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Si scrive Taiwan ma si legge Cina

25 Febbraio 2014 09:10

financialounge -  burocrazia cina ricerca e sviluppo settore edilizio taiwan
ta, realizza ed esporta beni e servizi in ogni angolo del mondo. È famosa soprattutto per i marchi di alcune aziende leader nell’elettronica di consumo (Acer, Asus, BenQ, High Tech Computer Corporatiuon HTC) ma anche per alcune dinamiche società in altri settori come Kymco (scooter, motocicli e squad) e Auo – AU Optronics corporation (leader mondiale nella produzione di pannelli LCD, full HD ecc.). Eppure Taiwan sta aumentando il suo appeal soprattutto alla luce del riavvicinamento dei rapporti con Pechino.

Dopo anni di continui dispetti, bracci di ferro, contese e guerre commerciali, entrambi i governi hanno convenuto che sia meglio riappacificarsi e stringere nuovi accordi di libero scambio. In quest’ottica, Taiwan viene ora vista per gli investitori come l’anticamera per il Grande Continente Cinese. Su queste basi, il governo centrale di Taipei ha stabilito aliquote fiscali base molto competitive per gli stranieri: l’imposta sui redditi societari è del 17% con un’addizionale del 10% per i profitti che non siano distribuiti o reinvestiti entro i successivi 12 mesi. Forti incentivi anche per la ricerca: gli investimenti in R&S beneficiano di un credito d’imposta annuo del 15%.

A livello burocratico Taiwan si colloca nelle prime dieci posizioni, in base alla graduatoria redatta dalla Banca Mondiale, per l’efficienza nell’ambito delle licenze edilizie e negli allacciamenti alla rete elettrica. L’accordo di cooperazione commerciale con Pechino del giugno 2010 ha permesso di ridurre in modo graduale ma costante negli anni le tariffe sull’interscambio commerciale tra i due paesi. Per tutte queste ragioni, Taiwan rappresenta una piattaforma ideale per sbarcare con merci e servizi in Cina: una peculiarità che è stata colta anche da parecchie imprese del made in Italy che in questo paese trovano un habitat agevole per puntare con successo sui mercati asiatici.

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