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Aspettando la BCE: il modello inglese per il credito alle PMI

4 Giugno 2014 10:10

financialounge -  BCE crowdfunding finanziamento Funding for lending LTRO PMI prestiti Regno Unito settore immobiliare
grande attesa per le mosse che svelerà la Banca Centrale Europea domani.
In particolare si guarda con attenzione a quali mosse adotterà per migliorare il credito alle piccole e medie imprese, il vero scoglio da superare per una ripresa economica strutturale e capace di creare lavoro.

Come spiegato nell’ articolo “BCE: la mossa giusta con il timing esatto” le opzioni più gettonate dagli esperti sono l’acquisto di ABS (Asset Bached Securities), titoli derivati (tramite cartolarizzazioni, operazioni tramite le quali si trasformato crediti in titoli obbligazionari) che includono prestiti alle PMI e una nuova LTRO (Longer Term Refinancing Operation), operazione di mega finanziamento a lungo termine come quelle del 2011 e del 2012 con la precisa clausola che le banche richiedenti devono impegnarsi a rifinanziare le imprese e non ad acquistare titoli di stato.

Proprio un’opzione di quest’ultimo tipo è stata già applicata nel Regno Unito: con quali risultati?
Il Funding for Lending (finanziamenti per concedere prestiti), com’è stato battezzato il programma sponsorizzato dal cancelliere inglese George Osborne nel luglio 2012, avevo uno scopo preciso: assicurare tassi di interesse favorevoli, rispetto a quelli del mercato, alle banche che si impegnavano a girare una parte delle somme ricevute dalla Banca d’Inghilterra alle aziende e ai privati per finanziamenti e mutui immobiliari.

Dal gennaio 2014, dopo l’accelerazione del mercato immobiliare britannico (cresciuto anche grazie al boom dei mutui agevolati), il programma è stato rimodellato per favorire esclusivamente i prestiti alle imprese; i dati del primo trimestre di attività della nuova versione del Funding for lending sono però stati piuttosto deludenti: si calcola che nelle casse degli istituti inglesi siano rimasti inutilizzati fondi per 43 miliardi di sterline.

Secondo alcuni esperti, sebbene si tratti ancora dei primi tre mesi del nuovo programma, l’obiettivo non è stato raggiunto perché sul mercato si stanno affermando fonti di finanziamento alternative come le piattaforme di crowfunding o finanziamento collettivo: un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni, una sorta di micro-finanziamento dal basso che mobilita persone e risorse anche tramite il web.

Per altri esperti, invece, è la conferma che così com’è articolato, il Funding for Lending non riesce a raggiungere soprattutto le micro imprese e le start up, cioè le realtà più dinamiche e a più alta crescita del mercato che hanno più bisogno di capitali iniziali ma le cui garanzie poggiano soltanto sul solo progetto industriale.

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