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Asia 2014, tutte le nuove opportunità

25 Febbraio 2014 11:00

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ia resta una allocation chiave in qualsiasi portafoglio azionario e la gestione attiva si confermerà sempre più indispensabile per intercettare le nuove fonti di crescita del continente asiatico. Ne è convinta Lisa Weijia Jiang, Asian Equities Portfolio Manager di Union Bancaire Privée – UBP che, nonostante alcune notizie allarmanti, resta fiduciosa sul potenziale di crescita a lungo termine della Cina, dove intende privilegiare i beneficiari diretti delle riforme e cioè i temi legati alle società finanziarie diversificate, all’ammodernamento del manifatturiero e alle aziende del settore internet.

“L’anno scorso il Terzo Plenum ha disegnato un chiaro progetto di riforme per il prossimo decennio e ha dimostrato la determinazione della nuova leadership ad aprire maggiormente l’economia al mercato. Il 2013 è stato l’anno della pianificazione delle riforme; il 2014 sarà l’anno in cui verranno messe in pratica” riferisce Lisa Weijia Jiang che poi aggiunge:
“In particolare, le priorità più importanti sono la liberalizzazione dei tassi d’interesse, la riforma delle imprese a controllo statale e l’urbanizzazione. In verità questo programma di riforme sarà probabilmente realizzato solo con una riduzione del tasso di crescita del PIL nel breve termine, che potrebbe mettere pressione ai mercati azionari cinesi, tuttavia riteniamo che le valutazioni attuali abbiano già scontato questo potenziale rallentamento, mentre non riescono ancora a cogliere l’aumento di fiducia e il ri-rating positivo dei mercati che deriveranno dal successo del piano di riforme”.

Lisa Weijia Jiang considera tale incertezza e volatilità delle opportunità per espandere le posizioni nei segmenti di crescita della Cina. Inoltre, l’Equities Portfolio Manager di UBP privilegia i beneficiari diretti della riforma, che otterranno supporti strutturali. Tra questi, Lisa Weijia Jiang individua temi legati alle società finanziarie diversificate, all’ammodernamento del manifatturiero e alle aziende del settore internet, mentre preferisce evitare alcuni settori della “Vecchia Cina”, come gli industriali e i materiali, che devono affrontare problemi di sovraproduzione.

Altrove in Asia, si assiste a tornate elettorali che porteranno nuovi leader alla guida di India, Indonesia e Thailandia. In questi tre Paesi, che stanno affrontando un rallentamento del tasso di crescita del PIL, le discussioni politiche sono sempre più incentrate sulla crescita e sull’efficienza e, in particolare, sulla riduzione della disoccupazione e sull’aumento degli investimenti.

“Riteniamo che, indipendentemente dai risultati elettorali, una maggiore attenzione ai temi economici faccia ben sperare per le prospettive future. In Corea del Sud, il processo di riforme punta a stimolare un mercato immobiliare a lungo stagnante, attraverso una riduzione delle tasse e altri incentivi. I risultati iniziali sono stati positivi, con il volume delle transazioni che è raddoppiato su base annua. Ci aspettiamo che tale dinamica produca gradualmente effetti nel sistema bancario e, alla fine, sui consumi domestici” argomenta Lisa Weijia Jiang.

Il 2014 è un anno di cambiamenti significativi per il continente Asiatico, per quanto alcuni di questi potrebbero essere dolorosi. Ad ogni modo, come in tutte le storie positive, la crescita asiatica non è lineare, ma già si riesce a intravedere nel suo sviluppo la fonte della fase successiva.
“Tuttavia, con l’emersione di nuovi settori economici, i principali listini asiatici, ancora pesantemente legati al ciclo di crescita precedente, probabilmente non riusciranno a trarre tutti i benefici possibili. Riteniamo che l’Asia sia una allocation chiave in qualsiasi portafoglio azionario e che la gestione attiva sia sempre più necessaria” conclude Lisa Weijia Jiang.

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