BCE
Il paradosso dell'Euro forte
6 Febbraio 2014 10:15
i paradossi della crisi finanziaria post Lehman Brothers è che l'euro, una moneta che ha procurato molti pensieri agli investitori circa la propria stessa sopravvivenza alla tempesta, è diventato una valuta rifugio. A ricordarlo è Melvyn Krauss, professore emerito di economia alla New York University e membro senior alla Hoover Institution.
"La ragione è abbastanza semplice: la Bce è stata l'unica banca centrale, tra quelle di una grande economia sviluppata, ad astenersi dal quantitative easing (Qe). Rifiutando di seguire la Federal Reserve statunitense, la Banca d'Inghilterra e la Banca del Giappone nell’ampliamento della valuta della propria area geografica, la Banca centrale europea ha assicurato una solidità all'euro sebbene il suo futuro fosse in dubbio" spiega Melvyn Krauss.
Tale decisione, secondo alcuni illustri economisti, è stata efficace, tenuto conto dei rischi che ha dovuto affrontare la moneta unica europea, ma ora che i timori di una implosione della zona euro si sono drasticamente ridotti, è tempo per un po’ di QE (quantitative easing) anche per la zona euro: anche perché, come fa notare Melvyn Krauss avere una moneta rifugio non è più vantaggioso per l'Europa.
"Un Euro forte sarebbe il benvenuto se la zona euro fosse alle prese con l'inflazione, perché un tasso di cambio elevato mette pressione al ribasso sui prezzi interni. Ma l'area dell'euro ha di fronte la sfida opposta: con un costo della vita allo 0,7 per cento il pericolo è quello della deflazione" sottolinea Melvyn Krauss.
La risposta a questo problema, per Melvyn Krauss, è che la BCE si unisca alle altre banche centrali a comprare obbligazioni o altri attivi bancari garantiti, sebbene questo risulti sgradito ad alcuni membri del consiglio di amministrazione della banca.
"Colmare il divario con le politiche delle banche centrali in altre grandi economie sviluppate non significa copiarli. La BCE deve avere il proprio stile di allentamento quantitativo , su misura per le esigenze e le istituzioni europee" precisa poi Melvyn Krauss, per il quale il Presidente della Bce Mario Draghi ha il talento e il carisma per avviare programmi che utilizzino la credibilità della banca per fare ciò che è necessario all'Europa senza rischiare la salute del bilancio della BCE.
Ha la possibilità di farlo adesso e dovrebbe farlo presto, magari già a partire dalla riunione mensile del Consiglio dei governatori della Bce in programma oggi.
"La ragione è abbastanza semplice: la Bce è stata l'unica banca centrale, tra quelle di una grande economia sviluppata, ad astenersi dal quantitative easing (Qe). Rifiutando di seguire la Federal Reserve statunitense, la Banca d'Inghilterra e la Banca del Giappone nell’ampliamento della valuta della propria area geografica, la Banca centrale europea ha assicurato una solidità all'euro sebbene il suo futuro fosse in dubbio" spiega Melvyn Krauss.
Tale decisione, secondo alcuni illustri economisti, è stata efficace, tenuto conto dei rischi che ha dovuto affrontare la moneta unica europea, ma ora che i timori di una implosione della zona euro si sono drasticamente ridotti, è tempo per un po’ di QE (quantitative easing) anche per la zona euro: anche perché, come fa notare Melvyn Krauss avere una moneta rifugio non è più vantaggioso per l'Europa.
"Un Euro forte sarebbe il benvenuto se la zona euro fosse alle prese con l'inflazione, perché un tasso di cambio elevato mette pressione al ribasso sui prezzi interni. Ma l'area dell'euro ha di fronte la sfida opposta: con un costo della vita allo 0,7 per cento il pericolo è quello della deflazione" sottolinea Melvyn Krauss.
La risposta a questo problema, per Melvyn Krauss, è che la BCE si unisca alle altre banche centrali a comprare obbligazioni o altri attivi bancari garantiti, sebbene questo risulti sgradito ad alcuni membri del consiglio di amministrazione della banca.
"Colmare il divario con le politiche delle banche centrali in altre grandi economie sviluppate non significa copiarli. La BCE deve avere il proprio stile di allentamento quantitativo , su misura per le esigenze e le istituzioni europee" precisa poi Melvyn Krauss, per il quale il Presidente della Bce Mario Draghi ha il talento e il carisma per avviare programmi che utilizzino la credibilità della banca per fare ciò che è necessario all'Europa senza rischiare la salute del bilancio della BCE.
Ha la possibilità di farlo adesso e dovrebbe farlo presto, magari già a partire dalla riunione mensile del Consiglio dei governatori della Bce in programma oggi.
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