Alibaba
Alibaba non è una semplice IPO
18 Marzo 2014 10:40
di Alibaba è qualcosa di più complesso, che va oltre i numeri da capogiro. Ad essere quotato in Borsa infatti è l'intero "Sistema Alibaba".
Trovare un metro di paragone nel definire Alibaba è cosa complessa, qualcuno lo definisce un mix tra Amazon, eBay, PayPal ed un pizzico di Google. Ma già qui cominciano le differenze. Rispetto ad Amazon infatti, che acquista merci da fornitori e rivende ai clienti, Alibaba preferisce muoversi come intermediario, facilitando le transizioni e diventando così più simile ad eBay.
A differenza però sia di Amazon che di eBay, all'interno del portale esistono altri siti vetrina: Taobao per esempio è un gigantesco bazar con oltre 750 milioni di prodotti e 7 milioni di venditori, che non pagano alcuna commissione nel vendere i propri prodotti. La commissione avviene sul portale madre Alibaba solo nel caso in cui si voglia far emergere i propri prodotti dalla massa, un o’ come avviene con Google nei risultati di ricerca.
Differente ancora è invece Taobao, il portale dedicato ai piccoli commercianti e Tmall, la vetrina per i commercianti più importanti, al cui interno trovano spazio i grandi brand come Nike, GAP e dall’inizio di questo anno anche Apple. In questo ultimo il modello di revenue è differente ancora: ogni commerciante presente dei circa 70.000 paga un conto deposito, una somma annuale ed una commissione per ogni transazione.
Oltre alla complessa ramificazione e ai differenti modelli di business presenti, ciò che distingue Alibaba è il suo impatto nell'economia.
Taobao e Tmall rappresentano infatti oltre la metà delle consegne di pacchi in Cina: nel 2012 il volume delle transazioni dei due siti ha superato i 162 miliardi di dollari, lasciando ai blocchi di partenza i colossi Amazon ed eBay messi assieme. Negli ultimi tre mesi del 2012 Alibaba ha registrato entrate per oltre 1,776 miliari di dollari (+51% rispetto all’anno precedente) ed un utile netto di 792 milioni di dollari, con un margine di profitto netto del 44,6%. Nello stesso trimestre Amazon ha registrato una perdita di 41 milioni di dollari su un fatturato di 17,09 miliardi.
Alibaba gioca anche un ruolo primario nel sistema finanziario cinese: per risolvere il problema della fiducia dei propri clienti ha creato Alipay, un sistema di pagamento simile a PayPal. L’iniziativa ha avuto talmente successo che ora Alibaba si occupa anche di microcrediti ed insieme al governo cinese fa parte di un programma in fase di sperimentazione per l'istituzione di cinque banche private.
Nonostante Alibaba sia il player con il tasso di crescita più veloce in Cina, la società si trova ora a dover affrontare una nuova tipologia di concorrenza. I servizi di messaggistica istantanea stanno cominciando a muoversi per diventare delle vere piattaforme di e-commerce, forti dell’impatto e dell’appeal che hanno verso una popolazione di giovanissimi. La contromossa di Alibaba non si è fatta attendere, con l’acquisto del 18% di Sina Weibo, una sorta di Twitter made in China, per 585,5 milioni di dollari l'anno scorso. La scelta di quotarsi potrebbe essere necessaria per dare il giusto stacco ai competitors. La partita è ancora aperta.
Trovare un metro di paragone nel definire Alibaba è cosa complessa, qualcuno lo definisce un mix tra Amazon, eBay, PayPal ed un pizzico di Google. Ma già qui cominciano le differenze. Rispetto ad Amazon infatti, che acquista merci da fornitori e rivende ai clienti, Alibaba preferisce muoversi come intermediario, facilitando le transizioni e diventando così più simile ad eBay.
A differenza però sia di Amazon che di eBay, all'interno del portale esistono altri siti vetrina: Taobao per esempio è un gigantesco bazar con oltre 750 milioni di prodotti e 7 milioni di venditori, che non pagano alcuna commissione nel vendere i propri prodotti. La commissione avviene sul portale madre Alibaba solo nel caso in cui si voglia far emergere i propri prodotti dalla massa, un o’ come avviene con Google nei risultati di ricerca.
Differente ancora è invece Taobao, il portale dedicato ai piccoli commercianti e Tmall, la vetrina per i commercianti più importanti, al cui interno trovano spazio i grandi brand come Nike, GAP e dall’inizio di questo anno anche Apple. In questo ultimo il modello di revenue è differente ancora: ogni commerciante presente dei circa 70.000 paga un conto deposito, una somma annuale ed una commissione per ogni transazione.
Oltre alla complessa ramificazione e ai differenti modelli di business presenti, ciò che distingue Alibaba è il suo impatto nell'economia.
Taobao e Tmall rappresentano infatti oltre la metà delle consegne di pacchi in Cina: nel 2012 il volume delle transazioni dei due siti ha superato i 162 miliardi di dollari, lasciando ai blocchi di partenza i colossi Amazon ed eBay messi assieme. Negli ultimi tre mesi del 2012 Alibaba ha registrato entrate per oltre 1,776 miliari di dollari (+51% rispetto all’anno precedente) ed un utile netto di 792 milioni di dollari, con un margine di profitto netto del 44,6%. Nello stesso trimestre Amazon ha registrato una perdita di 41 milioni di dollari su un fatturato di 17,09 miliardi.
Alibaba gioca anche un ruolo primario nel sistema finanziario cinese: per risolvere il problema della fiducia dei propri clienti ha creato Alipay, un sistema di pagamento simile a PayPal. L’iniziativa ha avuto talmente successo che ora Alibaba si occupa anche di microcrediti ed insieme al governo cinese fa parte di un programma in fase di sperimentazione per l'istituzione di cinque banche private.
Nonostante Alibaba sia il player con il tasso di crescita più veloce in Cina, la società si trova ora a dover affrontare una nuova tipologia di concorrenza. I servizi di messaggistica istantanea stanno cominciando a muoversi per diventare delle vere piattaforme di e-commerce, forti dell’impatto e dell’appeal che hanno verso una popolazione di giovanissimi. La contromossa di Alibaba non si è fatta attendere, con l’acquisto del 18% di Sina Weibo, una sorta di Twitter made in China, per 585,5 milioni di dollari l'anno scorso. La scelta di quotarsi potrebbe essere necessaria per dare il giusto stacco ai competitors. La partita è ancora aperta.
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