banche centrali
Banche centrali contro la bassa inflazione
17 Marzo 2014 09:00
che centrali che preferiscono trascurare interventi per contrastare gli attuali livelli di bassa inflazione potrebbero far accusare in futuro forti contraccolpi alle economie dei propri paesi.
È questo il pericolo segnalato dal team di Ethenea che ha affrontato il tema dei prezzi al consumo e della deflazione. È difficile trovare una misura d’inflazione coerente per uno specifico paese. Dipende sempre dalla decisione sull’opportunità di omettere o meno il segmento energia e quello dei generi alimentari e di rilevare le variazioni di prezzo per l’economia in generale o solo a livello dei consumi.
Specifici problemi di confronto derivano anche dalle differenze nelle variabili economiche fondamentali. In paesi con bassi livelli di reddito, ad esempio, i generi alimentari coprono una fetta maggiore dei consumi complessivi. Non sorprende quindi che il concetto generico dell’inflazione assuma connotazioni profondamente differenti nei vari paesi e che le metodologie per determinare l'inflazione non differiscano solo da paese a paese ma anche da momento a momento.
“Occorre precisare che cambiare le misure adottate per rilevare l’inflazione non rappresenta un vero problema purché ciò avvenga solo per un breve periodo. Ciò che conta veramente è l’aspettativa d’inflazione futura, soprattutto considerando gli enormi indebitamenti a carico di molti paesi sviluppati. Una buona soluzione sembra essere quella di erodere gradualmente con l’inflazione una parte del valore nominale del debito contratto in passato dai governi. Nondimeno conviene ricordare che un aumento dell’inflazione implica maggiori costi di finanziamento per debiti di nuova emissione, dato che gli investitori chiedono una contropartita per il rischio assunto con obbligazioni soggette a un’inflazione maggiore. Questo effetto sarebbe aggravato per governi con un debito pubblico a scadenza media relativamente breve, che per questo hanno bisogno di frequenti nuove emissioni“ sottolinea il team di Ethenea per il quale se la scelta di un particolare indice è cruciale per la politica monetaria, è ancora più importante analizzare le tendenze a medio termine e integrare quest’analisi considerando la sostenibilità di altre variabili, come i livelli di occupazione, produzione e dei tassi d’interesse.
Ciò spiega in parte perché alcune banche centrali sembrano esitanti nell'attuazione di misure di politica monetaria. Confrontare i tassi d’inflazione tra le varie economie su base assoluta è concretamente impossibile ma è possibile tuttavia riconoscere schemi ricorrenti nell’andamento delle variabili economiche fondamentali, tra cui l’assenza di pressioni inflazionistiche in alcune economie. Benché un'inflazione bassa non rappresenti di per sé una minaccia immediata, è preoccupante che solo alcune banche centrali avvertano la necessità di reagire contro questa tendenza, finendo per esportare il basso o negativo livello d’inflazione del paese.
“Purtroppo, sembra che ad alcune economie manchi non solo l’inflazione ma anche la determinazione monetaria. Ignorano evidentemente il fatto che quest’ultima è il pilastro cardine per creare un buon regime monetario. In futuro, potrebbero però pagare a caro prezzo questa noncuranza” è la conclusione del team di Ethenea.
È questo il pericolo segnalato dal team di Ethenea che ha affrontato il tema dei prezzi al consumo e della deflazione. È difficile trovare una misura d’inflazione coerente per uno specifico paese. Dipende sempre dalla decisione sull’opportunità di omettere o meno il segmento energia e quello dei generi alimentari e di rilevare le variazioni di prezzo per l’economia in generale o solo a livello dei consumi.
Specifici problemi di confronto derivano anche dalle differenze nelle variabili economiche fondamentali. In paesi con bassi livelli di reddito, ad esempio, i generi alimentari coprono una fetta maggiore dei consumi complessivi. Non sorprende quindi che il concetto generico dell’inflazione assuma connotazioni profondamente differenti nei vari paesi e che le metodologie per determinare l'inflazione non differiscano solo da paese a paese ma anche da momento a momento.
“Occorre precisare che cambiare le misure adottate per rilevare l’inflazione non rappresenta un vero problema purché ciò avvenga solo per un breve periodo. Ciò che conta veramente è l’aspettativa d’inflazione futura, soprattutto considerando gli enormi indebitamenti a carico di molti paesi sviluppati. Una buona soluzione sembra essere quella di erodere gradualmente con l’inflazione una parte del valore nominale del debito contratto in passato dai governi. Nondimeno conviene ricordare che un aumento dell’inflazione implica maggiori costi di finanziamento per debiti di nuova emissione, dato che gli investitori chiedono una contropartita per il rischio assunto con obbligazioni soggette a un’inflazione maggiore. Questo effetto sarebbe aggravato per governi con un debito pubblico a scadenza media relativamente breve, che per questo hanno bisogno di frequenti nuove emissioni“ sottolinea il team di Ethenea per il quale se la scelta di un particolare indice è cruciale per la politica monetaria, è ancora più importante analizzare le tendenze a medio termine e integrare quest’analisi considerando la sostenibilità di altre variabili, come i livelli di occupazione, produzione e dei tassi d’interesse.
Ciò spiega in parte perché alcune banche centrali sembrano esitanti nell'attuazione di misure di politica monetaria. Confrontare i tassi d’inflazione tra le varie economie su base assoluta è concretamente impossibile ma è possibile tuttavia riconoscere schemi ricorrenti nell’andamento delle variabili economiche fondamentali, tra cui l’assenza di pressioni inflazionistiche in alcune economie. Benché un'inflazione bassa non rappresenti di per sé una minaccia immediata, è preoccupante che solo alcune banche centrali avvertano la necessità di reagire contro questa tendenza, finendo per esportare il basso o negativo livello d’inflazione del paese.
“Purtroppo, sembra che ad alcune economie manchi non solo l’inflazione ma anche la determinazione monetaria. Ignorano evidentemente il fatto che quest’ultima è il pilastro cardine per creare un buon regime monetario. In futuro, potrebbero però pagare a caro prezzo questa noncuranza” è la conclusione del team di Ethenea.