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I robot che ci ruberanno il lavoro
12 Marzo 2014 09:35

ossimo futuro la concorrenza nel mercato del lavoro non arriverà più solo dagli umani, ma anche dai robot. Secondo una ricerca firmata da Carl Benedikt Frey e Michael Osborne della Oxford University il 47% dei posti di lavoro americani è a rischio. La ricerca prende in esame la capacità di apprendimento delle macchine e come queste siano in grado di muoversi nello spazio circostante. Scordiamoci quindi un futuro in cui i robot occuperanno ruoli da colletti blu, avvitando e svitando bulloni in fabbriche di montaggio, perché le macchine si prenderanno anche quei ruoli tradizionalmente affidati all’essere umano: assistenti e segretari, commessi, camerieri, infermieri, addetti alle pulizie e muratori.
La ricerca fa emergere una decina di professioni a rischio, con possibili ricadute su 3,85 milioni di posti di lavoro potenziali. Non solo, sei lavori su dieci saranno automatizzabili per almeno due terzi. Ed il calcolo non tiene conto della naturale evoluzione delle capacità dei computer: destinata ovviamente a crescere in modo esponenziale. Un esempio di questo futuro sempre meno lontano dalla realtà ci arriva dall’interesse sull’argomento di due delle più importanti ed innovative aziende del settore high tech: Amazon e Google. La prima sta sperimentando l’uso dei robot nei propri magazzini al posto dei dipendenti umani, con notevoli vantaggi nei tempi di presa e consegna dell’ordine, oltre ad una sostanziale riduzione dei costi. Il secondo invece ha mostrato il suo interesse nel campo in oggetto acquistando la Boston Dynamics, spin off del prestigioso Massachusetts Institute of Technology (MIT), celebre per i suoi incredibili robot militari.
A giudicare dai dati sembra che questo sia uno scenario lontanissimo dalla nostra attuale realtà, ma la ricerca stima che già fra una manciata d’anni, entro il 2025, il 40% dei lavori nel campo della conoscenza saranno svolti dai robot. E non sono unicamente le grandi company ad essere interessate a questi progetti: esiste infatti un sottobosco di start up che sono già al lavoro da diverso tempo per cercare soluzioni e sviluppare progetti. Un’inchiesta del Financial Times è andata a fondo scoprendo per esempio un start up finanziata in parte dalla stessa Google che ha creato Warren, un sistema in grado di raccogliere dati, inserirli nel computer ed analizzarli per prevedere possibili reazioni dei titoli a seconda dei diversi avvenimenti. Warren, in onore di Warren Buffett, uno dei più noti value investor, già oggi è in grado di svolgere il lavoro di migliaia di dipendenti che operano nel settore finanziario. E Warren è solo l’ultimo esempio di una rivoluzione nel mercato del lavoro già in corso sotto i nostri occhi.
La ricerca fa emergere una decina di professioni a rischio, con possibili ricadute su 3,85 milioni di posti di lavoro potenziali. Non solo, sei lavori su dieci saranno automatizzabili per almeno due terzi. Ed il calcolo non tiene conto della naturale evoluzione delle capacità dei computer: destinata ovviamente a crescere in modo esponenziale. Un esempio di questo futuro sempre meno lontano dalla realtà ci arriva dall’interesse sull’argomento di due delle più importanti ed innovative aziende del settore high tech: Amazon e Google. La prima sta sperimentando l’uso dei robot nei propri magazzini al posto dei dipendenti umani, con notevoli vantaggi nei tempi di presa e consegna dell’ordine, oltre ad una sostanziale riduzione dei costi. Il secondo invece ha mostrato il suo interesse nel campo in oggetto acquistando la Boston Dynamics, spin off del prestigioso Massachusetts Institute of Technology (MIT), celebre per i suoi incredibili robot militari.
A giudicare dai dati sembra che questo sia uno scenario lontanissimo dalla nostra attuale realtà, ma la ricerca stima che già fra una manciata d’anni, entro il 2025, il 40% dei lavori nel campo della conoscenza saranno svolti dai robot. E non sono unicamente le grandi company ad essere interessate a questi progetti: esiste infatti un sottobosco di start up che sono già al lavoro da diverso tempo per cercare soluzioni e sviluppare progetti. Un’inchiesta del Financial Times è andata a fondo scoprendo per esempio un start up finanziata in parte dalla stessa Google che ha creato Warren, un sistema in grado di raccogliere dati, inserirli nel computer ed analizzarli per prevedere possibili reazioni dei titoli a seconda dei diversi avvenimenti. Warren, in onore di Warren Buffett, uno dei più noti value investor, già oggi è in grado di svolgere il lavoro di migliaia di dipendenti che operano nel settore finanziario. E Warren è solo l’ultimo esempio di una rivoluzione nel mercato del lavoro già in corso sotto i nostri occhi.
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