Diversified Alpha Plus Fund

Diversified Alpha Plus Fund - 31 gennaio 2014

19 Febbraio 2014 14:00

financialounge -  Diversified Alpha Plus Fund
finire del mese gli asset percepiti come maggiormente rischiosi hanno registrato una correzzione, depressi dal debole dato sulla fiducia delle imprese e dai timori relativi ai rischi creditizi in Cina, dalle incertezze legate alla bilancia dei pagamenti in alcuni mercati emergenti, nonché dai dati sulla crescita generalmente deludenti in tutto il mondo.

2. Le azioni globali hanno evidenziato una correzione del 3,6% in valuta locale, capitanate dal Topix he ha evidenziato il peggiore risultato (-5,7%). Gli spread dei titoli percepiti come più rischiosi si sono allargati, le principali valute emergenti hanno registrato un deprezzamento del 2,6% ed il segmento azionario emergente ha evidenziato una correzione del 4,2% (in dollari USA). I rendimenti dei titoli decennali statunitensi e tedeschi sono aumentati rispettivamente di 25 e 17 punti base, e il dollaro Usa si è apprezzato dello 0,35%.

3. Nonostante gli indicatori di "economic surprise" confermino una crescita globale deludente, l’Europa resta in una posizione privilegiata, evidenziando una crescita più robusta delle previsioni. A gennaio, l’indice Pmi relativo al settore manifatturiero dell’Eurozona ha guadagnato 1,3 punti rispetto al mese precedente portandosi a quota 54,0 e, in base alla nostra analisi, è compatibile con un ritmo di crescita economica superiore alle stime di consenso che vedono un’espansione del Pil pari all’1% nel 2014. Anche se i titoli sovrani emessi dai paesi perife rici all'Eurozona hanno registrato performance discordanti, i listini azionari dell’area euro hanno sottoperformato, perdendo il 4,3% in valuta locale.

4. I prezzi del petrolio sono rimasti pressoché invariati (-0,7%), compensando solo in piccola parte l’andamento deludente degli indicatori della crescita.

5. Il fondo ha perso l’1,2% nella seconda metà di gennaio, archiviando il mese con un rialzo dell’1,4%. Le posizioni corte associate al tema del rallentamento dei consumi nei mercati emergenti hanno contribuito positivamente, come pure le nostre posizioni corte nelle banche indiane e nelle divise emergenti. La posizione lunga nei Treasury Usa decennali e quella corta nelle azioni dei dettaglianti americani hanno fornito ulteriori contributi positivi. Gli investimenti legati alla rivalutazione degli attivi sensibili ai rendimenti, come la posizione corta nei Reit statunitensi, hanno penalizzato la performance, così come alcune delle posizioni lunghe pro-cicliche nelle azioni delle banche europee e nei bond ellenici.

6. Nelle ultime due settimane di gennaio abbiamo ridotto l’esposizione azionaria netta direzionale (da un livello peraltro già basso) e implementato una posizione lunga sulla volatilità alla luce del quadro sempre più incerto per la crescita. Abbiamo incrementato l'esposizione corta sulle azioni delle banche cinesi e aperto una posizione ribassista nei titoli del lusso e una lunga nei titoli bancari coreani (tutte le posizioni sono coperte da posizioni sulle azioni globali). Abbiamo ridimensionato le posizioni corte nei Reit statunitensi e nelle azioni delle società di macchinari estrattivi dopo che entrambe hanno raggiunto i livelli di trailing stop-loss e ridotto l’orientamento rialzista nelle banche dell’Eurozona vendendo i titoli degli istituti spagnoli più esposti ai mercati emergenti, monetizzando i guadagni. Abbiamo liquidato il paniere di titoli value dell’Eurozona e chiuso la posizione corta nelle divise emergenti, realizzando i profitti su entrambi i posizionamenti.

7. L’aspettativa largamente diffusa di un’accelerazione della crescita globale è stata messa in discussione. Le stime relative al Pil e agli utili non riflettono ancora le ricadute negative sulla crescita di un marcato rallentamento in Cina o dell’inasprimento della politica monetaria nelle economie in via di sviluppo. La forza esibita da Stati Uniti e Giappone sembra essere almeno in parte transitoria, supportata rispettivamente dalle dinamiche inerenti le scorte e dalle spese anticipate in previsione dell’aumento delle tasse.


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