analisi
Vincente la selezione basata sui fondamentali
24 Aprile 2014 14:00
in conto capitale (capex) in graduale aumento, dividendi in crescita e attività di M&A (fusioni e acquisizioni) che rappresenteranno una priorità per il prossimo futuro.
Il tutto con ricadute positive sul mercato azionario dove sarà possibile selezionare le aziende che creano valore per gli azionisti e quelle che non lo fanno, determinando cioè vincitori e vinti.
Sono le principali conclusioni a cui giunge l’Analyst Survey 2014 di Fidelity Worldwide Investment, l'indagine annuale degli analisti Fidelity che permette di scattare una fotografia nitida sulla fiducia delle imprese e individua alcuni temi d'investimento di lungo termine destinati a caratterizzare l'economia mondiale e i mercati finanziari nei prossimi anni.
D’altra parte il campione degli intervistati è composto da 128 analisti diclocati in numerose sedi in tutto il mondo e permette così di offrire una preziosa quanto approfondita panoramica del processo di investimento sui fondamentali adottato da Fidelity.
Dall’indagine emerge che un maggior numero di società ha fiducia nell'andamento del prossimo anno rispetto al 2013, a conferma della forza della ripresa, del ritorno a condizioni "normali" e dei primi segnali di "ritorno all’azione" dopo un periodo di prolungata incertezza e di prudenza del management: spesa in conto capitale ancora impiegata prevalentemente per strategie di mantenimento piuttosto che di crescita.
A fronte di questo cauto ottimismo, i management delle società stanno iniziando a spendere una parte della liquidità presente nei bilanci, privilegiando in particolare attività favorevoli agli azionisti, acquisizioni e fusioni facilmente integrabili e aumenti dei dividendi piuttosto che crescite aggressive delle spese in conto capitale.
Nell'universo del reddito fisso, il ciclo del credito sta giungendo a maturazione e la leva è in ascesa: nei prossimi dodici mesi la selezione delle migliori tipologie di obbligazioni sarà dunque determinante.
Per quanto riguarda i settori, le previsioni si orientano verso un incremento della redditività per quello farmaceutico e per quello delle tecnologie informatiche, mentre dovrebbero segnare il passo energia e materiali.
Inoltre, sebbene storicamente in termini assoluti l'energia e i materiali abbiano sempre costituito due delle principali voci negli investimenti in conto capitale, nell'indagine questi settori sono stati quelli che hanno registrato i risultati peggiori: al contrario la sanità e i beni di consumo discrezionali rappresentano i settori trainanti nelle previsioni di crescita del capex degli analisti.
I management societari, che nutrono ora meno timori per alcuni dei grandi rischi di coda (come quello sistemico finanziario e quello di contagio della crisi del debito), risultano incoraggiati ad allocare nuovamente il capitale, seppur gradualmente, contribuendo a generare un ambiente in cui la ricerca bottom-up potrà risultare lo strumento vincente per gli investitori.
Il mercato azionario tornerà a premiare i migliori operatori nell'allocazione del capitale, distinguendo più nettamente le società orientate alla creazione di valore per gli azionisti, destinate a risultare quelle vincenti sul mercato.
Uno dei risultati di maggiori rilievo dell'indagine riguarda i dividendi.
Gli analisti hanno riferito che gran parte delle società con cui si relazionano è propensa a mantenere (54%) o persino ad aumentare (40%) i dividendi: le imprese di servizi finanziari e le società della sanità sono le più ottimiste riguardo alle previsioni di aumento dei dividendi.
Le prospettive appaiono più rosee per quelle società che oggi dispongono di importanti proprietà intellettuali da sfruttare in un momento in cui si è giunti al termine del superciclo delle materie prime.
Nel comparto sanitario, è imminente il lancio di nuovi farmaci che rivoluzioneranno le terapie in alcuni campi come quello oncologico, mentre il settore informatico si prepara a compiere un ulteriore balzo in avanti con l'introduzione di tecnologie Internet innovative e gli aumenti della produttività resi possibili dai "big data".
Allo stesso tempo dall’indagine è emerso un altro risultato molto netto: l'85% degli analisti ha dichiarato che fusioni e acquisizioni costituiranno una priorità nel prossimo futuro.
Le società di telecomunicazioni vengono considerate tra i candidati più probabili per transazioni su vasta scala, anche perché le autorità di regolamentazione sono favorevoli a un maggiore consolidamento del mercato, attualmente molto frammentario.
I vantaggi per il comparto azionario sono ancora una volta facilmente intuibili.
Occorre tuttavia precisare che la tipologia di attività di fusione e acquisizione prediletta al momento è l'acquisizione per incorporazione, ossia il meccanismo più semplice e diretto (nonché in molti casi il più economico) e con il minor grado di rischio.
Dal punto di vista geografico, un'attività intensa in questo campo è prevista in Cina, dove potrebbe inaugurarsi una fase di consolidamento in molti dei settori che hanno registrato tassi di crescita elevati nell'ultimo decennio.
Il tutto con ricadute positive sul mercato azionario dove sarà possibile selezionare le aziende che creano valore per gli azionisti e quelle che non lo fanno, determinando cioè vincitori e vinti.
Sono le principali conclusioni a cui giunge l’Analyst Survey 2014 di Fidelity Worldwide Investment, l'indagine annuale degli analisti Fidelity che permette di scattare una fotografia nitida sulla fiducia delle imprese e individua alcuni temi d'investimento di lungo termine destinati a caratterizzare l'economia mondiale e i mercati finanziari nei prossimi anni.
D’altra parte il campione degli intervistati è composto da 128 analisti diclocati in numerose sedi in tutto il mondo e permette così di offrire una preziosa quanto approfondita panoramica del processo di investimento sui fondamentali adottato da Fidelity.
Dall’indagine emerge che un maggior numero di società ha fiducia nell'andamento del prossimo anno rispetto al 2013, a conferma della forza della ripresa, del ritorno a condizioni "normali" e dei primi segnali di "ritorno all’azione" dopo un periodo di prolungata incertezza e di prudenza del management: spesa in conto capitale ancora impiegata prevalentemente per strategie di mantenimento piuttosto che di crescita.
A fronte di questo cauto ottimismo, i management delle società stanno iniziando a spendere una parte della liquidità presente nei bilanci, privilegiando in particolare attività favorevoli agli azionisti, acquisizioni e fusioni facilmente integrabili e aumenti dei dividendi piuttosto che crescite aggressive delle spese in conto capitale.
Nell'universo del reddito fisso, il ciclo del credito sta giungendo a maturazione e la leva è in ascesa: nei prossimi dodici mesi la selezione delle migliori tipologie di obbligazioni sarà dunque determinante.
Per quanto riguarda i settori, le previsioni si orientano verso un incremento della redditività per quello farmaceutico e per quello delle tecnologie informatiche, mentre dovrebbero segnare il passo energia e materiali.
Inoltre, sebbene storicamente in termini assoluti l'energia e i materiali abbiano sempre costituito due delle principali voci negli investimenti in conto capitale, nell'indagine questi settori sono stati quelli che hanno registrato i risultati peggiori: al contrario la sanità e i beni di consumo discrezionali rappresentano i settori trainanti nelle previsioni di crescita del capex degli analisti.
I management societari, che nutrono ora meno timori per alcuni dei grandi rischi di coda (come quello sistemico finanziario e quello di contagio della crisi del debito), risultano incoraggiati ad allocare nuovamente il capitale, seppur gradualmente, contribuendo a generare un ambiente in cui la ricerca bottom-up potrà risultare lo strumento vincente per gli investitori.
Il mercato azionario tornerà a premiare i migliori operatori nell'allocazione del capitale, distinguendo più nettamente le società orientate alla creazione di valore per gli azionisti, destinate a risultare quelle vincenti sul mercato.
Uno dei risultati di maggiori rilievo dell'indagine riguarda i dividendi.
Gli analisti hanno riferito che gran parte delle società con cui si relazionano è propensa a mantenere (54%) o persino ad aumentare (40%) i dividendi: le imprese di servizi finanziari e le società della sanità sono le più ottimiste riguardo alle previsioni di aumento dei dividendi.
Le prospettive appaiono più rosee per quelle società che oggi dispongono di importanti proprietà intellettuali da sfruttare in un momento in cui si è giunti al termine del superciclo delle materie prime.
Nel comparto sanitario, è imminente il lancio di nuovi farmaci che rivoluzioneranno le terapie in alcuni campi come quello oncologico, mentre il settore informatico si prepara a compiere un ulteriore balzo in avanti con l'introduzione di tecnologie Internet innovative e gli aumenti della produttività resi possibili dai "big data".
Allo stesso tempo dall’indagine è emerso un altro risultato molto netto: l'85% degli analisti ha dichiarato che fusioni e acquisizioni costituiranno una priorità nel prossimo futuro.
Le società di telecomunicazioni vengono considerate tra i candidati più probabili per transazioni su vasta scala, anche perché le autorità di regolamentazione sono favorevoli a un maggiore consolidamento del mercato, attualmente molto frammentario.
I vantaggi per il comparto azionario sono ancora una volta facilmente intuibili.
Occorre tuttavia precisare che la tipologia di attività di fusione e acquisizione prediletta al momento è l'acquisizione per incorporazione, ossia il meccanismo più semplice e diretto (nonché in molti casi il più economico) e con il minor grado di rischio.
Dal punto di vista geografico, un'attività intensa in questo campo è prevista in Cina, dove potrebbe inaugurarsi una fase di consolidamento in molti dei settori che hanno registrato tassi di crescita elevati nell'ultimo decennio.