Telecom Italia
Telecom Italia torna sotto i riflettori in Borsa
28 Maggio 2014 09:30
olo Telecom Italia vanta un +19% da inizio anno, cioè oltre sei punti percentuali in più rispetto al +12,7% dell’indice Ftsemib. Merito anche dello scatto di lunedi (+6,5%) dovuto a tre diverse ragioni. In primis il ritorno di interesse degli investitori internazionali verso l’Italia dopo gli esiti delle elezioni europee. In secondo luogo per l’attesa sui tassi di interesse che, sempre grazie ai risultati elettorali e alle aspettative di nuovi stimolo da parte della BCE nella prossima riunione del 5 giugno, dovrebbero ulteriormente calare facendo diminuire il fardello di interessi da pagare dal gruppo Telecom (tra i più indebitati di Piazza Affari). Il terzo elemento di supporto al titolo ex monopolista telefonico italiano è invece riconducibile al riassetto azionario. Vediamo perché questo capitolo è importante anche in ottica futura per il valore del titolo in Borsa.
Al momento l’azionariato di Telecom Italia è costituito da Telco che controlla il 22,44% del gruppo, dalla Findim Group sa di Marco Fossati che ha in portafoglio il 4,8%, dalla società di gestione americana BlackRock (4,8%), dalla Norges Bank (2,0%) mentre il restante 65,8% è frazionato tra piccoli investitori e istituzionali. Telco, a sua volta, è controllata al 66% dagli spagnoli di Telefonica, al 19,32% dalle assicurazioni Generali, al 7,34% da Intesa Sanpaolo e al 7,34% da Mediobanca.
I patti parasociali di Telco, cioè gli accordi tra i soci azionisti della società, danno la possibilità fino alla fine di giugno a Telefonica di esercitare il diritto di conversione in azioni Telecom Italia: qualora fosse convertita l’intera partecipazione in Telco, Telefonica avrebbe il 14,81% delle azioni di Telecom Italia (cioè il 66% del 22,44%).
Diversi addetti ai lavori fanno tuttavia notare che se è vero che Telefonica avrebbe l’interesse a divenire proprietario diretto del 14,81% di Telecom Italia, assumendo anche il ruolo di azionista di maggioranza relativa, è altrettanto vero che difficilmente con tale percentuale potrebbe far prevalere la propria linea nell’assemblea dei soci.
Ne deriva che, sia con Telefonica al 14,81%, e sia, senza Telefonica (nel caso la società spagnola rinunciasse al diritto di conversione delle azioni Telco in Telecom Italia), il titolo Telecom Italia potrebbe assumere nei prossimi mesi l’aspetto di una vera public company che diventerebbe contendibile sul mercato con benefiche ricadute positive sul valore del titolo in Borsa.
Al momento l’azionariato di Telecom Italia è costituito da Telco che controlla il 22,44% del gruppo, dalla Findim Group sa di Marco Fossati che ha in portafoglio il 4,8%, dalla società di gestione americana BlackRock (4,8%), dalla Norges Bank (2,0%) mentre il restante 65,8% è frazionato tra piccoli investitori e istituzionali. Telco, a sua volta, è controllata al 66% dagli spagnoli di Telefonica, al 19,32% dalle assicurazioni Generali, al 7,34% da Intesa Sanpaolo e al 7,34% da Mediobanca.
I patti parasociali di Telco, cioè gli accordi tra i soci azionisti della società, danno la possibilità fino alla fine di giugno a Telefonica di esercitare il diritto di conversione in azioni Telecom Italia: qualora fosse convertita l’intera partecipazione in Telco, Telefonica avrebbe il 14,81% delle azioni di Telecom Italia (cioè il 66% del 22,44%).
Diversi addetti ai lavori fanno tuttavia notare che se è vero che Telefonica avrebbe l’interesse a divenire proprietario diretto del 14,81% di Telecom Italia, assumendo anche il ruolo di azionista di maggioranza relativa, è altrettanto vero che difficilmente con tale percentuale potrebbe far prevalere la propria linea nell’assemblea dei soci.
Ne deriva che, sia con Telefonica al 14,81%, e sia, senza Telefonica (nel caso la società spagnola rinunciasse al diritto di conversione delle azioni Telco in Telecom Italia), il titolo Telecom Italia potrebbe assumere nei prossimi mesi l’aspetto di una vera public company che diventerebbe contendibile sul mercato con benefiche ricadute positive sul valore del titolo in Borsa.
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