buone ragioni per investire nei corporate bond investment grade per Mondher Bettaieb–Loriot, responsabile del Credit Fixed Income di Vontobel Asset Management, mentre per il suo collega Stefan Chappot, CFA, è possibile generare performance superiori tramite un uso efficiente di selezionati high yield bond.
Questi due messaggi agli investitori qualificati sono stati approfonditi dal team fixed income di Vontobel Asset Management nel corso dell’evento “Fixed Income Boutique” tenuto il 22 gennaio a Milano. Nel corso del quale, però, è affiorato con forza un tema di grande attualità: l’opportunità di investire nell’emerging markets debt.
Il punto di partenza, espresso da Luc D'hooge, Head of Emerging Markets Portfolio Manager con 24 anni di esperienza nel settore, è che i mercati emergenti, sebbene possano vantare fondamentali solidi, siano attualmente sottovalutati dagli investitori. E da qui nasce l’interrogativo chiave: la correzione nel 2013 può rappresentare un’opportunità di acquisto?
Per cercare di dare una risposta consapevole, Luc D'hooge suggerisce di partire dalla constatazione che esistono tre fattori specifici che possano influenzare l’andamento degli emerging markest debt:
a. la sensibilità ai tassi di interesse
b. la vulnerabilità economica
c. i flussi degli investitori esteri
Nonostante questo, Luc D'hooge ritiene che gli Emerging Markets debt dovrebbero performare bene nel 2014 per tre motivi:
1) il tapering della Fed non dovrebbe impattare più di tanto sui mercati emergenti
2) i mercati emergenti vantano una resilienza in virtù di cambiamenti strutturali
3) gli speculatori hanno già disinvestito nel corso del 2013 mentre gli investitori strategici di medio lungo termine continuano a mantenere l’esposizione.
Luc D'hooge sottolinea come gli investitori si siano concentrati sulle tematiche del deficit delle partite correnti. I Paesi BIITS (Brasile, India, Indonesia, Turchia, South Africa), etichettati come “fualty five”, hanno evidenziato un alto deficit degli attivi correnti e ingenti uscite di investimenti esteri diretti e si chiede se si tratti di un fenomeno congiunturale piuttosto che strutturale.
Anche perché, le economie emergenti sono più in forma rispetto all'ultima crisi del 2007. Ora, infatti, possono contare su regimi di cambio flessibili. Hanno diminuito i livelli di debito migliorandone la struttura per scadenze. Hanno incrementato in maniera significativa le riserve valutarie. Inoltre lo choc finanziario del 2008 ha rappresentato per gli emerging markets un vero e proprio stress test estremo dal quale sono usciti con una rafforzata percezione nei loro confronti e con, per la prima volta, l’adozione di politiche anticicliche.
In questo contesto investire in asset class può quindi essere per Luc D'hooge interessante in virtù di valutazioni attraenti che offrono, grazie alle ricche cedole, un buon cuscino in caso di mercati obbligazionari contrastati.
Questi due messaggi agli investitori qualificati sono stati approfonditi dal team fixed income di Vontobel Asset Management nel corso dell’evento “Fixed Income Boutique” tenuto il 22 gennaio a Milano. Nel corso del quale, però, è affiorato con forza un tema di grande attualità: l’opportunità di investire nell’emerging markets debt.
Il punto di partenza, espresso da Luc D'hooge, Head of Emerging Markets Portfolio Manager con 24 anni di esperienza nel settore, è che i mercati emergenti, sebbene possano vantare fondamentali solidi, siano attualmente sottovalutati dagli investitori. E da qui nasce l’interrogativo chiave: la correzione nel 2013 può rappresentare un’opportunità di acquisto?
Per cercare di dare una risposta consapevole, Luc D'hooge suggerisce di partire dalla constatazione che esistono tre fattori specifici che possano influenzare l’andamento degli emerging markest debt:
a. la sensibilità ai tassi di interesse
b. la vulnerabilità economica
c. i flussi degli investitori esteri
Nonostante questo, Luc D'hooge ritiene che gli Emerging Markets debt dovrebbero performare bene nel 2014 per tre motivi:
1) il tapering della Fed non dovrebbe impattare più di tanto sui mercati emergenti
2) i mercati emergenti vantano una resilienza in virtù di cambiamenti strutturali
3) gli speculatori hanno già disinvestito nel corso del 2013 mentre gli investitori strategici di medio lungo termine continuano a mantenere l’esposizione.
Luc D'hooge sottolinea come gli investitori si siano concentrati sulle tematiche del deficit delle partite correnti. I Paesi BIITS (Brasile, India, Indonesia, Turchia, South Africa), etichettati come “fualty five”, hanno evidenziato un alto deficit degli attivi correnti e ingenti uscite di investimenti esteri diretti e si chiede se si tratti di un fenomeno congiunturale piuttosto che strutturale.
Anche perché, le economie emergenti sono più in forma rispetto all'ultima crisi del 2007. Ora, infatti, possono contare su regimi di cambio flessibili. Hanno diminuito i livelli di debito migliorandone la struttura per scadenze. Hanno incrementato in maniera significativa le riserve valutarie. Inoltre lo choc finanziario del 2008 ha rappresentato per gli emerging markets un vero e proprio stress test estremo dal quale sono usciti con una rafforzata percezione nei loro confronti e con, per la prima volta, l’adozione di politiche anticicliche.
In questo contesto investire in asset class può quindi essere per Luc D'hooge interessante in virtù di valutazioni attraenti che offrono, grazie alle ricche cedole, un buon cuscino in caso di mercati obbligazionari contrastati.