BCE
Perché sono importanti gli stress test bancari della BCE
20 Maggio 2014 15:30
ieri la notizia che Deutsche Bank avvierà un aumento di capitale da 8 miliardi di euro, più o meno quanto richiederanno al mercato tutte le banche italiane entro giugno per ricapitalizzarsi. Una cifra imponente, senza dubbio. Ma perché è importante che le banche siano più capitalizzate? Perché dovranno superare gli stress test della BCE. Vediamo allora di capire quanto sono importanti per l’intero sistema finanziario questi test che la banca centrale europea ha già avviato sugli istituti di credito della zona euro.
Tutto parte dal fallimento della banca d’affari USA Lehman Brothers nel settembre 2008, quando cioè fu dichiarato il Chapter 11 (cioè una sorta di procedura di amministrazione controllata all’americana). Solo nei mesi e negli anni successivi si comprese quali rischi sull’intero sistema finanziario può comportare il fallimento di una banca importante: il gruppo Lehman aveva attivi finanziari in bilancio per oltre 400 miliardi di dollari con ramificazioni in ogni parte del globo e i contraccolpi si fecero sentire fino alle fondamenta del sistema che, tra l’ottobre e il novembre 2008, rischiò di andare in tilt. Il peggio fu evitato ma le conseguenze, pesantemente negative sulle economie mondiali, si avvertono ancora oggi, soprattutto in Europa.
La BCE, come hanno già fatto la Federal Reserve americana e la Bank of England, vuole evitare il ripetersi di un’altra Lehman che, probabilmente, non lascerebbe scampo al sistema finanziario che nel 2008 fu salvato soltanto dall’ulteriore indebitamento degli Stati al fine di salvare le altre banche in pericolo: Stati che, indebitati come sono ora, non potrebbero infatti ripetere tale operazione di salvataggio.
Tenere sotto controllo il corretto equilibrio tra capitale proprio (cioè il patrimonio della banca) e l’attivo di bilancio (cioè l’insieme di tutti i prestiti, le partecipazioni e i finanziamenti) è l’unico modo per cercare di evitare nuovi crack.
Basti pensare che attualmente la Deutsche Bank ha un attivo di bilancio di circa 1.600 miliardi di euro a fronte di un patrimonio complessivo di 40 miliardi: se aumentasse a 48 miliardi il patrimonio la sua leva finanziaria scenderebbe a 33,3 (1.600 diviso 48), un valore vicino a quello medio delle banche svizzere (32) e al di sopra di quelle francesi (29) ma ancora molto superiore alla media degli istituti spagnoli (18) e al 17,8 delle principali banche del nostro paese, Unicredit e Intesa Sanpaolo.
Tutto parte dal fallimento della banca d’affari USA Lehman Brothers nel settembre 2008, quando cioè fu dichiarato il Chapter 11 (cioè una sorta di procedura di amministrazione controllata all’americana). Solo nei mesi e negli anni successivi si comprese quali rischi sull’intero sistema finanziario può comportare il fallimento di una banca importante: il gruppo Lehman aveva attivi finanziari in bilancio per oltre 400 miliardi di dollari con ramificazioni in ogni parte del globo e i contraccolpi si fecero sentire fino alle fondamenta del sistema che, tra l’ottobre e il novembre 2008, rischiò di andare in tilt. Il peggio fu evitato ma le conseguenze, pesantemente negative sulle economie mondiali, si avvertono ancora oggi, soprattutto in Europa.
La BCE, come hanno già fatto la Federal Reserve americana e la Bank of England, vuole evitare il ripetersi di un’altra Lehman che, probabilmente, non lascerebbe scampo al sistema finanziario che nel 2008 fu salvato soltanto dall’ulteriore indebitamento degli Stati al fine di salvare le altre banche in pericolo: Stati che, indebitati come sono ora, non potrebbero infatti ripetere tale operazione di salvataggio.
Tenere sotto controllo il corretto equilibrio tra capitale proprio (cioè il patrimonio della banca) e l’attivo di bilancio (cioè l’insieme di tutti i prestiti, le partecipazioni e i finanziamenti) è l’unico modo per cercare di evitare nuovi crack.
Basti pensare che attualmente la Deutsche Bank ha un attivo di bilancio di circa 1.600 miliardi di euro a fronte di un patrimonio complessivo di 40 miliardi: se aumentasse a 48 miliardi il patrimonio la sua leva finanziaria scenderebbe a 33,3 (1.600 diviso 48), un valore vicino a quello medio delle banche svizzere (32) e al di sopra di quelle francesi (29) ma ancora molto superiore alla media degli istituti spagnoli (18) e al 17,8 delle principali banche del nostro paese, Unicredit e Intesa Sanpaolo.
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