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I plus dell'esposizione su titoli petroliferi

23 Aprile 2014 14:15

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li del settore biotech e dell’alta tecnologia potrebbero continuare a soffrire ancora.
Meglio quindi puntare su alcune selezionate blue chips USA che hanno pubblicato dati trimestrali migliori delle attese e, soprattutto, sul settore petrolifero, che attualmente mostra valutazioni convenienti e che resta un investimento ottimo contro il potenziale rialzo dell’inflazione ed anche un’efficace copertura contro l'aumento del rischio geopolitico.

Sono le considerazioni che emergono con maggiore rilievo dal commento settimanale del 21 aprile a cura di Russ Koesterich, Global Chief Investment Strategist di BlackRock che, come spesso accade, parte dal mercato obbligazionario.
Le ottimistiche notizie economiche degli Stati Uniti hanno messo pressione ai mercati del reddito fisso con il rendimento del benchmark a 10 anni del Tesoro USA che è salito al 2,72% (mentre i prezzi, che si muovono in direzione opposta ai rendimenti sono diminuiti).

Tuttavia, mentre i tassi a lungo termine hanno ripreso un po’ a salire, i commenti dovish (da colomba, cioè più accomodanti, in contrapposizione a quelli dei falchi, propensi a politiche monetarie meno espansive, ndr) del presidente della Fed Janet Yellen hanno confermato che la banca centrale USA non ha alcun fretta di alzare i tassi di interesse a breve termine, dato che i rischi al ribasso per l'inflazione permangono: il costo della vita della Fed, in particolare le spese per consumi personali, è infatti rimasto sotto l'obiettivo dei banchieri centrali del 2% per 22 mesi consecutivi.

“Il forte recupero dell’equity registrato tra l’incremento della produzione industriale e il forte rimbalzo nelle vendite al dettaglio negli Stati Uniti, che sono aumentate dell’1,1% a marzo, il loro miglior risultato in 18 mesi, è stato agevolato dai solidi profitti annunciati da diverse aziende blue chip, tra le quali Johnson & Johnson , Intel , Coca Cola , Yahoo e Morgan Stanley” fa presente Russ Koesterich per il quale è tuttavia importante notare come, a fronte di performance medie di mercato tra le migliori da alcune settimane a questa parte, alcuni segmenti del mercato azionario continuano a mostrare segni di stress: in particolare, gli indici biotech restano il 16% al di sotto dei loro picchi del 2014.
Anche il settore tecnologico ha sofferto: Google, per esempio ha evidenziato utili deludenti, con spese in aumento ed entrate leggermente al di sotto delle aspettative. Infine, anche le IPO (offerte pubbliche iniziali) stanno accusando i contraccolpi del recente sell-off azionario: all'inizio della settimana, la società di software Paycom Software ha dovuto posizionare il prezzo di collocamento ben al di sotto dei livelli previsti.

Russ Koesterich passa poi al settore petrolifero che, in base alla maggior parte dei dati economici fondamentali, dovrebbe vedere i prezzi del petrolio destinati a calare.
Infatti, la Energy Information Administration ha annunciato la settimana scorsa che le scorte di petrolio negli Stati Uniti si stanno avvicinando ad un massimo storico: i dati, peraltro, hanno mostrato il maggiore incremento raggiunto in una settimana negli ultimi 13 anni, con le scorte in aumento di 10 milioni di barili a 394,1 milioni, cioè soltanto 3,4 milioni al di sotto del picco massimo raggiunto nel maggio 2013.

Tuttavia gli eventi al di fuori degli Stati Uniti stanno mettendo pressione alle quotazioni del greggio, come spiega lo steso Russ Koesterich: “In primo luogo, la produzione di diversi produttori chiave del Medio Oriente e del Nord Africa (Libia, Nigeria e Sud Sudan) sono ben di sotto del potenziale, contribuendo a limitare le forniture globali di greggio. Inoltre, i timori di un'escalation di violenza in Ucraina orientale e le potenziali sanzioni contro la Russia, il secondo più grande produttore di petrolio del mondo, stanno spingendo i prezzi all’insù”. Russ Koesterich sta infatti sostenendo un’allocazione in titoli energetici che hanno sovraperformato il mercato da inizio anno.

“Oltre ad essere uno dei settori più economici e una buona copertura nel caso in cui l’inflazione dovesse riprendere a salire, il settore offre attualmente un'altra caratteristica importante: un potenziale copertura contro l'aumento del rischio geopolitico. Qualora gli eventi in Ucraina dovessero deteriorarsi e portare ad una serie crescente di sanzioni e, quindi, a prezzi del petrolio più elevati, i titoli energetici sono in pole position per registrare performance superiori alla media di mercato” è la spiegazione della scelta strategica adottata da Russ Koesterich.

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