BlackRock
I vincitori del 2013 saranno i perdenti di quest'anno?
2 Aprile 2014 14:30
azione nei settori di Borsa e negli stili di gestione, dal growth (crescita) al value. Ma anche la staffetta tra i Treasury USA di medio termine (2-5 anni) e i titoli del Tesoro USA decennali. Sono gli indizi concreti, segnalati da Russ Koesterich, Global Chief Investment Strategist di BlackRock nel commento settimanale ai mercati del 31 marzo che ruota intorno ad un interrogativo: i titoli vincitori del 2013 potrebbero recitare il ruolo dei perdenti quest’anno?
“Sebbene le variazioni medie dei mercati azionari non registrino ampie variazioni, stiamo comunque assistendo a una rotazione dei settori e degli stili di investimento. In particolare, alcuni dei segmenti più performanti lo scorso anno, stanno iniziando a subire pressioni. L’industria biotecnologica statunitense, per esempio , che in Borsa era salita del 65% nel 2013, ha accusato una importante correzione del 15% dal suo picco registrato nel mese di febbraio. A livello di singole aziende, invece, potremmo focalizzarci sulla IPO della scorsa settimana relativa a King Digital Entertainment (il creatore del famoso videogioco "Candy Crush Saga"): il titolo ha subito il peggior primo giorno di negoziazione di qualsiasi IPO di quest'anno, registrando una perdita del 15,6 % del suo valore” sottolinea Russ Koesterich per il quale ciò può suggerire che il fascino esercitato da alcune società (e settori) risulta ora meno seducente agli occhi degli investitori. Si parla anche della rotazione di mercato tra lo stile growth (crescita) e il value (valore).
Negli ultimi mesi, i titoli value large-cap hanno guadagnato circa il 1,25% mentre i growth large-cap ha perso oltre il 2%. Questa rotazione è guidata in parte dall’appannamento del tema di trading di momentum (che ha favorito lo stile di gestione growth) ma è anche il risultato di una crescente discrepanza nelle valutazioni relative. Alla fine del mese scorso, le valutazioni dei titoli growth evidenziavano un premio del 40% rispetto a quelle dei titoli value, significativamente superiore alla media di 10 anni pari a circa il 25%.
“Qualora questa rotazione dovesse continuare tra i beneficiari figurerebbero probabilmente i titoli large e mega- cap stock degli Stati Uniti che scambiano a uno sconto significativo rispetto alle valutazioni attuali delle small e mid cap. Anche il settore finanziario è candidato a beneficiare di questa tendenza: nonostante un rally che dura da cinque anni , il settore appare ancora attraente alla luce dei recenti forti afflussi di investimento confluiti nel settore” puntualizza Russ Koesterich. Una tendenza simile si evince pure nei mercati del reddito fisso. Sotto la superficie relativamente calma della stabilità dei rendimenti si nascondono alcuni cambiamenti significativi.
“Se è vero che gli investitori lo scorso anno avrebbero fatto bene ad evitare la parte lunga dei titoli del Tesoro USA, è altrettanto vero che quest'anno è la parte breve e centrale della curva dei rendimenti che appare vulnerabile, in particolare il segmento da due a cinque anni” rileva Russ Koesterich che poi conclude: “Nelle ultime due settimane, mentre il rendimento dei Treasury a 10 anni si è mosso di poco, quello del quinquennale del Tesoro USA è balzato dall’1,53% all’1,73%. Guardando al futuro, ci aspettiamo che questa zona della curva dei rendimenti del Tesoro subirà più volatilità anche perché risulterà più sensibile alle aspettative di un potenziale aumento del tasso dei fondi federali”.
“Sebbene le variazioni medie dei mercati azionari non registrino ampie variazioni, stiamo comunque assistendo a una rotazione dei settori e degli stili di investimento. In particolare, alcuni dei segmenti più performanti lo scorso anno, stanno iniziando a subire pressioni. L’industria biotecnologica statunitense, per esempio , che in Borsa era salita del 65% nel 2013, ha accusato una importante correzione del 15% dal suo picco registrato nel mese di febbraio. A livello di singole aziende, invece, potremmo focalizzarci sulla IPO della scorsa settimana relativa a King Digital Entertainment (il creatore del famoso videogioco "Candy Crush Saga"): il titolo ha subito il peggior primo giorno di negoziazione di qualsiasi IPO di quest'anno, registrando una perdita del 15,6 % del suo valore” sottolinea Russ Koesterich per il quale ciò può suggerire che il fascino esercitato da alcune società (e settori) risulta ora meno seducente agli occhi degli investitori. Si parla anche della rotazione di mercato tra lo stile growth (crescita) e il value (valore).
Negli ultimi mesi, i titoli value large-cap hanno guadagnato circa il 1,25% mentre i growth large-cap ha perso oltre il 2%. Questa rotazione è guidata in parte dall’appannamento del tema di trading di momentum (che ha favorito lo stile di gestione growth) ma è anche il risultato di una crescente discrepanza nelle valutazioni relative. Alla fine del mese scorso, le valutazioni dei titoli growth evidenziavano un premio del 40% rispetto a quelle dei titoli value, significativamente superiore alla media di 10 anni pari a circa il 25%.
“Qualora questa rotazione dovesse continuare tra i beneficiari figurerebbero probabilmente i titoli large e mega- cap stock degli Stati Uniti che scambiano a uno sconto significativo rispetto alle valutazioni attuali delle small e mid cap. Anche il settore finanziario è candidato a beneficiare di questa tendenza: nonostante un rally che dura da cinque anni , il settore appare ancora attraente alla luce dei recenti forti afflussi di investimento confluiti nel settore” puntualizza Russ Koesterich. Una tendenza simile si evince pure nei mercati del reddito fisso. Sotto la superficie relativamente calma della stabilità dei rendimenti si nascondono alcuni cambiamenti significativi.
“Se è vero che gli investitori lo scorso anno avrebbero fatto bene ad evitare la parte lunga dei titoli del Tesoro USA, è altrettanto vero che quest'anno è la parte breve e centrale della curva dei rendimenti che appare vulnerabile, in particolare il segmento da due a cinque anni” rileva Russ Koesterich che poi conclude: “Nelle ultime due settimane, mentre il rendimento dei Treasury a 10 anni si è mosso di poco, quello del quinquennale del Tesoro USA è balzato dall’1,53% all’1,73%. Guardando al futuro, ci aspettiamo che questa zona della curva dei rendimenti del Tesoro subirà più volatilità anche perché risulterà più sensibile alle aspettative di un potenziale aumento del tasso dei fondi federali”.