Banca Centrale Giappone
I fondi pensione nipponici ricercano gestori esteri
9 Aprile 2014 15:10
F (Government Pension Investment Fund), il più grande fondo pensione del Giappone e del mondo in virtù dei sui 1.260 miliardi di dollari in gestione (circa 920 miliardi di euro), sta selezionando i gestori di investimenti che dispongano di portafogli pensionistici esteri di almeno 100 miliardi di yen.
Il GPIF deteneva, al 31 dicembre scorso, 13.600 miliardi di yen (96 miliardi di euro), pari circa al 11 per cento del suo patrimonio, in obbligazioni estere al 31 dicembre.
I titoli di debito offshore hanno reso al GPIF l’8,2 per cento nel terzo trimestre 2013 rispetto al risicato 0,2 per cento ottenuto dai titoli di stato giapponesi del fondo.
"Il debito estero e la quota di valuta all'estero delle attività saranno posizionati in paesi che abbiano una crescita prospettica superiore a quella del Giappone, il cui rendimento atteso dovrebbe essere superiore" ha tenuto a precisare Shogo Fujita responsabile della divisione Securities a Tokyo di una importante banca d’affari statunitense che ha poi aggiunto: "Penso che GPIF possa arrivare ad incrementare l’esposizione in obbligazioni estere tra il 15 per cento e 20 per cento, probabilmente nell’arco di cinque o dieci anni".
Il GPIF sta affrontando già da qualche tempo una crescente pressione per aumentare i propri rendimenti, aumentando la gestione attiva e diversificando le sue attività, visto che dovrà garantire in futuro le pensioni di una delle più longeve popolazioni al mondo. Il fondo è pertanto sollecitato a ridurre la sua dipendenza dai titoli di stato del Sol Levante dopo che il primo ministro Shinzo Abe e la Banca del Giappone stanno cercando di stimolare il rialzo dei prezzi al consumo in modo da ridurre il valore reale del debito.
"I responsabili del GPIF stanno facendo quanto possibile per diversificare e stanno puntando a rendimenti che siano più vicini a quelli dei gestori di investimenti stranieri" ha dichiarato Makoto Yamashita , il capo fixed income in Giappone di una importante banca tedesca che ha poi aggiunto: "Da una prospettiva di rischio-rendimento penso che si tratti di una strategia più ampia per aumentare i rendimenti sebbene si debbano assumere maggiori rischi rispetto al passato".
Il GPIF sta ricercando investimenti nel debito emergente, negli high yield bond e nelle obbligazioni indicizzate all'inflazione e prenderà in considerazione vari parametri di riferimento proposti dai gestori.
Inoltre, sebbene il punto di riferimento sarà il rendimento rispetto allo yen, non è ancora chiaro se chiederà una copertura o meno del rischio di cambio.
Il GPIF deteneva, al 31 dicembre scorso, 13.600 miliardi di yen (96 miliardi di euro), pari circa al 11 per cento del suo patrimonio, in obbligazioni estere al 31 dicembre.
I titoli di debito offshore hanno reso al GPIF l’8,2 per cento nel terzo trimestre 2013 rispetto al risicato 0,2 per cento ottenuto dai titoli di stato giapponesi del fondo.
"Il debito estero e la quota di valuta all'estero delle attività saranno posizionati in paesi che abbiano una crescita prospettica superiore a quella del Giappone, il cui rendimento atteso dovrebbe essere superiore" ha tenuto a precisare Shogo Fujita responsabile della divisione Securities a Tokyo di una importante banca d’affari statunitense che ha poi aggiunto: "Penso che GPIF possa arrivare ad incrementare l’esposizione in obbligazioni estere tra il 15 per cento e 20 per cento, probabilmente nell’arco di cinque o dieci anni".
Il GPIF sta affrontando già da qualche tempo una crescente pressione per aumentare i propri rendimenti, aumentando la gestione attiva e diversificando le sue attività, visto che dovrà garantire in futuro le pensioni di una delle più longeve popolazioni al mondo. Il fondo è pertanto sollecitato a ridurre la sua dipendenza dai titoli di stato del Sol Levante dopo che il primo ministro Shinzo Abe e la Banca del Giappone stanno cercando di stimolare il rialzo dei prezzi al consumo in modo da ridurre il valore reale del debito.
"I responsabili del GPIF stanno facendo quanto possibile per diversificare e stanno puntando a rendimenti che siano più vicini a quelli dei gestori di investimenti stranieri" ha dichiarato Makoto Yamashita , il capo fixed income in Giappone di una importante banca tedesca che ha poi aggiunto: "Da una prospettiva di rischio-rendimento penso che si tratti di una strategia più ampia per aumentare i rendimenti sebbene si debbano assumere maggiori rischi rispetto al passato".
Il GPIF sta ricercando investimenti nel debito emergente, negli high yield bond e nelle obbligazioni indicizzate all'inflazione e prenderà in considerazione vari parametri di riferimento proposti dai gestori.
Inoltre, sebbene il punto di riferimento sarà il rendimento rispetto allo yen, non è ancora chiaro se chiederà una copertura o meno del rischio di cambio.
Trending