debito pubblico
La flessibilità paga, anche nel reddito fisso
21 Maggio 2014 09:10
entrati abbondantemente nel quinto mese dell’anno e osservando le performance del mercato obbligazionario da inizio 2014 non può non balzare agli occhi un fatto di rilievo: la notevole divergenza tra i rendimenti, ampiamente positivi, e le previsioni sul settore, ampiamente negative, di inizio anno.
Dal primo gennaio al 6 maggio, l’indice dei fondi obbligazionario aveva registrato un +2,60%, preceduto soltanto dal +2,68% dell’indice dei fondi bilanciati: distanziati sia l’indice dei fondi azionari (+1,98%) che quello dei flessibili (+1,82%) per non parlare dell’indice dei fondi monetari (+0,18%). Le performance dei fondi a indirizzo obbligazionario hanno beneficiato di un clima di moderata fiducia nella ripresa economica che, tuttavia, si è rivelata inferiore alle attese mitigando quindi le spinte al rialzo dei tassi d’interesse a medio lungo termine.
Questi, anzi, sono addirittura diminuiti in molti casi e, in modo particolare, nell’ambito del debito dei paesi periferici della zona euro: basti pensare che il BTP decennale che a inizio anno offriva un rendimento del 4,09%, nella prima settimana di maggio pagava meno di tre punti percentuali di yield.
In questo contesto, tuttavia, i gestori obbligazionari flessibili euro, cioè quelli che possono investire senza vincoli in ogni asset class a reddito fisso denomina nella divisa unica europea (dai governativi ai bond societari, dagli high yield alle convertibili, dai covered bond agli inflation linked bond, dai certificati ai titoli garantiti da ipoteca) hanno potuto mettere a segno plusvalenze ancora più ampie: il loro rendimento medio da inizio anno al 6 maggio risultava infatti pari al +4,01%.
All’interno di questa particolare categoria di fondi a vocazione obbligazionaria si sono poi distinti alcuni comparti quali Pioneer S.F. Tactical Allocation Bond, Morgan Stanley Investment Funds Euro Strategic Bond, Invesco Global Total Return (EUR) Bond Fund, Pioneer Obbligazionario Sistema Italia, PIMCO Funds - Euro Income Bond Fund.
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Dal primo gennaio al 6 maggio, l’indice dei fondi obbligazionario aveva registrato un +2,60%, preceduto soltanto dal +2,68% dell’indice dei fondi bilanciati: distanziati sia l’indice dei fondi azionari (+1,98%) che quello dei flessibili (+1,82%) per non parlare dell’indice dei fondi monetari (+0,18%). Le performance dei fondi a indirizzo obbligazionario hanno beneficiato di un clima di moderata fiducia nella ripresa economica che, tuttavia, si è rivelata inferiore alle attese mitigando quindi le spinte al rialzo dei tassi d’interesse a medio lungo termine.
Questi, anzi, sono addirittura diminuiti in molti casi e, in modo particolare, nell’ambito del debito dei paesi periferici della zona euro: basti pensare che il BTP decennale che a inizio anno offriva un rendimento del 4,09%, nella prima settimana di maggio pagava meno di tre punti percentuali di yield.
In questo contesto, tuttavia, i gestori obbligazionari flessibili euro, cioè quelli che possono investire senza vincoli in ogni asset class a reddito fisso denomina nella divisa unica europea (dai governativi ai bond societari, dagli high yield alle convertibili, dai covered bond agli inflation linked bond, dai certificati ai titoli garantiti da ipoteca) hanno potuto mettere a segno plusvalenze ancora più ampie: il loro rendimento medio da inizio anno al 6 maggio risultava infatti pari al +4,01%.
All’interno di questa particolare categoria di fondi a vocazione obbligazionaria si sono poi distinti alcuni comparti quali Pioneer S.F. Tactical Allocation Bond, Morgan Stanley Investment Funds Euro Strategic Bond, Invesco Global Total Return (EUR) Bond Fund, Pioneer Obbligazionario Sistema Italia, PIMCO Funds - Euro Income Bond Fund.
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