Asean Economic Community
Le Filippine puntano al turismo stile Tailandia
12 Maggio 2014 09:10
perficie estesa quanto quella dell’Italia, sulla quale vivono circa 100 milioni di abitanti, il 25% dei quali appartenenti alla cosiddetta middle class; un’alfabetizzazione molto elevata, con un’alta percentuale di persone che parlano correntemente l’inglese; e, soprattutto, una crescita economica esplosiva: nel 2013 l’aumento del PIL si è attestato al +7,2%, la seconda miglior performance in Asia dopo la Cina (+7,7%).
Il governo di Manila, però, ora guarda al medio lungo termine e punta ad attrarre maggiori capitali stranieri per garantirsi una crescita strutturale che sfrutti tutte le potenzialità (ma anche le inefficienze) del paese e, soprattutto, distribuisca la ricchezza oggi ancora troppo concentrata all’interno di una cerchia ristretta di famiglie e oligarchi.
L’economia delle Filippine ha tra i suoi maggiori appeal l’ingresso dal prossimo anno nella nuova Asean Economic Community (AEC), e una forza lavoro a basso costo, piuttosto qualificata che parla la lingua inglese.
Non a caso, le imprese italiane che operano nel paese sono oltre 50 con attività che spaziano dai macchinari alle nicchie tecnologiche per la sanità e la farmaceutica, dall’agroalimentare al settore edile, dall’arredamento ai materiali in vetro e mosaici.
Uno degli obiettivi primari del governo di Manila resta quello di rafforzare il ruolo del turismo che ancora non riesce a sfruttare l’imponente patrimonio naturalistico delle 7.107 isole dell’arcipelago.
Secondo i piani governativi, nei prossimi 5-10 anni saranno completati i principali progetti infrastrutturali e i collegamenti oltremare e sarà possibile mettere in condizione il sistema turistico affinchè possa essere all’altezza di quello tailandese come destinazione turistica di massa soprattutto per la clientela europea che ancora non ha scoperto questa meta esotica.
Il governo di Manila, però, ora guarda al medio lungo termine e punta ad attrarre maggiori capitali stranieri per garantirsi una crescita strutturale che sfrutti tutte le potenzialità (ma anche le inefficienze) del paese e, soprattutto, distribuisca la ricchezza oggi ancora troppo concentrata all’interno di una cerchia ristretta di famiglie e oligarchi.
L’economia delle Filippine ha tra i suoi maggiori appeal l’ingresso dal prossimo anno nella nuova Asean Economic Community (AEC), e una forza lavoro a basso costo, piuttosto qualificata che parla la lingua inglese.
Non a caso, le imprese italiane che operano nel paese sono oltre 50 con attività che spaziano dai macchinari alle nicchie tecnologiche per la sanità e la farmaceutica, dall’agroalimentare al settore edile, dall’arredamento ai materiali in vetro e mosaici.
Uno degli obiettivi primari del governo di Manila resta quello di rafforzare il ruolo del turismo che ancora non riesce a sfruttare l’imponente patrimonio naturalistico delle 7.107 isole dell’arcipelago.
Secondo i piani governativi, nei prossimi 5-10 anni saranno completati i principali progetti infrastrutturali e i collegamenti oltremare e sarà possibile mettere in condizione il sistema turistico affinchè possa essere all’altezza di quello tailandese come destinazione turistica di massa soprattutto per la clientela europea che ancora non ha scoperto questa meta esotica.
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