Al via lo switch di bond dei fondi pensione giapponesi

F (Government Pension Investment Fund) dovrebbe iniziare lo switch di portafoglio dal debito locale ad altre asset class e la Banca del Giappone potrebbe essere un possibile acquirente. L’economista Takatoshi Ito lo ha dichiarato oggi in un'intervista a Tokyo precisando che il fondo pensione deve ridurre i titoli obbligazionari in portafoglio a circa il 35 per cento del patrimonio: al 31 dicembre scorso il GPIF aveva il 55 per cento dei suoi 1.260 miliardi di dollari in gestione (circa 920 miliardi di euro) in obbligazioni nazionali e l’11 per cento in debito estero.

"L'inflazione sta entrando in una nuova fase e sono necessari cambiamenti su larga scala per il portafoglio di GPIF" ha poi aggiunto Takatoshi Ito per il quale il fondo pensione giapponese dovrebbe passare immediatamente dalle obbligazioni nazionali ad altre attività. GPIF si trova ad affrontare una crescente pressione per incrementare i rendimenti per soddisfare le pensioni presenti e, soprattutto, future dei sottoscrittori della popolazione tra le più longeve al mondo. Il fondo ha modificato questo mese la sua strategia di allocazione degli asset nazionali, ha aggiunto nuovi manager e diversi stili di gestione e sta sviluppando investimenti attivi in una gamma più ampia di obbligazioni estere. Una necessità che aumenta a vista d’occhio e che non permette di perdere ulteriore tempo.

Il debito giapponese a 10 anni rende soltanto lo 0,61 per cento, il tasso più basso al mondo: per Takatoshi Ito quindi il GPIF dovrebbe vendere JGBs (titoli governativi di Tokyo) a lunga scadenza prima che le quotazioni diventino ancora più sensibili all’inflazione. Per l’economista il GPIF dovrebbe impiegare la metà dei suoi attivi in azioni e aumentare il suo obiettivo di ritorno annuo al 5 per cento: il fondo dovrebbe quindi approfittare dei periodi di correzione delle Borse per comperare azioni.